All'indomani delle celebrazioni per il 25 Aprile, che si sono svolte serenamente in tutta la Penisola, nelle grandi città come nei piccoli centri, dispiace leggere sui giornali o ascoltare in televisione soprattutto di alcune prese di posizione e alcune contestazioni che rappresentano solo un' eccezione, da cui dobbiamo ovviamente prendere le le distanze. Perché quest'anno, forse più che in altri momenti, si é assistito ad una una vera e propria festa di popolo, con la partecipazione attenta e sentita della gente, che é scesa nelle strade e nelle piazze per ascoltare il discorso delle autorità cittadine e la testimonianza diretta dei partigiani. A me il 25 Aprile appena passato, piace ricordarlo per il discorso alto e rappresentativo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tenuto alla Scala di Milano la sera prima. Condivido il suo richiamo agli uomini e alle storie della Resistenza, alla tragedia delle deportazioni, al rispetto per tutti i caduti senza che questo voglia dire essere neutrali. E apprezzo molto, in un momento in cui sembra che il modo migliore di governare sia dividere o coltivare interessi locali o personali, il suo richiamo alla nascita della Repubblica Italiana dalla lotta di liberazione, intesa anche come lotta per la riunificazione nazionale. Parole queste che creano un ponte importante con gli ideali del nostro Risorgimento e coi valori fondanti della nostra Carta Costituzionale, che, necessariamente, parlano delle regole della nostra democrazia e del nostro vivere civile.Marco Zanier