ROMA BIANCONERA

IL BISCOTTO E' PRONTO


Cari amici juventini il biscotto per noi e' pronto come si sospettava pagheremo solo noi.E' c'e' chi parla di calcio pulito, per me e' solo la voglia di levarsi dai piedi la nostra amata Juve. Staremo a vedere........SCANDALO CALCIOCRESCE IL PARTITO PERDONISTA DOPO LA CONQUISTA DEL MONDIALE SI FANNO SEMPRE PIÙ FORTI LE PRESSIONI PER PENE PIÙ LEGGERE Mastella: Milan in Acon 9 punti in menoE la Juve andrà in BIl ministro della Giustizia si confida con i suoi: «Per Fiorentina e Lazio solo penalizzazioni»12/7/2006 di Augusto MinzoliniROMA. Il titolo di Campioni del Mondo forse non porterà un’amnistia per il mondo del calcio, ma probabilmente ad una riduzione delle pene richieste dai pm della giustizia sportiva. E ieri a confermare questi «boatos» sempre più frequenti rispetto alla sentenza che sarà pronunciata tra giovedì e venerdì, ci si è messo anche il ministro di Grazia e Giustizia, Clemente Mastella, che ha confidato a qualcuno nel Transatlantico di Montecitorio un’ipotesi di verdetto che prevede la permanenza in serie A di Milan, Fiorentina e Lazio e la retrocessione ma solo in serie B della Juve. Con qualcuno dei suoi interlocutori il Guardasigilli è stato anche più preciso: «E’ probabile che il Milan rimanga in A con 9 punti di penalizzazione mentre Fiorentina e Lazio ne avranno qualcuno di più, magari 15. Mentre la Juventus non andrebbe in C ma in B con quindici punti di penalizzazione. Sarebbe una sentenza di buonsenso, non si possono mandare Del Piero e Cannavaro in serie C». Le parole di Mastella che ieri sono state fatte rimbalzare dai soliti canali di informazione riservati in tante stanze dei palazzi che contano, dimostrano che la vittoria all’Olimpiastadion di Berlino dopo aver provocato la visita del ministro Melandri negli spogliatoi degli azzurri ritmata dalle strofe della famosa canzonetta “faccela vedè, faccela toccà”e aver spinto il premier Romano Prodi ad una “full immersion” sul gioco del calcio, hanno messo in piedi anche una poderosa lobby politica che parte da Silvio Berlusconi e arriva a Piero Fassino, per sensibilizzare il presidente del tribunale sportivo, Cesare Ruperto, sull’idea che un titolo mondiale merita un po’ di compassione. «Una retrocessione - per usare un ragionamento del Cavaliere - sarebbe davvero un’ingiustizia. I club accusati hanno dato alla Nazionale la maggior parte dei giocatori che la compongono. Parlo del Milan, ma anche della Juventus. E aldilà di indagini che si sono basate soprattutto su delle intercettazioni telefoniche. Quanto è avvenuto in Germania dimostra che i valori sul campo del campionato sono gli stessi che hanno poi garantito il successo della nazionale. E’ una verità di cui si dovrebbe tener conto non fosse altro per rispetto dei tifosi». Riuscirà la lobby politico-calcistica “traversale” a conquistare per i club che sono sul banco degli imputati un po’ di clemenza? Mario Pescante, già presidente del Coni e sottosegretario allo Sport con Forza Italia, ne è convinto. Il personaggio ce l’ha a morte con il suo successore al Coni, Gianni Petrucci, che - a suo dire - per garantirsi la riconferma ha trasformato la vittoria del team azzurro in una vittoria di Prodi («che vi aspettavate da uno come quello lì?»). Quando parla della sentenza, però, il sorriso torna sul suo viso: «Vedete, l’accusa ha usato l’art.6 che prevede la retrocessione... ma voi sapete, certe sentenze sono squisitamente politiche. Per cui è probabile che Milan, Lazio e Fiorentina restino in A con una penalizzazione e la Juve passi in B anche lei con dei punti di penalità. La verità è che quanto è avvenuto nel mondo calcistico è figlio del sistema creato dalla triade Veltroni-Carraro-Giraudo, quella che determinò la trasformazione delle società calcistiche in società a scopo di lucro e gli aprì la strada per la quotazione in Borsa. Proprio per quelle scelte io me ne andai. Io che ho lavorato per due anni in Russia posso assicurarvi che Veltroni è un vero comunista». Quando si mettono insieme tifo, politica e affari i rancori sono difficile da dimenticare. E i tifosi, come si sa, non sentono ragioni. A destra come a sinistra. A esempio il romanista Massimo D’Alema non vuole sentir parlare di amnistia, mentre lo juventino Roberto Buglio, che neppure un anno fa era ancora un dalemiano d.o.c. prima di passare con al Rosa nel Pugno, pretende che la sua Juventus resti in serie A. La stessa cosa vorrebbe Guido Crosetto, lo stesso che ha paragonato i metodi dell’accoppiata Rossi-Borrelli a quelli della Gestapo: «Sì ci vorrebbe un’amnistia, ma ormai il solco è tracciato. Penso che alla fine si arriverà ad una riduzione delle pene chieste. Dopo la vittoria ai mondiali un’ipotesi del genere è data per scontata. Il ritorno della Juve in serie A nel prossimo anno, invece, a questo punto è impossibile». Già, la previsione di Mastella sul verdetto di domani nei Palazzi della politica è ormai data per acquisita. Di fatto si tratta di un “indulto” camuffato, favorito se non addiritura determinato dalla vittoria dei mondiali. Tanto più che se questo atto di comprensione non fosse confermato la gestione di una sentenza giacobina metterebbe il governo e la giustizia sportiva in difficoltà rispetto a quella platea di milioni tifosi che in questi giorni è andata in piazza per festeggiare la Nazionale. Un discorso, però, che non convince uno dei consigli del Cavaliere, Fabrizio Cicchitto: «Prodi si sta interessando al calcio solo per due cose: ieri per farsi fotografare accanto ai calciatori, insieme ai tanti cani e porci che affollavano Palazzo Chigi; domani per metterla in quel posto a Berlusconi, mandando il Milan in serie B».