Tra le mie parole...

La tavolozza vuota...


Immagina un mondo senza colore. Immagina una realtà in cui a dominare è l’assenza di qualunque sfumatura. Pensa a una rosa: ti darebbe la stessa sensazione alla vista, se non vedessi quel rosso così forte? Immagina l’arcobaleno: aspetteresti per ore dopo un temporale per osservarne le mille sfumature se sapessi che quei colori non ci sono più?Ci sono uomini che passano la vita a costruire. Altri che passano la vita a distruggere. Ci sono uomini che non sanno neppure cogliere la bellezza di una rosa o l’attesa per guardare un arcobaleno perché il loro mondo è senza colore e il loro obiettivo è cancellare il colore dal mondo. E allora capita che quegli uomini vedano il nero, il giallo, il rosso e sentano il disarmante bisogno di eliminarli. Cancellarli senza un perché con un gesto, in un istante riportare l’assenza di colore, l’assenza di vita. Ho paura di quegli uomini perché mi rendo conto che sono così poveri da non riuscire a cogliere la bellezza di un colore. Accecati dalla loro voglia di omologazione, dal desiderio di uniformare tutto al loro mondo si perdono tutto il resto. Ho paura di quegli uomini perché capisco che non c’è guerra che possa farli desistere. Lottare contro quegli uomini significa lottare contro l’ignoranza. L’ignoranza di quelli che pensano che il bianco sia migliore del nero, che il rosso sia migliore del giallo. E’ una lotta impari, perché contro l’ignoranza non si vince, perché quella ha spesso come alleate la violenza e la cattiveria. E l’ignoranza uccide, arriva fino a dove non è umanamente possibile pensare. Mi guardo intorno e vedo tanti uomini che non sanno più riconoscere i colori, la bellezza dei colori. Mi guardo intorno e osservo tanta gente che mescola tutti e tutto in un unico grande calderone e perde di vista la realtà. Mi guardo intorno e non riconosco la gente.Possibile che un uomo non veda la bellezza di un colore?! Evidentemente no. Perché l’ignoranza acceca, l’ignoranza offusca la memoria e la realtà. Perché l’ignoranza uccide. E allora mi rivolgo a voi, poveri pittori senza colori, voi che intingete il pennello nel nulla. Voi che andate in giro per le vostre belle città con il solo scopo di annullare il colore. Che vita è la vostra? Un’opera d’arte sbiadita, in cui non è possibile distinguere neppure i sottili contorni delle vostre figure. Un’opera d’arte senza valore alcuno.Dicono che le vite sono piccole opere d’arte. Ci credo, ma penso anche che la differenza la faccia proprio quei colori, quelle piccole sfumature che la contraddistinguono. Fortunati gli uomini che le hanno sapute riconoscere ed accettare. E invece a voi, che ancora oggi girate per le vostre gelide città in cerca di colori da annullare, non ho nulla da dire. La vita a volte insegna da sola l’evidenza. A voi ancora ha insegnato poco. Arriverà il giorno in cui aprirete gli occhi, vi troverete davanti una tela piena di colori e solo allora vi accorgerete di quanto orribile sia la vostra opera. Una vita passata a intingere pennelli nel nulla. Una vita a creare il niente. Avete annullato voi stessi e con voi le vostre vite, ma non quelle dei tanti morti per colpa della vostra ignoranza. Perché quei colori rimarranno tra le dolci linee di quanti li hanno conosciuti, i vostri disegni, invece, rimarranno sempre così. Solo un colore potrà affiorare: il rosso, il colore del sangue che la vostra ignoranza avrà contribuito a versare. Vergogna.Io non domando a che razza appartiene un uomo; basta che sia un essere umano; nessuno può essere qualcosa di peggio.Mark Twain