Rocche del Crasto
Cultura, politica, società, varia attualità a cura di Gaetano Zingales« Intervista all'autore ... |
Canto notturno
Avevo quindici anni
e m'immergevo
nelle fredde acque del laghetto fluviale
per fuggire dalla calura.
Frinivano le cicale
baciando le schiuse rosse labbra
dei fichi già saturi di raggi del sole.
Penetravo nel bosco di noccioli
odorando i germogli appena nati
mentre un fringuello
mi dava il benvenuto
col suo cinguettio.
Dopo il meriggio
nell'incipiente notturno silenzio
sotto la pergola penetrata dai primi raggi lunari
un antico volto rugoso
dal bianco pelo
raccontava di vetuste leggende di duchi
trucidati da feroci banditi.
Prima di congedarsi
quel saggio
elevava una preghiera
per la vergine fanciulla
precipitata nel baratro
di una profonda gola
sognando le dolcezze
del talamo
che il suo principe le portava in dono.
Mi sono tuffato in questo infinito spazio di ricordi
e rivivo le ore trascorse tra le tue braccia
in uno scambio di teneri baci
che l'amaro destino portò via
In un fuggir di tragici giorni.
Da allora sono trascorse
parecchie lune
il crine è imbiancato
ma nel mio giardino
m'inebrio ancora con il pungente alito
del gelsomino di Spagna.
Le rose di maggio
spandono la loro vermiglia bellezza
e aprono la corolla a novelle api
perché succhino il dolce nettare.
Policrome farfalle
danzano tra i verdi colori delle ginestre
e dei policromi oleandri usciti dalle nevi.
Sul maestoso pino
in un nido di merli
Il pigolio di piccoli nati
diffonde un coro assieme al canto di usignoli
e di giovani cardellini
saltellanti sui rami fragranti di resina.
Nella cocente solitudine della senescenza
m' accompagna
nell'alpestre romito,
la melodia di simili suoni
mentre le diapositive di tele
dei rammenti lontani
scorrono nella mente
non più verde
ma dialogante.
Sul modesto torrione
sventolano
il Tricolore
e la giallo-rosa Trinacria
guardiani estivi del mio arrancare
In questi molti anni.
Crocetta, 01/07/22
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Romanzo