La città per noi

Rilanciamo l'alternativa socialista


 Pubblico di seguito il mio intervento nella riunione odierna della Lega dei Socialisti in cui sostengo la necessità di rilanciare l'alternativa socialista, ossia la centralità dei socialisti nella ricostruzione della Sinistra in Italia. .Credo che ognuno di noi si riconosca in un padre politico nel suo discutere e ragionare. Io sono demartiniano perché credo nel lavoro politico ampio e lungimirante del compagno segretario Francesco De Martino che non ho conosciuto per motivi anagrafici ma che so che aveva grande rispetto delle idee degli iscritti e del lavoro politico di base e voleva un partito che fosse un organismo vivo capace di rapportarsi senza preconcetti alle altre forze della sinistra per costruire un'alternativa socialista effettiva in questo Paese. Un'alternativa capace di strappare il potere politico e decisionale alle forze centriste e della conservazione ma capace anche di cambiare in senso socialista la stessa essenza del maggiore partito storico della sinistra, come dichiarò nel 1984 in un'intervista: “Non ho mai pensato immutabili i rapporti di forza nella sinistra italiana; il mio sforzo è sempre stato quello di spingere il PCI verso una revisione in chiave socialista”. La Storia gli avrebbe dato ragione, se guardiamo alla trasformazione del PCI in PDS, ma la dirigenza socialista no, chiudendosi in una visione particolaristica e di corto respiro, cambiando nome e forma di continuo, andando avanti con alleanze sempre più improbabili fino ad arrivare al Partito Socialista di Riccardo Nencini. Partito che rappresenta l'ultima e ridicola propaggine della gestione privatistica e autereferenziale di craxiana memoria, intendendo con questo un partito con organi bloccati, legati alla leadership del Segretario e impermeabili alle critiche o anche solo alle proposte di una minoranza interna. L'opposto, per capirci, del partito di massa costruito da Rodolfo Morandi e da tanti altri, radicato nel territorio e nei luoghi di lavoro e organizzato in modo che i vertici locali prima e nazionali poi dovessero tenere conto delle istanze e del giudizio degli iscritti e dei militanti di base. Per questo sono in aperto contrasto con la dirigenza locale e nazionale del nostro partito, perché ha coltivato solo gli interessi di bottega ignorando volontariamente quel patrimonio di idee che aveva a disposizione e di cui si sarebbe giovata se solo si fosse girata una volta ad ascoltare i compagni della sinistra socialista invece di andare avanti a zig zag sempre snobbando la ricostruzione della sinistra italiana e lasciando il partito a percentuali irrisorie rispetto al suo potenziale. Parliamoci chiaro: la politica complessiva del Partito Socialista va riscritta completammente a partire dal suo grande patrimonio ideale certo ma riannodando necessariamente il filo rosso di quell'alternativa socialista che fu proposta, è bene ricordarlo compagni, per la prima volta nel 1953 al XXX Congresso dal segretario Pietro Nenni. Alternativa che consisteva senza ombra di dubbio in un'apertura a sinistra che, scriveva Morandi, presente a quel Congresso, “può essere praticata soltanto come apertura verso le forze popolari, che sono per l'appunto, le forze della sinistra”. Alternativa che fu ripresa da Riccardo Lombardi in una sua famosa intervista nella seconda metà degli anni Settanta in cui poneva al centro della politica di ricostruzione della sinistra italiana il lavoro come variabile indipendente ossia i diritti dei lavoratori in un sistema di produzione che doveva, già allora, essere rifondato strutturalmente. Alternativa che fu poratata avanti dal compagno Michele Achilli e dalla sua IV Componente al XL congresso del PSI nel 1976. Congresso in cui la centralità dei socialisti fu rilanciata a prescindere anzi in contrapposizione al compromesso storico cui stavano lavorando comunisti e democristiani e che oggi vediamo realizzato in un partito, il PD, contraddistinto dai precari equilibri e dalla incerta collocazione non solo internazionale ma anche e soprattutto su questioni dirimenti, decisive, fondamentali come il lavoro, la precarietà della vita, la disoccupazione e poi il conflitto di interessi, il rapporto con le forze della sinistra come SEL che sono state scavalcate prima nella costruzione delle alleanze elettorali e poi drammaticamente abbandonate nell'alleanza di governo con il Centro Destra di Silvio Berlusconi. L'alternativa socialista è la nostra vera storia e il nostro patrimonio più bello. Per questo oggi dico: ripartiamo compagni da noi stessi, dal nostro essere forza alternativa a quel centro sinistra incarnato dal PD che non può indicarci la strada. Ripartiamo dal nostro essere componente organizzata della sinistra socialista di questo ingiustamente piccolo partito, radicato però sul territorio e con molta strada davanti, se cambia davvero. Rilanciamo l'alternativa socialista, ossia la centralità dei socialisti nella ricostruzione della Sinistra in Italia e lavoriamo ad un progetto ampio con tutte le forze realmente alternative. Marco Zanier