La città per noi

.


Sandro Pertini Io continuo a credere che il Socialismo sia una cosa seria e che aderire al Socialismo significhi sentire come importanti e prioritarie nella battaglia politica le ragioni dei lavoratori, prima di tutto, prima dei propri interessi o della tattica che, a volte, il momento politico ci suggerisce. Per questo, a chi volesse domandarmi oggi cosa io mi senta di essere io risponderei ancora una volta orgogliosamente: un compagno socialista che vuole la vittoria di chi é sfruttato, di chi vuole migliorare la condizione economica propria e di tutta la classe lavoratrice, creando le condizioni materiali per un cambiamento complessivo e duraturo della società che possa dare a tutti le stesse opportunità di  vivere, di inserirsi e di migliorare le proprie condizioni. E sono per cambiare la società insieme a chi la voglia cambiare davvero, dal basso intendo e attraverso la effettiva partecipazione democratica della maggioranza dei cittadini alla vita politica dei partiti che determini la condivisione o il cambio di indirizzo delle scelte di politica generale portate avanti dalla maggioranza e dall'opposizione.Per questo mi piace guardare all'esempio di un grande compagno che ha lottato contro il Fascismo, in quanto negazione della democrazia nel nostro Paese e ha pagato un prezzo molto alto per restaurarla attraverso l'impegno concreto, quando essere socialisti voleva dire necessariamente  essere solo dalla parte dei lavoratori e vicini alle loro esigenze: Sandro Pertini.Le sue parole sono in grado di parlare più di ogni altro mio discorso al cuore e alla mente di ogni compagno autenticamente socialista e di ogni uomo e ogni donna di sinistra che ancora creda possible e necessario sopra ogni cosa un cambiamento sociale profondo e voglia rimboccarsi le maniche per realizzarlo; per questo voglio riportarle di seguito:L'adesione al socialismo Mi ha sempre affascinato la figura di Filippo Turati, che ho considerato un mio maestro, e che è poi andato con me in esilio in Francia. Poi le letture di Antonio Labriola, che è considerato uno dei maggiori conoscitori di Marx, dei più autorevoli commentatori del pensiero marxista. E poi il vivere un po' fra i contadini del mio paese, tra gli operai della mia Savona. Stando vicino alla classe operaia io ne ho avvertito le esigenze e le lotte. E' chiaro che io condividendo queste posizioni ho finito per seguire la strada del movimento operaio della mia Savona e diventare quindi socialista. ...Ricordo, lavoratori, che iniziai la mia lotta in anni molto difficili. Si sono presentati alla mia mente appena sono entrato qui i nomi di Aglietto, Crotta, i fratelli Sivori e i fratelli Risoglio. E poi per i portuali, ai quali sono sempre stato legato, basta ricordare un nome solo, che forse i giovani ignorano, Pippo Rebagliati. Io ho iniziato la mia lotta con loro. Erano, credetemi, giovani che mi ascoltate, momenti veramente difficili, più difficili di quelli che viviamo oggi. Eravamo una minoranza che si batteva contro l'avanzare del fascismo. Ebbene, io ricordo anche questo episodio. Lo voglio ricordare a tutti. Che al turno di notte, e cioè alle dieci di sera, mentre gli operai entravano all'Ilva, sulla porta vi era un branco di manigoldi fascisti col manganello e bastonavano tutti gli operai che entravano all'Ilva. Ecco il volto del fascismo come si è presentato in quel momento... Sandro Pertini(Discorso del presidente della Repubblica ai lavoratori dell'Italsider, Savona, 20 gennaio 1979) dal sito del  Centro Espositivo  Sandro Pertini     http://www.pertini.it/cesp/ Marco Zanier(prima stesura dell'articolo in costruzione)