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QUADRIFOGLI D'IRLANDA E GIGLI D'ITALIA UNA STORIA ITALO-IRLANDESE PARTE1

Post n°170 pubblicato il 23 Ottobre 2014 da frankcontinel

Una storia autobiografica vissuta realmente diversi anni fà , un pò lunga ma spero vi piaccia a presto da francesco

Quadrifogli d’Irlanda e gigli d’Italia una storia italo –irlaIl destino è beffardo lo sappiamo tutti ha un senso del’umorismo tutto suo molte volte  è cinico e baro però talvolta si ricorda di concederci qualche cosa di bello forse per farci credere che è capace di benevolenza pure lui , nel’primo autunno 1991 mi sentivo decisamente alla ricerca di un pizzico di fortuna , soprattutto volevo dimenticare mi ero appena lasciato con nunzia , in modo molto traumatico per lei  , e doloroso oltre ogni limite per me che dovetti convincerla a lasciarci fu un addio tra le lacrime per entrambi e forse ti rendi conto veramente quanto sia importante una persona che ami quando la perdi  i primi giorni furono davvero terribili  con un senso di desolazione e abbattimento che mi macerava l’anima reagì in un modo inconsueto per me cominciai a girare pub uno dopo l’altro passavo le mie serate davanti a un boccale di birra e conversando con mestizia con i baristi e le rare ragazze che ti concedevano qualche parola seduto su uno sgabello , a scorgere gli altri avventori nella penombra parziale di luci soffuse sfiorato dalle volute di fumo di sigarette ( allora ancora si fumava nei locali pubblici)  con il sottofondo talvolta irritante  di una televisione o di una radio tenuta a volume basso nel’brusio di locali affollati era solo un altro rumore che t’induceva a pensare e con questo ritornava il senso di disagio che cercavo d’attenuare , non che mi ubriacassi  mi bevevo solo due o tre  boccali li reggevo bene allora  ma a  un certo punto non ce la facevo più , mi sentivo solo  e saldato il conto , mi allontanavo a testa china e mani in tasca nei giacconi neri come il mio umore ogni volta che uscivo provavo quasi un senso di sollievo , in particolare se il luogo era affollato e con diversa gente allegra ,, non era ovviamente colpa loro , che né potevano sapere dei miei problemi , anche se l’intensità del’malessere che mi portavo dentro scemava poco alla volta , una volta tornato a casa e chiuso dentro la mia stanza mi stendevo sul’letto e nel’buio  mi si affollavano un mucchio di pensieri di ricordi di momenti belli , in qualche caso ci passai tutta la notte a rimuginare  su quanto di bello avevo perso , ogni tanto uscivo con gli amici , che fecero di tutto per distrarmi , ma allora ero svogliato e poco propenso a rallegrarmi ben poco collaborativo insomma il  pensiero c’era ancora e non passava di giorno svolgevo la mia giornata a sfacchinare al’magazzino dei grillo a or tre teste  era il periodo  pre natalizio nei magazzini si lavorava il triplo o il quadruplo rispetto alla media allora la gente aveva ancora denaro  da spendere , e non lesinava spese , come adesso , tornavo a casa per le  18.30 circa minuto più minuto meno mi occupavo delle faccende urgenti cenavo  alle 20.30 uscivo molti erano al’centro quindi arrivavo verso le 21.15, una speranza e un poco di conforto me lo concesse Serena almeno per tre mesi  ma capì quasi subito che la famiglia di lei non aveva intenzione di prendermi seriamente in considerazione , voleva farla fidanzare con un altro  furono sempre freddi nei miei confronti , e mi facevano pesare che stessi con lei , alla fine di comune accordo ci lasciammo poi lei mi confidò molti anni dopo che non si fidavano che non avessi una famiglia dietro , forse era stato meglio così imparentarmi con gente che pensava solo a cose materiali mi avrebbe fatto soffrire , per quanto volessi bene a Serena  ,sempre più abbruttito passavo i miei giorni tra lavoro e locali divenni ancor di  più pratico mio malgrado  . di birre belghe e inglesi e scozzesi  provavo tutto , senza remore o timori facevo in questo modo la mattina o il primo pomeriggio capitavo in un pub per una consegna mi segnavo l’indirizzo è la sera prendevo i mezzi e ci andavo più raramente in compagnia e allora mi  davano un passaggio in macchina in speciale modo marco f e Danilo l mi dimostrarono molta amicizia che tuttora rimane così capitai allo shamrock  fuortune  una birreria in stile irlandese a via panisperna a destra del’famoso convento di monaci che da il nome alla via ( panis  et spetem pane e prosciutto in latino  dai panini che gratuitamente i monaci offrivano ai poveri inutile dire che era molto popolare  ) questa insolita via a senso unico a scendere  con un ministero al’inizio e che diventa quasi pianeggiante alla fine il locale si trovava a metà strada   esponeva un’ insegna luminosa con la scritta in rosso e a destra un quadrifoglio verde anche da questa  il quadrifoglio fortunato la diceva lunga sul’origine di chi la gestiva in campo giallo paglia era gradevole alla vista e attirava l’attenzione l’esterno era tipico porta e sfinestrature ampiamente vetrate gli esterni verde come spesso si vede  in Irlanda  vetri leggermente oscurati che invitano ad entrare era una giornata di sole splendente senza neanche una nuvola inconsapevole di quando sarebbe divenuto importante suonai il campanello ,  attesi qualche secondo  poi provai ad aprire la maniglia s’abbassò e entrai il tintinnio di un campanello