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« Coerenza !!AgOrà dei giovani: forte !!! »

Grazie Bagnasco !!!

Post n°10 pubblicato il 28 Maggio 2007 da rodeleric

Ci piace riportare l'articolo di Angela Ambrogetti tratto dal sito "Petrus" per evidenziare quale sia il pensiero reale della Chiesa. Negli ultimi tempi come negli ultimi anni molti attacchi alla Chiesa nei suoi organi e rappresentanti hanno una connotazione fortemente se non esclusivamente strumentale.  

L'Italia di Bagnasco di Angela Ambrogetti

CITTA’ DEL VATICANO - Minuto, distinto, puntuale e disponibile. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, neo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, la terza per grandezza nel mondo, ha tenuto venerdi la sua prima conferenza stampa al termine della Assemblea Generale della CEI. Più di un’ora di incontro con tutti i vaticanisti. Un test superato con finezza e chiarezza di pensiero nonostante le insidie. Domande sulla politica, sull’evangelizzazione, sulla povertà e perfino sui trattati europei e sull’ingresso della Turchia nelle UE. La famiglia al primo posto. Con l’intento per i vescovi di “trovare quegli elementi di convergenza di incontro di collaborazione di positività, quel contributo in sostanza che messi insieme possano costruire il bene generale”. Una risposta al presidente Napolitano che giovedì aveva aperto il Forum delle Famiglie a Firenze. “Il valore fondamentale della famiglia fondata sul matrimonio anche secondo la nostra costituzione è certamente un valore profondante unificante in cui tutti crediamo fermamente e che volgiamo sempre più promuovere in ogni modo -dice Bagnasco-. Per l’esigenza poi di veri diritti individuali a cui venire incontro anche questo è una volontà che -ha concluso- penso sia comune a tutti”. Risposta che non accende polemiche e non crea scontri, ma chiarisce ancora una volta la posizione dei vescovi. Del resto, come ha ricordato Bagnasco, i vescovi continueranno nella loro missione per una “educazione al matrimonio, alla famiglia, ai valori portanti della affettività, dell’amore, in tutte le sue espressioni, che poi si declina nella famiglia, nell’amicizia nei rapporti, nella società in genere. Un compito educativo che parte da Cristo che ci ha rivelato il volto amoroso di Dio, il cuore di Dio”. Ma oltre c’è l’impegno della società civile per “rimuovere le difficoltà che sono presenti oggi in ordine ad una progettazione di vita per i giovani”. Lavoro stabile, casa, certezze del futuro per favorire la natalità e un livello dignitoso di vita sono necessarie per parlare di famiglia. Come dire, altro che DICO, i veri problemi della maggior parte della gente sono altri. Difficoltà non nuove ma crescenti affermano i vescovi. Annuncio e missione restano comunque i compiti dei presuli, che devono fare i conti con un, almeno apparente, scontro sui principi e  sui valori nella società. Per definire i valori e i principi costitutivi e fondamentali di un popolo è necessario riandare alla concezione corretta della persona umana. “Il nostro umanesimo, in Italia e in Europa - ha detto Bagnasco-, ha al suo cuore una concezione antropologica molto importante che ha attraversato i secoli. E’ alla luce dell’antropologia quindi che si possono individuare gli elementi costitutivi, e non culturali, della persona stessa”. Missionarietà poi è l’annuncio che “si propone a tutti con semplicità rispetto e gioia come il papa spesso ricorda”. Aggiunge il presidente della Cei: “Non vedo problema a portare l’annuncio del Vangelo a tutti  quelli che possono essere raggiunti dalla testimonianza di una vita buona, e della parola annunciatrice di Cristo, che fondamento della gioia”. Ancora una risposta chiara che  riporta il discorso al problema centrale del non avere paura dell’identità cristiana. ”Dobbiamo rilanciare l’annuncio a tutti, indistintamente, l’annuncio della speranza cristiana che è Cristo Gesù”. Bisogna combattere la sfiducia nel domani. Una dimensione interiore spirituale culturale da affrontare. Certo si deve evitare lo “scollamento” tra la fede proclamata nelle chiese, e la vita quotidiana, con il rischio anche di una disaffezione alla vita pubblica e sociale comunitaria. Ma la Chiesa ha sempre favorito e promosso la partecipazione sociale, la affezione alla vita dell’altro come valore cristiano. Insomma, la politica come attenzione alla comunità, come partecipazione al bene della società in tutte le sue forme. La Chiesa vive nella storia, e risponde alle domande più urgenti che emergono dalle situazioni concrete. Per questo ai vescovi interessa la chiarezza dei principi fondamentali per poter “illuminare le coscienze e richiamare, esortare alla coerenza”. Un invito che vale per tutti. La coerenza è dunque il senso principale dell’agire del cristiano nella vita pubblica, proprio come spesso ricorda Benedetto XVI. Una coerenza con principi che certo derivano dalla fede in Cristo, ma che possono essere anche individuati dalla ragione e dal buon senso. La fede illumina la ragione, ma non la annulla. Non tutte le parole i pronunciamenti dei vescovi sono “professioni di fede”, ma sono indicazioni fondate su di una ragionevolezza ampiamente condivisibile. Oltrepassati i DICO, arriva poi  l’assalto del “testamento biologico”. Bagnasco è chiaro: “La vita è sacra dal concepimento al suo naturale tramonto”. Dove sacra non è aggettivo confessionale. E soprattutto “la persona non è una fase della vita umana, ma è la forma dell’ uomo. Si è uomini solo nella forma della persona”. Filosofia che forse non riesce a penetrare la mentalità laicista e materialista, nichilista, che crea un clima in cui sembra che ogni scelta debba essere equivalente, che non si possa mai dire cosa è il Bene o la Verità. Così è difficile far “risuonare la bellezza e la assolutezza del Vangelo”. Ma nonostante le difficoltà culturali e della ragione c’è il forte desiderio nella gente di trovare qualche cosa per cui valga la pena di spendere la propria vita e “quando si vede il valore di una scelta, un forte ideale, ci si mette in gioco completante fino al dono della vita”. Sul tavolo dei vescovi anche la questione europea che ha un criterio di fondo: “Il riconoscimento dell’umanesimo che ha radici fondamentalmente  giudaico- cristiane e che ha fatto l’anima dell’Europa, è la problematica urgente che bisognerebbe che l’Europa non solo non dimenticasse ma assumesse senza esclusioni di nessun appoggio e con la consapevolezza che o vi è un’anima spirituale-culturale-morale riconosciuta oppure soltanto i dinamismi economici sono un po’ pochi per costruire un popolo grande fatto di tradizioni diverse”. E proprio da questo nasce la necessità per chi si affaccia al continente europeo, come la Turchia, di conoscere le origini e la storia per apportare un contributo di arricchimento perché si costruisca un soggetto unitario, equilibrato e pacificato. Un dialogo e un confronto sereno per un vescovo che ha subito diversi fraintendimenti mediatici, che non alza mai la voce e non inasprisce i toni, che guida una diocesi difficile i cui fedeli possono però avere sempre contatto con il suo pastore “scortato ma non assediato”.

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