non tramontare mai

Fantasie...


..è stata la piscina, posta al centro del giardino, a farmi salire la pressione. Sembrava dovesse essere come spesso succede, solo un momento in cui mi sarei rinfrescato nuotando per un po. La visione quella sera, di quell'acqua trasparente appena mossa, del venticello che attento accarezzava piano il mio corpo seminudo, furono invece il cocktail giusto per un indimenticabile fine serata. Appena anche l'ultimo degli ospiti a quella festa decise di andarsene, vista l'ora, rimanemmo soli.Me ne accorsi solo dopo. Dopo aver nuotato per circa mezz'ora, decisi di prendermi un po di riposo e mi accostai al bordo. Dal lì, tutt'intorno, non riuscivo a vedere che sedie vuote e tavoli colmi dei vassoi prima ricchi di ogni ben di Dio, mentre il sottile venticello, faceva questa volta, planare al suolo alcuni tovaglioli. Il silenzio era improvvisamente calato in quell'angolo di casa.Delle musiche e delle voci che poco prima si alternavano, nemmeno l'ombra.Questo, mi fece pensare che era giunta l'ora di uscire, rivestirmi e tornarmene a casa mia ma appena fuori, vidi una figura a dir poco conturbante che da sotto il portico avanzava. Era Aviva, la padrona di casa, israeliana di nascita. Forse mi aveva visto da una delle finestre del piano superiore, mi sembrava di averla scorta qualche volta anche durante la festa mentre guardava dalla finestra e veniva verso di me. La sentii dire che se ne erano andati tutti compreso sua figlia, colei che mi aveva invitato.Continuai ad asciugarmi ma appena mi fu vicina, la vidi in tutto il suo splendore. Sfoggiava un bikini a fiori rosa ridotto al minimo su di un corpo uniforme e ben tornito e teneva sulla spalla un asciugamano bianco che appoggiò su una delle sedie vuote ai bordi della piscina. Ho cercato di fare in fretta per raggiungerti e fare un bagno con te ma evidentemente non sono stata abbastanza veloce, che dici se ci rituffiamo? Così mi dai qualche suggerimento per come nuotare meglio. Ho visto che te la cavi bene in acqua. Mi disse.  Non ci pensai due volte e la seguii. Mi chiese di guardarla mentre faceva alcune bracciate così che poi avrei potuto correggerla. Così feci. Mentre le mostravo come secondo me doveva mettere le mani, mi fermò dicendo che non le era ben visibile il mio movimento. Pensò allora di farsi sostenere, una mano sotto la pancia e l'altra, a mimare, fuori dall'acqua, il movimento che avrebbe dovuto fare. Ingenuità assoluta la mia. Mi chiese, dopo l'ennesimo tentativo di farle capire l'esatta azione, di accompagnarla nei movimenti, così di sicuro non avrebbe sbagliato. Portai il suo braccio sotto al  suo petto e lo rispinsi in avanti. Nuotare a rana è abbastanza semplice ma con piccoli accorgimenti si possono fare meno sforzi e più bracciate. Quando mi sembrava che stesse andando bene,  cercai di staccarmi per lasciarla andare sola, lei invece fece come se stesse per affogare e si avvinghiò stretta a me rischiando di spingermi sott'acqua. Riprendemmo su suo volere da dove avevamo lasciato ma alla seconda bracciata il suo movimento fece in modo che io toccassi il suo seno. Nonostante il contatto con l'acqua a noi maschietti provochi un effetto anestetico in quella parte intima del corpo, sentii crescere dentro al costume il mio sesso. Per fortuna ero immerso fino quasi al petto altrimenti sarei sprofondato pensando che quello sfioramento per me involontario, mi avrebbe messo in notevole imbarazzo e non avrei saputo come giustificare il fatto, invece lei che lo aveva fatto apposta, ci riprovò e ancora una volta, appena immeregemmo le mani in acqua, fece lo stesso movimento forse ancora più accentuato e ritoccai quel seno. Devo dire che la signora, poco più che quarantenne, non stava affatto subendo il peso della gravità del tempo, la mia mano di sicuro, toccò un seno ben sodo.Mi fissò negli occhi come per chiedermi se avevo capito, sicuramente lo capii da sola quando si rimise in posizione orrizontale e mi abbraccio fingendo di non toccare. Finimmo appoggiati alla scaletta senza più nulla addosso consumando quanto più mi era possibile fare dopo l'invito. Così fino alle prime luci dell'alba, quando proprio poco dopo anche la figlia fece rientro a casa. Avevo 22 anni e tanto tempo e voglia per divertirmi. Ne passai altri di giorni come quelli, poi improvvisamente partì,  raggiunse il marito che da tempo aveva un incarico per il consolato e se ne volò in Inghilterra.