Creato da silvia.robin1 il 14/11/2007

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CONDIZIONATORE PER MUCCHE

Post n°113 pubblicato il 07 Luglio 2008 da silvia.robin1





Le mucche producono meno latte
Arriva il condizionatore ' da stalla'

L'idea
è di Diego Redini, un giovane allevatore della Coldiretti che ha messo
nelle sue stalle un impianto di ventilazione che spruzza acqua per
alleviare le sofferenze del bestiame





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 Milano, 1 luglio 2008 - Il caldo afoso fa soffrire anche
le vacche che, chiuse nelle stalle, producono meno latte. La Coldiretti
stima un calo di oltre il dieci per cento nella produzione di latte da
parte delle mucche in stalla, ma in loro soccorso arriva anche il
'condizionatore'.


 


L'idea è di Diego Redini, un giovane allevatore
della Coldiretti che ha messo nelle sue stalle un impianto di
ventilazione che spruzza acqua per alleviare le sofferenze del
bestiame. Per le mucche la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi:
quando invece arriva l'afa e il termometro schizza verso l'alto, gli
animali producono meno latte, mangiano poco, si muovono il meno
possibile, continuano a bere e aumenta il rischio di problemi sia
all'apparato mammario sia alle zampe, con possibilità di ulcere e
azzoppamenti.


 


L'allevatore Redini è il testimone italiano del
clima scelto dal Wwf nell'ambito della Campagna Generazione Clima, per
lanciare un appello ai leader mondiali in vista del G8 che si svolgerà
il 7- 9 luglio a Hokkaido, in Giappone, con al centro anche i temi del
cambiamento climatico e dell'alimentazione.Otto testimoni, da ciascuno
dei paesi partecipanti al Summit, hanno messo in primo piano gli
impatti concreti nella propria vita quotidiana ed hanno chiesto ai
propri leader di impegnarsi nell'appuntamento internazionale per
ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, con un messaggio
consultabile e sottoscrivibile on line.


 


L'iniziativa è stata lanciata dal Wwf insieme alla
Coldiretti in Italia dove, per effetto dei cambiamenti climatici, il
51,8 per cento del territorio è diventato potenzialmente a rischio
desertificazione, in base ad elaborazioni climatiche e pedoclimatiche
effettuate dall'Inea. Gli effetti, prosegue la Coldiretti, "si
riscontrano negli allevamenti e nelle coltivazioni con un significativo
spostamento della zona tradizionale di alcune colture come l'olivo che
è arrivato quasi a ridosso delle Alpi mentre cambiano anche le
condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per
l'invecchiamento dei vini o l'affinamento dei formaggi".


 


Una situazione che, prosegue la Coldiretti, mette a
rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy
che ha superato i 20 miliardi di euro in valore e che registra primati
mondiali nei vini, nei prodotti a denominazione di origine e nelle
specialità tradizionali. In piena Pianura Padana dove si 'coltiva' un
terzo dell'agroalimentare Made in Italy, nella sua azienda situata a
Canneto sull'Oglio, in provincia di Mantova, Diego Redini, che fa parte
del Comitato nazionale dei giovani di Coldiretti, alleva liberamente
190 capi di razza Frisona italiana alimentate secondo una razione
personalizzata sulle diverse caratteristiche.


 


Dalle sue vacche Redini ottiene latte per la
produzione di Grana Padano a denominazione di origine (Dop) L'azienda è
un osservatorio privilegiato per verificare gli effetti dei cambiamenti
climatici che si sono manifestati - spiega il giovane testimone
italiano del clima - con una più elevata frequenza di eventi estremi
come le grandinate, sfasamenti stagionali e modificazioni nella
distribuzione della pioggia ma anche aumento delle temperature e più
elevato tasso di umidità che fa soffrire gli animali che diventano
producono meno e sono più deboli.


 


"Per alleviare lo stress da caldo abbiamo
escogitato un sistema di raffrescamento, una specie di aria
condizionata, con spruzzi d'acqua e ventilazione - racconta il
"Testimone del clima" italiano Diego Redini, nel suo appello al
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - la minore disponibilità di
acqua, l'assenza di precipitazioni in estate ci hanno poi indotto a
fare un uso parsimonioso di questa risorsa per l'irrigazione dei campi
coltivati a foraggio. Irrighiamo a pioggia principalmente di notte e
con un computer distribuiamo su ogni campo la quantità di acqua
desiderata in modo uniforme. Noi da imprenditori facciamo la nostra
parte. Ma non basta! Tocca ai governi dei paesi più ricchi prendere
decisioni e fermare il cambiamento climatico. Spero il G8 sia una buona
occasione e ci offra segni concreti di speranza per il futuro".


 
 
 
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