rivelò  la mia presenza alzai lo sguardo dietro una serie di tavoli con le sedie alzate e un bancone in tipico stile irlandese ( con i listelli di legno chiaro con specchi alle pareti  e gli angoli tondi e nella parte alta dei vetri che funge anche da ripiano talvolta scuro ) mi fermai alla soglia dicendo “ salve sono qui per la consegna del’bacili “ dietro il bancone una donna  in un abito blu scuro smise di pulire i bicchieri a coppa aprì lo sportello laterale , e con un passo sicuro ed elegante che notai subito mi si fece innanzi la seconda cosa che capii quanto fosse alta più di me , “ buongiorno potrei avere la bolletta  “ rispose con uno strano accento era si italiano ma con una sfumatura strana le porsi la bolletta d’accompagnamento  lei l’’esamino  alcuni secondi  ebbi così modo di vederla bene fisico longilineo volto tipicamente anglosassone capelli castani sul’rosso riuniti  in una ciocca dietro la nuca , e come alzo lo sguardo gli occhi grandi ed espressivi azzurri come il cielo  , naso un po’ tondo  ma diritto e spiovente alla base dalle orecchie piccole e leggermente a sventola, spiccavano dei semplici orecchini a pendaglio , una bella ragazza davvero con un accenno di sorriso replicò “ certo che puoi me li metti laggiù per favore  “ indicandomi con la mano il lato opposto del’bancone da dove era venuta “ va bene “risposi m’affrettai ad uscire a prendere il necessario ritornai poco dopo con i primi pacchi portati con un carrello in breve completai la consegna una decina messi in buon ordine nel’angolo indicatomi va lettera e mi restituì il tutto  alla mia espressione incerta quando buttai lo sguardo mentre le separavo intuì la mia incertezza  affermò “ mi chiamo Eileen  o’brien vengo dal’irlanda , e tu come ti chiami ?” accidenti quanto è intuitiva pensai di solito è sinonimo d’intelligenza e sensibilità “ io sono Francesco  c…….  E vengo da t… p..….. “ si conosco il posto ci passo per tornare a casa io sto al ‘alberone “ anche io   lo frequentavo tempo fa ..” sforzandomi di sorridere ma mi venne male mi tornò in mente che a via gela abitava Alessandra tutto quello che me la ricordava mi faceva soffrire ma fu una tristezza di un attimo “ hai un nome importante ci rivedremo ? “ mi disse lei porgendomi la mano “ così si fa da voi “ Si ci rivedremo  ritornerò “le strinsi la mano e salutai andandomene con la mano lei mi salutò con un gesto delicato della mano che ma La rese ancora più graziosa tutto quello mi aveva messo di buon umore ma sul’momento non capìì completamente il significato di quella conversazione , non me né resi conto , preso come ero dal’lavoro , era però destino che tutto andasse in un certo modo e devo ammettere in gran parte merito di Eileen  ritornato al’magazzino durante il pranzo Ascenzio quello che avevo soprannominato “ cioccolata icam “ per via della scritta sbiadita sui lati del’O.M. Orsetto che guidava  , uno con la tendenza a chiacchierare troppo e lavorare poco , “ lo sapete il nostro Francessco ha fatto colpo ? “  e a chi ?” chiese incuriosito  il direttore del’magazzino Noè  intervenne Giovanni a troncare quel ‘andazzo che aveva preso la discussione “ prima Cristina ho risposto a una chiamata che mi ha passato  era di quella ragazza che ha il pub a via Pandosia  , pensavo a una lamentela e invece ho ricevuto una serie di complimenti  e mi ha fatto promettere che a farle le consegne sia d’ora in poi tu , ragazza decisa ha una bella voce “ “ dal’vivo è anche meglio “ confermai “ ma ho avuto la sensazione parlandoci che avesse più un interesse personale ,  che di lavoro “  “ ne sei sicuro “ chiesi “ come che il  sole sorge e tramonta stanne certo , lo sai che sono affidabile “ mi rispose gettando un occhiata a Ascenzio e Noe  “ avevo avuto una sensazione positiva a riguardo , ora capisco bene…” beh fatti  sotto oltretutto è straniera “ si è irlandese si chiama Eileen O ‘brien  “ come lo sai “ me lo ha detto lei “ ahh …alllora è sicuro gli piaci “dissero in coro tutti i presenti “ poi se ci riesci ce la fai conoscere “ mi incoraggiò Bruno il decano della grillo dandomi una pacca sulla spalla “ si “ risposi con un sorriso “ sappi che male che và c’è sempre Cristina le  piaci anche se lei corre appresso anche a tuo fratello  lo sai ,smetti di piangerti addosso , e datti da fare si nunzia era straordinaria ma la vita continua , e come vedi ti dà tante opportunità , ora finiamo di mangiare “ concluse il discorso Giovanni “ va bene “ conclusi anche io . Ogni tanto nella vita ci troviamo di fronte a scelte cruciali che non sempre abbiamo il tempo di ponderare bene, uscito per le consegne pomeridiane,  non  pensai  ad altro , ma dentro di me cresceva vigorosa ed inarrestabile la speranza ogni minuto , ogni secondo di più , la ansie e le paure erano magicamente svanite il potere straordinario del’amore si stava manifestando nella sua interezza con la sua prorompenza  quella forza trascinante  che ti da quella magnifica sensazione di calore e di attesa , che ti spinge a desiderare e  ti rende capace di qualunque cosa dalla più sciocca a quella più giusta senza dubbi ed esitazioni di sorta perche senti dentro di te  che devi farla ,; Io in quella circostanza avevo una sola scelta giusta dovevo tornare da lei da chi mi faceva sentire benissimo  da colei che dal’purgatorio mi aveva in un semplice gesto trasportato al’paradiso  contai