Tra le mie parole...

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Un post per gli zeri del mondo. Voglio scrivere per loro, e anche per me. Voglio scrivere di quelli che nella vita non hanno voluto o non hanno saputo essere numeri uno.Nasciamo e ci impongono di vivere nella convinzione che lo scopo di tutta una vita sia di essere i numeri uno. Numeri uno al lavoro, numeri uno in famiglia, numeri uno con gli amici…ma la vita non è così per tutti.C’è chi ha scelto di essere uno zero, chi si è sottratto alle logiche del prevalere…chi ha preferito mettersi in disparte. C’è chi sta nell’angolo e chi sta nel centro della stanza…ma c’è una differenza sostanziale. Chi sta in centro vede solo una visuale: quella davanti a lui, quella verso la quale si orientano i suoi occhi e si perde tutto ciò che gli succede dietro. Chi sta nell’angolo no. Perché tiene le spalle ben salde al muro, e sa che dietro non c’è nulla…quindi guarda davanti a sé e osserva, scruta tutto nei minimi particolari.Chi sta nell’angolo non è abituato a guardare solo avanti. Sa di essere uno zero. Sa che non raggiungerà mai il centro, magari non vuole nemmeno raggiungerlo.Ma è un privilegiato. Perché ha trovato un angolo di osservazione tutto suo da cui può vedere tutto. E non si sposta mai…se lo fa, è solo per aiutare qualcuno che si trova nell’angolo opposto…ma per farlo non attraversa mai la stanza, costeggia piano piano il muro fino a quando non arriva a tendere la mano a chi ne ha bisogno.Il sorriso di uno zero è un sorriso pulito, un sorriso che non sa di arroganza o di presunzione. Il sorriso di uno zero viene dal cuore e non chiede nulla in cambio, perché lui è felice della sua condizione. E guarda a loro, a quelli che stanno al centro della stanza, senza provare invidia perché sa gioire della felicità altrui, e riempirsi il cuore della sua condizione di zero.Gli zeri conoscono il sapore della sconfitta, e ne fanno tesoro. Nella vita hanno perso molto, hanno perso sempre…ma è questo che li rende speciali. Perché gli zeri conoscono il sapore amaro della sconfitta, ma a differenza dei numeri uno, per loro ha un sapore un po’ più agrodolce. Perché hanno capito…hanno compreso che nella vita la linea del traguardo è soggettiva: dipende da dove uno pone la propria…e che la vera bellezza non sta nel fatto di avere un unico traguardo a cui arrivare per primo, ma nel porsi il proprio personalissimo…e raggiungerlo e, imparare a sorridere anche se non lo si raggiunge.Gli zeri sono numeri uno, perché sanno sorridere, accontentarsi, essere felici per uno sguardo, per una carezza. Gli zeri hanno un marchio: quello dei perdenti. Ma chi ha stabilito chi vince e chi no? Dove sta scritto? Perché gli zeri hanno capito che i veri vincitori sono quelli che vivono la propria vita, nella gioia e nel dolore, nella vittoria e nella sconfitta. Anch’io sono uno zero…ho fallito, sto fallendo e fallirò. A ognuno il suo cammino, a ognuno la sua strada…senza rimpianti, e col sorriso sulle labbra.Ho conosciuto tanti zeri nella vita, mi hanno reso partecipe della loro esistenza. Sono felice, perché ho scoperto quanto è bello quel numero…e quanto stupido sia quel marchio.Sono grato agli zeri del mondo, per la loro assoluta pazienza…perché vogliono, osano, credono rispettando la loro coscienza.Renato Zero