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Post n°2833 pubblicato il 28 Febbraio 2019 da gazimo08

AL LAVORO PER UN NUOVO CORSO

DEMOCRATICO LONGESE

 

Un "coraggioso"... anonimo mi ha criticato su FB perchè ho gioito per la sentenza con la quale la Corte d'Appello di Messina ha dichiarato ineleggibile, perchè esiste una causa di incompatibilità locale (leggi sentenza), il già recente Sindaco. Ne spiego il motivo. Sul paese, da un paio di anni a questa parte, era calata una pesante cappa di silenzio. Un silente, latente impedimento a potere esplicitare il proprio libero pensiero si aggirava lungo le vie del paese. Perchè ? Personalmente ho un convincimento, ma non lo esplicito per ovvi motivi di prudenza e di rispetto nei confronti dei concittadini; però ognuno ne potrà dare la giusta, personale interpretazione.

Durante la mia gestione amministrativa e di quella dell'ex Sindaco Lazzara la gente discuteva in piazza animatamente. Eccome! Fenomeno che venne a cessare, - inspiegabilmente essendo cittadini liberi che vivono in regime di democrazia, - durante le differenti gestioni amministrative. In parecchi notammo ciò. Io vivo lontano dal mio paese di origine, ma ho lì orecchie che mi riferiscono quanto accade perchè amo seguire le vicende sociali del paese in cui la mia famiglia ha avuto l'onore di servirlo attraverso tre Sindaci. Per questo motivo ho invitato a cantare "Bella ciao", il canto della liberazione dall'oppressione autoritaria del fascismo. Certo, l'accostamento è irriverente perchè immenso è lo spirito ed il messaggio del canto della Resistenza rispetto alla..."spazzata" locale della pesante cappa di strisciante silenzio che incombeva sul nostro amato paese. Ma è servito, però, per rendere il significato di una veniente svolta di libertà di espressione del proprio pensiero.

«Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo». Questa frase attribuita a Voltaire rende l'immensità , la bellezza e l'importanza della libertà.

Lorenzo Erre ( a proposito, è un movimento locale dacché nella esposizione del suo pensiero si esprime con un "noi"?) mi chiede se sono a conoscenza a quali disastri si andrà incontro. Non creiamo allarmismi. Quando a Longi, negli anni '90 del secolo scorso, c'era un Commissario ad acta alcuni amici credettero di togliere le castagne dal fuoco attraverso "l'ingenuo" sottoscritto. Eletto, con una maggioranza bulgara, mi trovai di fronte all'immenso problema della dichiarazione del dissesto in quanto il paese aveva un debito fuori bilancio di circa due miliardi di lire. Riuscii ad evitare la dichiarazione di "default" del Comune ricorrendo rocambolescamente a diverse istanze che mi consentirono di pagare i debiti attraverso un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti .Non sto qui a descrivere come riuscii ad evitare, quindi, l'abbattersi di gravi conseguenze amministrative sul paese se avessi accettato la richiesta di dichiarazione di dissesto da parte del Segretario Comunale e del Revisore dei Conti.. I cittadini , però, allo scadere del mio mandato, mi ringraziarono con una pedata nel sedere. Ma anche questa è democrazia.

Riprendendo il discorso: nessun disastro é incombente sul paese dopo la nota sentenza della Corte d'Appello di Messina. Il paese subirà una stasi amministrativa di un paio di mesi in quanto verrà gestito da un Commissario ad acta per l'ordinaria amministrazione, ma , nel frattempo, si preparerà a mettere in piedi una o due liste, i cui componenti non devono essere incompatibili con alcunché.

Mi auguro che avvenga una vera svolta di rinnovamento che veda nuove leve, nuove capacità di un certo livello, meglio se con esperienze di pubblica amministrazione , uomini e donne che si impegnino ad operare per l'esistenza in vita di questo borgo perchè , con dolore, debbo notare che dai 2500 abitanti di parecchi anni addietro ci si è ridotti a contare circa 1500 abitanti odierni. Se non si riuscirà a fermare l'impoverimento anagrafico e residenziale, con puntuali ed opportuni progetti, fra non molti anni Longi diverrà un villaggio, inglobato amministrativamente in qualche centro viciniore.

