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Quest'anno neanche il carbone


 Negli anni passati di questi tempi ho sempre seguito la tradizione consumistica che vuole che questo sia il momento per fare regali alle persone che ci stanno a cuore - e anche a quelle conoscenze che intendiamo "coltivare" per motivi di lavoro o altro. Di regola però mi capita di fare regali anche nel corso dell'anno, quando mi gira, diciamo, e trovo che sia "meglio" - più spontaneo, più sentito - che farli nei "periodi comandati" come il Natale, il Capodanno o la Pasqua. Quest'anno ho quindi deciso di voltare pagina: niente regali, per nessuno - e pazienza se qualcuno resterà deluso (eufemismo). Uniche eccezioni il coinquilino italo-brasiliano a Pescara e il nuovo portinaio del nostro condominio (in questo caso di Mestre, non di Pescara), un cingalese di mezza età che con la moglie gestisce in maniera precisa ed efficiente tutte le incombenze collegate al suo lavoro e anche qualcosa di più: un tipo cordiale, simpatico e molto lavoratore. Oggi gli ho comprato un regalo, che gli farò avere alla vigilia del nuovo anno; al coinqui paulista ho già provveduto prima di risalire in Veneto. Per tutti gli altri, amici, conoscenti e parenti, neanche il carbone: loro sono italiani, integrati, e hanno già "tutto" (bè, oggi forse un po' meno, grazie a Prodi e al suo famoso piano per portarci la felicità): sono certo che sopravviveranno.