i minuti che mi separavano dalla fine del’lavoro , ho in mente ogni particolare di quella giornata le mura rosse e marroni del’magazzino in via della vaccheria Gianni  , la fermata del’412 con quel’marciapiede malmesso e sbrecciato l’autobus rumoroso e emettente una densa colte di fumo nerastro , i sobbalzi delle buche sempre agli stessi punti , i volti delle persone  stanchi e anonimi , la fermata del’409  sempre affollata davanti al’incrocio uno dei più trafficati , e rumorosi di Roma sud , via del’acqua bullicante , quasi rettilinea con le luci e gli addobbi natalizi , e le insegne dei negozi che si susseguivano uno dopo l’altro la discesa davanti a piromalli  dove scendevo e proseguivo a piedi per svoltare alla prima a destra una strada in salita incrociata  da altre due il bar al’angolo dove la mattina alle 5.15 prendevo il mio primo caffè il famigliare portone tutto mi sembrava diverso tutto migliore  visto su un'altra luce , un altro stato d’animo , salii le scale fino al’quinto piano quasi senza sforzo e quasi di corsa  entrai a casa tutto era silente e immerso nel’buio accesi la luce e mi apprestai con puntiglio a prepararmi mi presi tutto il tempo e la cura necessaria dovevo essere perfetto ,  presentarmi bene ,  consumai una cena rapida ma sostanziosa , e non avevo idea di quanto sarebbe servita ,  scelsi con attenzione i vestiti camicia dainetto nera con spalline di pelle gilè  grigio e nero senza maniche pantalone nero della Levi’s  stivaletti neri e giacca  nera di pelle quella coi motivi a pelle di coccodrillo al’collo una sciarpa rossa trapuntata in oro e siccome ero freddoloso anche guanti di pelle neri , chi mi avesse visto mi avrebbe scambiato per un metallaro , ma non andavo certo a un concerto , giunsi vicino a via pandosia intorno alle 21.45  scesi proprio davanti alla birreria Marconi , un altro luogo che conoscevo bene ,  un centinaio di metri alla biforcazione dove comincia la via che per tanto tempo sarebbe diventata abituale , a destra cominciava mentre a sinistra proseguiva via Cavour con in lontananza la torre dei cesarini che incombeva scura , svoltai verso destra al’inizio poco illuminata e quasi nascosta tra il  muro del’ministero e i palazzi settecenteschi che caratterizzano la zona , neanche un passante , solo qualche rara automobile transitava veloce sorpassandomi e illuminando per un attimo di più il marciapiede dopo una trentina di metri la strada si fece più visibile , e il selciato più evidente , come se avvicinandomi qualcuno mi voleva spianare la strada ecco dopo un po’ il portone  del’convento con l’arco a cuscino e il massiccio portone di legno poco più giù l’insegna spiccava come non mai vivida quasi come un faro nella notte mi fermai un attimo a guardare il quadrifoglio verde e speranzoso espressi un desiderio potete immaginare quale , solo una porta mi separava dalla fonte dei miei desideri , entrai deciso alla luce artificiale il locale appariva discretamente affollato erano occupati almeno la metà dei tavoli , ma nonostante tutto lei mi vide subito e mi fece il gesto d’avvicinarmi evitai un paio di tavoli e girai intorno a una comitiva di stranieri , ma mi avvicinai al’bancone solo 30 o 40 centrimetri mi separavano da eileen lei mi sorrise quel’sorriso deciso eppure capace d’infondere dolcezza a chi le sta vicino mi disse “ allora non mi era sbagliata sei davvero quello giusto “ nel’dirmi questo le si inarcarono le gote la rese davvero deliziosa  “ eccomi non potevo non tornare “ risposi ma sentivo battere forte il cuore  forse ero arrossito dopo aver servito un cliente lei ritornò da me mi fece una carezza sul viso sulla guancia la prima di tante e mi disse nel’suo strano italiano “ ora debbo servire i clienti ma verso mezzanotte possiamo stare insieme a parlare ti và?” “ certo “ m’affrettai a rispondere “ resta qui non andartene  ehh ..”  non mi  muovo resto qui cascasse il mondo “ dissi lei sorrise ancora e tornò al’lavoro ma appena poteva ritornava da me ed era sempre gentile e cordiale verso la mezza notte i clienti si erano ridotti molto e mi potè dedicarmi  più tempo le feci subito la domanda cruciale “ posso darti del’tu “ “ si certo “ ti piaccio Eileen “ lei mise il viso sulle palme delle mano i nostri sguardi s’affrontavano a pochi centri metri l’uno dal’altro “ Che bello sentire il mio nome detto così si mi piaci Francesco l’ho capito subito appena ti ho visto hai degli occhi così sinceri ma con una punta di tristezza mi sono detta puoi fidarti di lui  non mi sbagliavo “ riusci ad emozionarmi oltre ogni limite  a lasciarmi senza parole aveva detto tutto lei sorrisi che altro potevo fare una volta lei mi disse quello è stato il tuo più bello sorriso , continuò dicendomi “ resta qui voglio sapere tutto di te ,  e io voglio dirti tutto di me “ si “ risposi ma ero al’culmine del’emozione “ non arrossire un'altra volta “ ma il tono era suadente e dolcissimo quello che ti può dire solo chi prova ardentemente del’sentimento , quelle ore le prime passate accanto a eileen furono fantastiche , mi si apriva un nuovo mondo e una nuova vita stava per sbocciare , ma soprattutto sia io che lei non eravamo più soli , e lo saremmo stati per molto tempo stemmo tutta la notte a parlare di noi due , ma cosa di dimmo ve lo rivelerò la prossima volta vi lascio un saluto e spero che questo racconto vi sia piaciuto a presto