E' opportuno, pertanto, deporre le armi dell'astio , peggio ancora dell'odio, e lavorare per costruire un futuro di progresso e di pacifica convivenza.

Occorrerà, quindi, rendersi disponibili ad operare con spirito di servizio nei confronti del proprio paese, scevri da rivincite, da ambizioni personali, coscienti che, come amministratori, invero, si è Sindaco, Assessore, Consigliere non soltanto per i propri elettori ma per tutti i cittadini. L'arroganza del potere, alla lunga, non paga perchè non tiene conto della dovuta equità ed è lungi dal riconoscere i diritti di ciascuno e di tutti.

Il confronto tra liste politicamente avversarie - non nemiche - dovrà avvenire attraverso l'elaborazione e la presentazione di un programma convincente e senza progetti inattuabili in quanto i tempi sono radicalmente cambiati, le leggi che riguardano gli enti locali hanno ristretto i cordoni delle borse dei finanziamenti. A mò di esempio, occorre evitare l'irrealizzabile "libro dei sogni", ma essere attenti per cogliere ciò che "passa il convento", cioè i finanziamenti previsti dallo Stato, dalla Regione e dalla Comunità europea attingendo le dovute informazioni presso le relative istanze del Governo regionale. Ma soprattutto: più cultura in tutte le sue forme e più turismo culturale ed ambientale, sfruttando le risorse naturali, iniziative che danno un ritorno economico reale in generale, specialmente se gestite da cooperative giovanili, ma anche nell'indotto ( B&B, ristoranti, trattorie, pizzeria, generi alimentari. ecc) Ed ancora, si potrebbero mettere in piedi cantieri (o mini -progetti) annuali per il rimboschimento dei costoni attorno al paese, scoperti e del demanio comunale, principalmente quelli sovrastanti il centro abitato, nonché progetti per il consolidamento delle zone, localmente individuate da uno apposito studio della Regione Siciliana, a rischio di dissesto idro-geologico. Inoltre, occorre gestire con trasparenza , con giustizia e senza gli odiosi clientelismi, che discriminano i cittadini in schieramenti di serie A e di serie B. Ed ancora essere fautori di un confronto democratico sempre ed in tutte le sedi, istituzionali e non, coinvolgendo nelle scelte i cittadini.

Chi scrive, durante la campagna elettorale del 1997, incontrando in Corso Umberto I uno dei due avversari politici, si fermò per augurare, stringendogli la mano, che potesse vincere, come si suol dire, "il migliore". Si è avversari politici, ma non nemici, soprattutto in un piccolo centro dove tutti si conoscono e dove la solidarietà deve essere presente. Schieramenti elettorali , si, ma che si sciolgono per condividere la decisione della maggioranza che ha affidato ad uno schieramento specifico la gestione del proprio paese.

Concludo col rammentare alcuni passaggi di un discorso agli Ateniesi , tenuto nel 431 a. C., dal grande Pericle: < Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. .............

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.......

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso..........

Ed infine, la famosa frase, che ebbi ad incorniciare collocandola alle mie spalle nella stanza riservata al Sindaco, che mi piace rammentare perché sempre valida: "Sapere quello che va fatto ed essere capace di spiegarlo, amare il proprio paese ed essere incorruttibile, sono le qualità necessarie e ad uomo che deve governare la propria città " (460 a.C.) >

Buon lavoro ed auguri Longi, paese mio!

Dalla mia residenza, febbraio 2019

Gaetano Zingales

 

 

 

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QUI AD ATENE NOI FACCIAMO COSI'

"Qui ad Atene noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, per questo è detto democrazia. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alla proprie faccende private. Ma in nessuno caso si occupa delle pubbliche faccende per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così, ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e c'è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta a tutti ed è per questo che noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così" PERICLE ( 495-429 a.C.)
 

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