Post n°2 pubblicato il 13 Febbraio 2009 da Qualevia
- è in possesso della Laurea di primo livello o Laurea di secondo livello; - è iscritto all'Albo Regionale - ha funzioni di prevenzione del disagio sociale, aiuto, sostegnorecupero di persone, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e didisagio, programmazione, organizzazione, gestione, promozione deiservizi sociali, didattica e formazione. Realta': Stamattina ci siamo svegliati alle sette dopo una serata a discutere con l'ennesima persona che, seppur con poche speranze, pensavamo potesse fornirci una soluzione pratica per intravvedere un possibile sblocco per uscire dalla situazione poco dignitosa in cui siamo venuti a trovarci senza responsabilita'. Ti starai chiedendo di cosa stiamo parlando ! Ti raccontiamo in breve. Al di la' della personale storia lavorativa, per una casusa simile ci siamo trovati col culo per terra. Renato : dopo aver perso il lavoro di libero professionista in seguito ad una malattia che mi ha costretto ad un'inattivita prolungata (i clienti non sanno o possono attendere che si guarisca) mi sono ritrovato a dover vivere con i "vecchi guadagni"...ma questi ad un certo punto, come puoi immaginare, finiscono. Antonio: quarantasei anni. Trenta di lavoro. Risultato: stessa storia di Renato Per oggi non occupo ulteriomente il tuo tempo se non per dirti che siamo diventati "casi sociali". Confidiamo in te non per un aiuto ma per rendere pubblica la situazione che fa capo all'assitenza sociale, nel cui ambiente non tutti i personaggi sono "assenti" e per buona sorte ne esistono ancora di dotati di umanita'. Riguardo queste nostre affermazioni non gratuite e' sufficiente commentare e sara' nostra premura risponderti sul blog stesso ma pubblicamente, in quanto questa e' una denuncia della suituazione. Non intendo fare un discorso generalizzato, ma la realta' consiste nel fatto che la percentuale di assistenti sociali che prendono realmente a cuore il problema, ci pare alquanto stringata. Ci rivolgiamo anche a voi: assitenti sociali. Dobbiamo a malincuore sottolineare che la nostra appartiene a questa tipologia. Non facciamo nomi per ovvi motivi e delicatezza. Se due persone vivendo la stessa realta' giungono alla medesima conclusione non pensiamo si possa piu' parlare di opinione personale ma di realta' obiettiva. E cio' non e' un caso. |
Post n°1 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da Qualevia
Blowin' in the wind Quante strade deve percorrere un uomo prima che tu possa chiamarlo uomo? E quanti mari deve navigare una bianca colomba prima di dormire sulla sabbia? E quante volte devono volare le palle di cannone prima di essere proibite per sempre? La risposta, amico mio, soffia nel vento, la risposta soffia nel vento. E quanti anni può esistere una montagna prima di essere erosa dal mare? E quanti anni possono gli uomini esistere prima di essere lasciati liberi? E quante volte può un uomo volgere lo sguardo e fingere di non vedere? La risposta, amico mio, soffia nel vento, la risposta soffia nel vento. E quante volte deve un uomo guardare in alto prima di poter vedere il cielo? E quanti orecchi deve avere un uomo prima di poter sentire gli altri che piangono? E quante morti ci vorranno prima che lui sappia che troppi sono morti? La risposta, amico mio, soffia nel vento, la risposta soffia nel vento. |
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