ASROMA4EVER

Post N° 38


E adesso si canta in coro:"Battiamo il nostro record" FRANCESCO ODDI Contro il Bologna la Roma aveva rimediato l’ultimo dispiacere stagionale, il pareggio dell’8 novembre al Dall’Ara, contro il Bologna, ieri sera, è arrivata l’ottava vittoria consecutiva, tra campionato e coppe. E i cronisti della Rai hanno subito chiesto a Spalletti se questa Roma è paragonabile a quella del record di 11 vittorie in campionato. «Noi lottiamo e giochiamo per vincerne anche più di 11, ma ci sono anche gli avversari, in Italia nessuno risultato è scontato. I ragazzi hanno fatto una buona prestazione, contro un avversario ben impostato, che ci ha creato anche qualche difficoltà. Problemi di abbondanza? Non ci saranno mai, quando i ragazzi fanno vedere il loro valore, noi non stiamo a pensare: questo è titolare, questo è riserva». Anche se Vucinic, che ieri è partito in panchina, titolare lo è di sicuro, 4 volte su 6 in Champions, 12 volte su 12 in campionato: ieri è entrato a 18’ dalla fine, ed ha deciso il risultato con una splendida doppietta, anche se il tecnico ha voluto porre l’accento su un altro aspetto. «Vorrei evidenziare il modo di festeggiare di Mirko, evidentemente domenica è stato trascinato da come si era messa la partita. Lui di solito festeggia in modo tranquillo, come ha fatto questa sera (ieri, ndr)».    A lasciargli il posto Vincenzo Montella, alla prima da titolare in questa stagione, e per poco non arrivava anche il primo gol, all’11’ del primo tempo. «Lui queste giocate le ha, in panchina lo sappiamo bene - ha raccontato Spalletti - quando ha fatto quella finta per rientrare sul sinistro, stavamo per entrare in campo a festeggiare. Da quella posizione difficilmente sbaglia, e infatti la palla è uscita di pochi centimetri. Non era facile per lui trovare i ritmi giusti per essere determinante, e nel primo tempo non lo abbiamo agevolato: era costretto spesso a rientrare a centrocampo, e in quel modo diventa difficile per lui evidenziare le sue qualità migliori, la tecnica e la velocità nello stretto». «Non giocavo titolare da parecchio tempo - ha dichiarato il bomber di Pomigliano d’Arco a Roma Channel - non ricordo neppure quanto, credo più di un anno, ho fatto fatica ma sono contento, posso ritenermi soddisfatto, con tutto che in un’occasione sono stato sfortunato. Ci tenevo a segnare, anche per ripagare la fiducia incondizionata del pubblico, che mi dimostra sempre affetto. Nonostante quello che si è detto, in estate avevo qualche possibilità per andare via, sono rimasto perché ho bisogno di questo affetto, mi piace questo calore. Anche se gioco poco, mi basta così. Ho un’altra età, mi incavolo molto meno, vedo le cose in un modo differente, e probabilmente è quello giusto». Al suo posto è entrato Vucinic, che ha deciso il risultato con la seconda doppietta stagionale, dopo quella con il Chelsea. «Ma la cosa importante è che abbiamo vinto, prima dei gol ne avevo sbagliato più d’uno. L’intesa con Menez è sempre buona, lui è un ottimo giocatore». A De Rossi è stato chiesto delle 250 partite ufficiali in maglia giallorossa, con tutto che, visto che una è stata cancellata dal Giudice Sportivo, ufficialmente ne ha fatte solamente 249. «Fa molto piacere, neanche lo sapevo, l’ho letto sui giornali, per me è come coronare un sogno: sono cose che restano negli annali, ma a me rimangono anche dentro. In vittorie come questa il merito va a quelli che hanno giocato meno: quando entrano fanno sempre la partita, e questo è importante non sono per la squadra ma anche per lo spogliatoio. Ci consigliavano di uscire dalla Coppa Italia? Io non capisco come si possa giocare una partita per perderla, possiamo vincerla per la decima volta questa Coppa. E la stella d’argento è una bella cosa, uno dei motivi che possono dare un lustro maggiore a questa competizione».