Tra le mie parole...

Il buttafuori è fashion victim!


La serata in discoteca è una tra le più impegnative tra quelle che possono capitare ad un ragazzo del 2007. Il motivo? Semplice…in discoteca bisogna essere infallibili, bisogna essere perfetti e curare ogni minimo dettaglio, vi chiederete il perché…beh, semplice…perché altrimenti non entri.Io non so chi ha avuto la geniale idea di inventare la selezione all’ingresso, fatto sta che ogni volta che devo andare in discoteca iniziano le sette piaghe d’Egitto…scarpe eleganti??? Giacca???? Camicia???? Cosa sono questi sconosciuti? Per uno come me che ha nelle scarpe da tennis le migliori compagne della propria vita, mettersi quelle scarpe orribili con la camicia sopra è davvero insopportabile.Insomma, faccio sto sforzo, mi metto le scarpe da becchino, la camicia di fustagno regalata dalla nonna, e mi presento davanti al buttafuori e quello mi guarda e dice: Così non entri. Non entro????????? Ma dico…mi sta crescendo una verruca abominevole con ste cavolo di scarpe e tu mi dici che non entro????? E perché??? La risposta è: la camicia di fuori non va bene.Mamma mia che smaronamento…ma quando in Italia si parla di libertà, cosa significa? Decidere il colore dei calzini? Va beh, zittisco il buttafuori, mi metto dentro i pantaloni sta benedetta camicia ed entro in questa bolgia infernale dove le donne sembrano truccate da Platinette e gli uomini vestiti da Costantino in persona, con tanto di rosario al collo…chissà se è un portafortuna?Bene…la musica mi fa schifo, non ballo, scatta il piano tappezzeria…faccio compagnia alla colonna di turno nell’attesa di andare a bere…la mia consumazione rigorosamente analcolica. E quando al barista gli dici che vuoi un cocktail analcolico quello ti guarda come se gli stessi chiedendo sangue di antilope…e ti viene da chiedergli: Guarda che se è così grave, uscito da qui mi vado a confessare e provvedo all’espiazione di tutti i miei peccati!!!Dopo circa un quarto di ripetizioni all’orecchio del barista, questo se ne esce con sto bicchierone contenente una bevanda color vomito con tanto di ombrellino cinese…e no, che cavolo…così mi fai scoprire che sono un ragazzo analcolico! L’ombrellino no!Inizia la fase dei giri…tutti a girare intorno a quella maledetta pista, come se fossimo Valentino Rossi sul circuito che per ore ed ore fa sempre lo stesso giro, vedendo sempre le stesse facce. Tutti ti guardano che ti viene da pensare: Ma che sono una ragazza in vetrina olandese…e il bello non è che ti guardano perché sei carino…ma solo perché in discoteca si guarda!!!Arriva l’ora agognata…l’ora di andare. Ultimo giro e poi si torna a casa, comincio a fremere per tornare e, puntualmente, nell’ultimo giro…uno dei miei amici trova improvvisamente la donna della sua vita, il che significa…altri tre quarti d’ora ad aspettare. Ma, dico io…è mai possibile??? Bisogna attendere tutte le fasi…l’avvicinamento, il dialogo, la mano sui capelli fino allo scambio del numero e allo slinguazzamento…ma poi arriva il momento fatidico…quello della partenza! Restituisco la card d’uscita al buttafuori, lo guardo…e mi rimetto la camicia fuori. Strano mondo quello delle discoteche, l’immagine conta…ma chi l’ha detto che l’immagine deve essere unica? Mi piacerebbe che la selezione fosse fatta su chi si porta dentro droga, su chi entra per ubriacarsi e poi tornare a casa mietendo vittime…perché io ho un brutto vestito fuori, ma dentro ne porto uno decente…loro nemmeno quello! Lei lo sa come la chiamano adesso la dignità professionale: immagine. E che cosa crede che sia l’immagine? E’ un prodotto e questo prodotto è più importante di chi lo produce.Alberto Moravia