Tra le mie parole...

Il sapore della libertà


Oggi scrivo, perché ho voglia di parlare, di comunicare. Ho visto le immagini di una donna che torna a casa dopo sei anni di prigionia, di una donna che riabbraccia i propri figli dopo sei lunghi anni. E allora mi sono chiesto: cos’è la libertà?Una domanda troppo difficile a cui non so dare una risposta. Credo sia una di quelle domande a cui ogni stagione della propria esistenza fornisce una risposta diversa. Quando sei adolescente sei libero quando i tuoi non ti impongono orari o non ti privano della possibilità di uscire con i tuoi amici col motorino. Poi cresci e la libertà diventa quella di decidere cosa fare: che mestiere fare, come gestire la propria vita. Da adulto la libertà ha un sapore ancora diverso: diventa la libertà di esprimere il proprio pensiero, di far valere le proprie opinioni, la libertà di crescere un figlio nel rispetto dei propri principi. E poi c’è la vecchiaia, lo stato della vita in cui la libertà diviene a volte assoluta e a volte impossibile. Perché a volte sei a un punto della tua esistenza in cui sei sgravato da ogni responsabilità, perché ormai hai già fatto del tuo meglio. Ma, altre volte quella fase è quella meno libera perché condizionata dall’aiuto perenne di chi ti aiuta a alzarti la mattina o deglutire un boccone.Bella la libertà, ed è ancora più bella perché non ha un’unica faccia. Tanti volti per ogni stagione della vita. Tanti volti per ogni esistenza. Ma forse ti rendi conto di quanto sia importante solo quando ne vieni privato.Penso a Ingrid che ne è stata privata per sei lunghi anni della propria esistenza.Ma penso anche a tutti quelli che non sono stati rapiti e che, nonostante ciò, sono schiavi. Schiavi della fame, schiavi della morale collettiva, schiavi di un perbenismo che spinge tutti a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato.Anche questa non è libertà. Ci sono vite schiavizzate, private della loro intima essenza. Ne abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni ma spesso preferiamo passare oltre e fare finta di niente. Ingrid ieri è scesa dall’aereo e ha riabbracciato i suoi figli. Nel mondo che vorrei, un gay può abbracciare l’amore della sua vita. La donna abusata può abbracciare un uomo nuovo che gli dia gioia e speranza. Il bambino affamato può stringere un pezzo di pane. La voce fuori dal coro può scendere in piazza e abbracciare il megafono. Il nero può abbracciare il bianco.Sì, lo so…sono un terribile sognatore. Uno di quelli che ama sprofondare nel magnifico mondo delle parole, delle speranze che rimangono illusioni, uno di quelli che amano parlare del niente.Ma amo farlo perché a volte mi aiuta a sentirmi libero. E quando sono libero nella mente non c’è nuvola, ostacolo o muro che possano bloccare l’infinito fluire delle parole.Cos’è la libertà? Questa era la domanda…e non ho dato una risposta. Non lo so. E secondo me non lo sa nemmeno Ingrid. Perché a volte non è l’assenza di catene a rendere liberi, ma la capacità di far volare alto nel cielo un pensiero, un’idea o un’emozione. La libertà non sta nello scegliere tra il bianco e il nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.Theodor Adorno