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Non c'è limite all'ipocrisia


 Davvero, non c'è limite all'ipocrisia degli "antropologicamente superiori".Prendiamo questa notizia pubblicata lunedì dal Corriere della Sera: ROMA - Da Amnesty International arriva una condanna senza appello per le autorita' irachene che hanno consentito le esecuzioni capitali di Barzan Ibrahim al-Tikriti e Awad Hamad al-Bandar al-Sadoun. Si tratta, si legge nel comunicato emesso oggi, di "una brutale violazione del diritto alla vita e un'ulteriore opportunita' persa per gli iracheni di veder rispondere del proprio operato i responsabili dei crimini commessi sotto il regime di Saddam Hussein". Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente di Amnesty, dichiara inoltre che il processo cui Saddam e i suoi collaboratori sono stati sottoposti "non ha soddisfatto i requisiti del diritto internazionale in materia di processi equi" e ha subito pesanti interferenze politiche. (Agr)Peccato che già in occasione dell'impiccagione di Saddam Hussein il professor Michael Newton, docente di Diritto internazionale alla Vanderbilt University e consulente del Tribunale iracheno che ha processato Saddam abbia chiarito i termini della questione.Secondo Newton, il processo è stato «quanto di meglio si potesse desiderare in Iraq date le circostanze. E la fretta dell'esecuzione è tradizionale nel sistema giudiziario iracheno, che considera crudele tenere un condannato in attesa di morte per un lungo periodo».Ma il fatto grave è quanto aggiunge dopo: «Gli iracheni avevano chiesto sia alle Nazioni Unite che alla Comunità Europea di aiutarli a istruire il processo secondo le procedure internazionali. Hanno chiesto di essere ammessi alla Corte dell'Aia per studiarne il funzionamento. Hanno chiesto che i giudici dell'Aia andassero a Baghdad ad aiutarli. Hanno sempre ricevuto un netto rifiuto... perché in Iraq c'è la pena di morte e nessuno ha voluto aiutarli a istruire un processo che si sapeva avrebbe portalo a una pena capitale. Se noi avessimo aiutato ufficialmente i giudici iracheni, questo processo avrebbe potuto essere un esempio di giustizia per tutto il mondo. Li abbiamo abbandonati a se stessi, e io credo che abbiano fatto il meglio che potevano».Insomma, qui in Occidente si direbbe che abbiamo perso il senso delle misure e dei principi: la prima cosa, e più importante, da assicurare, era un processo equo secondo i dettami dello stato di diritto, mentre chi ha negato l'aiuto agli iracheni guardando alla pena ha sacrificato anche il processo. Ipocrita, disgustosamente ipocrita, ora, lanciare accuse come quelle lanciate da Amnesty.