ASROMA4EVER

Post N° 45


E CHI CI FERMA PIU' STEFANO PETRUCCI Pare non fermarsi più la travolgente giostra di questa Roma ritrovata negli umori, nelle voglie, nei protagonisti, dopo quell’avvio di stagione che non ci stancheremo di maledire. A due passi (e a terrificanti scrosci di pioggia) dal trionfo sul Cagliari, nell’Olimpico finalmente strappato all’uragano si è materiliazzata ieri notte l’ottava vittoria consecutiva, in quella coppa Italia che certo non ci fa sognare quanto la Champions ma della quale ci sentiamo leggittimamente signori e padroni padroni. Per affondare l’odioso Mihajlovic, al primo meritatissimo capitombolo da allenatore pubblicizzato quanto catenacciaro, non è neppure servito chiedere a Francesco Totti gli straordinari. Per una volta, il capitano ha potuto fare paciosamente da spettatore, la testa infilata in quel berretto che avrà fatto invidia agli Intillimani, senza spremere energie per rispedire a casa sconfitto il serbo che alla vigilia di questa sfida ha pensato bene di inseguire titoli e attenzione svelando con rara cafonaggine un malinconico, miserrimo rancore personale. Per sistemare le cose secondo pronostico e giustizia, e consegnare questa Roma tornata fino in fondo magica ai quarti del torneo vinto pochi mesi fa, è bastato il talento di Mirko Vucinic, gettato nella mischia da Spalletti al momento giusto, in tempo per mettere in mutande - stavolta - l’arroganza dell’ex assistente di Roberto Mancini. Due schiaffi a Sinisa e tutti a casa, a riflettere sugli esaltanti intrecci del nuovo miracolo romanista. Un gol, il primo, figlio di una giocata di Menez che ha ricordato (sarà mica un caso) proprio le inarrivabili intuizioni del capitano; un altro, quello del 2-0 finale, prodotto da una rabbiosa furbata in pressing che ci spinge addirittura a illuderci di aver trovato in casa l’ennesima, preziosissima risorsa: se Vucinic scopre anche scaltrezza e cattiveria, costruendo con Totti e con il francese un tris d’assi da mozzare il fiato, chi ci ferma più?