 

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...E QUELLA DI SILVIA

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Er trucco pe’ ‘n’saporì li bucatini alla matriciana è sapesse gestì co’ sapienza ‘n ber pezzetto de guanciale accompagnado co’ li cubetti de pancetta che s’emmischieno drento ar pommidoro. E si sei riuscido a sceje l’intingoli giusti te viè’ fora n’piatto gajardo tipico de Roma verace che nun cià eguali pe’ quant’è bbono Sguizzeno ‘n’bocca li bucatini viscidi ner sapore che nun se po’ imità e si ce accosti ‘n’cicchetto de vino rosso nun poi fa’ a meno de leccatte li baffi che so’ diventati ricci pe’ ‘na goduria difficile da riccontà…

 

FOTO DI TRASTEVERE1956

 

GRAZIE A TRASTEVERE1956

LA VITA

 La vita e’ quella cosa che e’ creata,

da na coppia felice e ‘nammorata.

Comincia tutto pe’ amore e pe’ diletto,

 abbracci e baci e se conclude a letto!

In breve tempo er nostro facioleto,

 se trova a naviga’drento a un laghetto..

 Er tempo passa, lo spazio s’e’ ristretto

 e ‘ncentra piu’, mannaggia, Er poveretto!

ma pe’ fortuna c’e’ sta na via d’uscita,

quattro strilletti e tutto il resto e’.. Vita!!

 
 
 

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