Tra le mie parole...

Dedicato a Mimì


A maggio, nel mese della rinascita, tu morivi.La tua vita come un pentagramma: dalle note alte a quelle basse, fino alle pause…preludio ai grandi ritorni. Ero piccolo, ma ricordo quella notizia.Quel 12 maggio 1995 la musica ha perso un tassello importante.Ma è tutta l’Italia ad aver perso…l’Italia dei malpensanti,l’Italia dei maldicenti, l’Italia dei superstiziosi.L’Italia di quelli che non hanno saputo guardare all’arte,che non hanno capito che le tue non erano semplici canzoni, ma piccoli frammenti di una vita sofferente, piccole gemme di un’esistenza.Le tue non erano esibizioni, ma storie, che risuonavano dalla tua voce graffiante, disperata e rabbiosa.Ora, a distanza di anni, la tua voce risuona ancora più forte,non c’è persona che non sappia quel ritornello: “Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo”.Lo conoscono tutti, dai nonni ai giovani.Non è un caso…è il simbolo che l’ignoranza muore,ma l’arte e le emozioni restano.Dicevi che gli uomini non cambiano, forse è vero.Con te non sono cambiati, ma tu hai vinto contro ogni superstizione.Perché quelle note sono, oggi più che mai, vive. Tante dolci e piccole note che scorrono sul pentagramma delle nostre vite.Note che segnano i momenti felici e quelli tristi, note che ricordano te. Gli uomini non cambiano,ma tu nel nostro universo ci rimarrai per sempre.Ciao, Mimì.Perché gli uomini che nascono, sono figli delle donne ma non sono come noi. Amore gli uomini che cambiano, sono quasi un ideale che non c’è…sono quelli innamorati come te.Mia Martini