IL COSACCO

A Napoli il 10 giugno, al Festival di Cultura Multietnica


Sui ritmi del Gopak, il gruppo Perla con Svitlana Blintsova, stella dello storico gruppo di ballo Rossinka il giovane volto di un’Ucraina sofferente e pulita che vive, studia e lavora in Italia.In queste settimane, è in tour in Italia il gruppo di ballo folcloristico Perla. Parteciperà a Napoli il 10 giugno, al Festival di Cultura Multietnica (Teatro Trianon in Piazza Calenda) ideato dall’Associazione Culturale Slaviane di Lyudmyla Kolodina e patrocinata dalla Provincia di Napoli, dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania. Il balletto ucraino sarà un’attrazione “Sulle Terrazze di Castel ant’Angelo” rassegna che si svolgerà nella capitale dal 18 giugno all’ 26 agosto, sempre a Roma il 29 giugno si esibirà per “Ukraina in Europa” presidente Liliya Bilyk – l’ente italo-ucraino deputato al sostegno dei bimbi ucraini resi orfani dalla catastrofe nucleare di Chernobyl - nella grande Notte Bianca della Solidarietà organizzata dall’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Roma. La formazione è composta da tre giovani ballerini professionisti ucraini: Svitlana Blintsova, stella dello storico gruppo di ballo Rossinka e giovane volto dell’Ucraina sofferente e pulita che vive studia e lavora in Italia, Nazar e Lesia Zavats’kij, coreografi diplomati all’Università della cultura e dell’arte di Kiev, nati proprio nel 1986, anno di Chernobyl, che ripropongono il suggestivo balletto acrobatico gopak, calmo all’inizio e impetuoso nel finale. Ballando briosi (anche a Piazza San Giovanni in Laterano il 20 maggio scorso, alla 16a edizione della Festa dei Popoli), ogni volta che si esibiscono è come se esaudissero, appunto, le richieste del nobile Mazepa nell’Atto primo, Scena terza, dell’opera di Cajkovskij: “Mazepa (Koèubej, sua moglie e sua figlia si inchinano e ringraziano): “Grazie a voi!” (stringe la mano a Koèubej). “Ma basta adulare questo vecchio! Dì piuttosto ai ragazzi di attaccare una canzone allegra, e che i danzatori intanto ci ballino in gopak! Come vuole l’antica usanza, mi piacciono le canzoni accompagnate da una danza briosa!”.Oggi, in Ucraina, la nuova amministrazione guidata dal presidente, Victor Yushchenko, ha deciso di riabilitare la figura storica di Ivan Mazepa, dandogli tutto il lustro che merita; e di riammettere nelle sale il film Io sono Mazepa, del celebre regista ucraino Iuri Ilienko, pellicola vietata negli anni in cui l’Ucraina era guidata dai premier filorussi. Mazepa è l’unico cognome dolcissimo rimasto della storia dell’Ucraina antica, risalente all’epoca della Repubblica indipendente e democratica dei Cosacchi del Dniepr, baluardo dell’Europa ad Oriente: rimasta in vita dalla metà del XVII secolo sino al 1775, quando la Zaporoskaija Sìc, lo Stato dei cosacchi, fu annientato dalla zarina Caterina II, asservendo una popolazione libera alla Russia Zarista.Nel mondo slavo Mazepa si può paragonare alla figura occidentale di Riccardo III, re d’Inghilterra (1483-1485) ucciso, per mano dei francesi, per volontà del pretendente al trono Enrico Tudor (divenuto poi Re Enrico VIII), nella battaglia di Bosfort. Come Riccardo III, pur essendo stato diffamato dagli storici pagati dai suoi vincitori, è stato esaltato da Shakespeare nel dramma omonimo, anche Mazepa è stato ugualmente osannato e cantato nel tempo dai compositori ucraini. La rara opera lirica Mazepa di Pëtr Il’ic Cajkovski è stata rappresentata alla Scala di Milano nell’aprile del 1999, sotto la prestigiosa bacchetta del violoncellista ostropovic e con la regia di Lev Dodin.