club amici di roma

LA "MONNEZZA "A ROMA UN PROBLEMA DA SEMPRE...


Chi ha visitato il centro di Roma sarà capitato di imbattersi, in qualcuna di queste targhe in genere di marmo apposte sui muri prossimi a chiese palazzi signorili piazze e luoghi di culto, erano targhe di divieto in sostanza in quel posto era proibito gettare immondizie, e di farvi come si diceva “ il monnezaro “ ossia accumulare, immondizie di ogni genere e sorta  fino a creare cumoli puzzolenti e maleodoranti. Nella Roma dei papi la situazione igienico sanitaria era drammatica era consuetudine vedere per i vicoli le strade, le piazze, cataste di rifiuti gettate senza nessun riguardo, queste erano pulite solo ogni otto giorni e questo compito era demandato ai carcerati che pulivano dai rifiuti al fango e da quanto altro si trovava sulla pubblica piazza inoltre, questi sgradevoli mucchi attiravano cani randagi combattuti dai cosiddetti “ ammazzacani “ antenati degli accalappiacani con dei bocconi avvelenati e quindi si potevano aggiungere i cadaveri dei cani che né divenivano vittima. Le più immediate conseguenze erano intuibili il proliferare di malattie spesso contagiose e nella migliore delle ipotesi un puzzo ammorbante per chi viveva in prossimità di queste cataste . Non sappiamo quanta efficacia  avessero questi decreti pontifici  ,  ne dubitiamo che fossero  particolarmente adeguate  le pene erano severe e andavano  da pesanti multe pecuniarie a punizioni corporali  come la fustigazione in pubblico , in alcune targhe s’incentivava la delazione verso chi nottetempo approfittava delle tenebre per gettare le immondizie ( succede anche oggi certi vizi sono atavici ) anche in luoghi proibiti promettendo una parte della multa a chi avesse denunciato , il trasgressore ,  in un caso quello della chiesa di san Teodoro veniva aggiunta persino la scomunica !  fatto sta che la situazione rimase tale fino al’istituzione di un regolare servizio di nettezza urbana nel’1859,  quasi tutte erano scritte in italiano corrente per essere più comprensibile al’popolino , e il tono era più o meno lo stesso variava la lunghezza da 5-6 righe a oltre 20 in diverse non mancavano le inflessioni dialettali romane al’inizio veniva sempre citato il monsignor delle strade responsabile della cura e della pulizia delle stesse era di solito un cardinale adibito al’compito , come sempre l’ironia del’romano ci andò a nozze , e né venne fuori il detto “ sta cor monsignor delle strade “ ovvero senza lavoro e passarsela piuttosto male . Ma come era  organizzata la raccolta dei rifiuti nel’antica roma?
IL paragone è davvero impietoso , infatti  il servizio di raccolta dei rifiuti era piuttosto articolato e molto  ben organizzato a sovvrandendere al compito i magistrati edili  avveniva soprattutto di notte tutti i giorni  durante la giornata  Roma era un immensa isola pedonale con pochissime ,eccezioni molto ben regolate ,  unica  appunto  i “ chiostra stercoraris “circolanti in pratica 24 ore su 24 che raccoglievano l’immondizia, gli addetti alla pulizia  delle strade il “monnezaro “ di allora   veniva chiamato “ vis purgatis” il suo compito non era affatto facile ci trovava di tutto dallo sterco di animali ai rifiuti domestici , a cocci e vasi da notte ,ai cadaveri d’animali morti , persino salme di persone molto povere e di sfrattati che dormivano al’addiaccio  sotto ponti e portici che finivano i loro giorni o per stenti o assassinati dai malviventi che sfruttavano le tenebre per aggredire i passanti ,  oltretutto rischiava anche  di  venire colpito , da vasi e oggetti pesanti  lanciati  da le finestre se andava bene poteva ricevere il contenuto di un vaso da notte o i resti di un pasto cosa comunque molto sgradevole i servizi igienici in casa erano un privilegio per ricchi e abbastanza raro  , esisteva già da allora la raccolta differenziata , che oggi stenta così tanto a decollare lo sterco veniva avviato verso le campagne  come concime , gli oggetti frantumati e rivenduti ai vasai e agli artigiani che li realizzavano , i morti cremati su pire funerarie con la funzione pagata dallo stato secondo una consuetudine della legge delle 12 tavole tutto quello che non poteva venire riutilizzato veniva gettato nella cloaca massima o in una delle sei diramazioni secondarie , così le fogne e lo stesso Tevere pensava a smaltirle, Non che fosse  tutto perfetto anzi  allora come oggi l ‘educazione completa è cosa rara da trovarsi , e gli sporcaccioni  che facevano i propri  bisogni in luoghi appartati non mancavano di certo  questo con centinaia di bagni pubblici i famosi “ vespasiani “ accessibili a prezzi davvero irrisori ,   c’era anche poi chi approfittava  fuori dalle mura dove essere visti era davvero difficile del’riparo di una tomba lapide e mausoleo per espletare.. Sulla via appia  tuttora visibili ,i sono delle epigrafi anche in marmo che ammonivano severamente  i “ minziones” e i cacatores “  (al lettore il piacere del’interpretazione ma è evidente ) proferendo maledizioni scatenate contro i profanatori mettendo in causa , la funesta ira  dei dei inferi e celesti , certi vizi sono davvero duri , a morire .. per terminare negli ultimi anni sono comparse al'centro alcune targhe che rifanno il verso a quelle antiche con quel'minimo di modifiche richieste dai tempi moderni , in cui non è esente un fine umorismo , anche se lo scopo è lo stesso di quelle vecchie ..
targa apparsa a via del'leonello ma il risultato sempre lo stesso..
la stessa via di prima .. a voi l'ardua ( per modo di dire) sentenza..