Tra le mie parole...

Dai, su, per favore, entra e commenta!


C’è una frase che non capisco: “Ciao, vieni a trovarmi nel mio blog e lascia un commento!”. Non ne comprendo il significato. Ho provato per tanto tempo a darmi una spiegazione a capire cosa spingesse una persona a perdere tempo ad entrare in un blog, a commentare senza nemmeno degnarsi di dare un’occhiata a quello che c’è scritto nel post sopra, solo per il gusto di scrivere: ciao, vieni a trovarmi nel mio blog e lascia un commento.Stupito, sinceramente stupito. Ecco come mi sento: stupito. Non c’è nulla di strano, avevo già avuto il sentore che il mondo dei blog fosse pieno di giovani talenti alla ricerca di successo. Quel successo che viene misurato non con il peso o il significato delle parole, ma con il numero di commenti che si riceve. E allora non è importante che tu parli di musica o guerra, di cartoni animati o di tradimenti, l’importante è che tu vinca la fantastica guerra dei commenti.Avevo abbandonato il mio blog. L’ho ritrovato, ma l’ho fatto per me, non per gli altri. Sono tornato a scrivere perché ne sentivo il bisogno ma stavolta l’ho fatto in silenzio. Senza girare loggato tra i blog, per non andare alla ricerca di commenti di ritorno. Perché se qualcuno fosse passato nel mio blog, l’avrebbe fatto solo per piacere, solo per interesse.Poi ti guardi in giro e vedi che c’è gente che per giorni, mesi, anni passa e ti chiede un commento, che ti riempie la casella di posta di messaggi in cui ti invita a guardare il suo blog, la sua piccola creazione. Perché? Forse perché i propri ideali hanno più importanza se avvalorati dal peso di un commento? No, non credo.Forse perché Internet è il fatato e magnifico mondo in cui tutti cercano ciò che non hanno fuori: il successo, la notorietà, l’apprezzamento altrui. Sembrerò poco simpatico, lo so. I più mi penseranno presuntuoso, me ne assumo le responsabilità. Ma ho sempre pensato che non esista il mercato delle idee. Ho sempre pensato che le cose vanno fatte prima per se stessi e poi per gli altri. Perché piacere a se stessi, a volte è molto più difficile che piacere agli altri. Perché gli altri ti guardano, ti scrutano, ma alla fine lasciano correre. Ma questo non succede con te stesso. Il tuo sguardo ti conosce fin troppo bene per superare ogni piccolo neo, ogni piccolo difetto…e tutto viene ingigantito e riportato all’ennesima potenza.Basta un vago e finto apprezzamento altrui a superare questa incapacità di guardarsi? Non lo so, a volte forse si…ma spesso, troppo spesso no. E allora guardo avanti. Mi limito a riportare le mie idee per chi vorrà leggerle. Non cerco la vanagloria, non cerco il successo. Il peso di un’idea non si manifesta da un commento, ma dal cuore, dalla mente, dagli ideali di chi ha saputo farla propria e, attraverso la penna, condividerla con gli altri.In pochi passeranno, in pochissimi leggeranno, rarissimi si fermeranno a scrivere, ma poco importa. Nel gioco dell’elemosina lascio che siano i pensieri a vincere, a volte per pochi ma comunque speciali. I miei, come i suoi, come i tuoi.La gloria è come le lucciole, che da lontano brillano ma viste da vicino non hanno né testa né luce.John Webster