Rocche del Crasto

Una riflesione


CHI HA CREATO IL DOLORE?Quale nefasta influenza si aggira intorno a questo vecchio, decrepito mondo? La gran moltitudine della gente perché non può condurre una vita normale? Quale malvagità soprannaturale impone il suo dominio al destino dei popoli disseminati su tutto il globo terrestre? Non c'è angolo dei continenti che sconosca il dolore.Tsunami, terremoti, conflitti, tempeste violentissime, ere glaciali, fame, pestilenze, povertà, genocidi, distruzioni di vario genere non sono stati risparmiati - e non lo sono tuttora- nei millenni di esistenza di questo pianeta.Alcuni di questi eventi luttuosi e devastanti trascendono dalla volontà umana, ma altri, tanti, sono inferti dalla malvagità e dall'egoismo umano da "Qualcuno" inoculati nella mente di siffatti portatori del male. Non voglio, né posso convincermi che quel "Qualcuno" esista per ordinare lutti, pathos e pianti.Se altri mondi gravitano nell'ignota galassia di questo immenso universo, mi chiedo se anche ivi è di casa il dolore. Oppure, esso è un convitato permanente su questo pianeta donatoci dal lontanissimo Big bang? Per la cui presenza, potenti e miserabili, poveri e ricchi, padroni e vittime di conflitti sono impotenti. Un mondo nato dalla conflagrazione primordiale di minuscole particelle non può che generare dolore nei suoi variegati aspetti. Ed ecco gli esodi biblici di interi popoli, omicidi bellici di innocenti creature, sismi devastanti, povertà, per citarne solo alcune forme. Anche il parto, da cui nasce, tra spasmi ed urla della partoriente, una nuova vita, è una "creatura" che discende da quella lontanissima esplosione! Ritengo che altra cosa sarebbe stata se la "partenogenesi" dell'universo fosse avvenuta dalla riproduzione di quella piccolissima particella iniziale in maniera indolore e pacata.Un mondo creato male - per usare un eufemismo - e lasciato alla casualità della natura presente nella struttura terrestre, nell'atmosfera e nella mente umana.Li, 26 agosto 2016G.Z.(dalla mia pagina FB: <https://www.facebook.com/gaetano.zingales>