E fù Sardegna

E fù Sardegna. Capitolo Terzo


                                   foto: SITEMAP                                La notte a Porto Rotondo  Arrivarono in tarda serata. Nonostante l'orario la villa erailluminata ed i suoi inquilini ancora in piedi, così come tuttala servitù, disposta quasi in fila come se dovessero ricevereun rappresentante reale o chi sa quale sultano. Cosa questache disturbò non poco il dottore, abituato ad avere un diversorapporto nei confronti della sua servitù, rimase seccato, anche seil tutto non era altro che un'amichevole accoglienza da partedel suo amico.Questa cosa non la fece passare in sordina, mentre entravain una grande sala, rivolto  verso il padrone di casa, conatteggiamento serio e quasi urtato, e il tutto coadiuvato daglieffetti non ancora svaniti di quell'ottimo vino,  lo riprese senzadargli l'opportunità di aprir bocca, minacciando che mai e poi maiavrebbe tollerato un'altra situazione simile.La faccia di Mario era un insieme  di variopinte intonazioni,passando ora sul viola ora sul rosso, con uno sguardo smarrito,non certo dalla possibile reazione da parte dell'Alfredo chenon ci fu minimamente, ma da  quella scenata che altro nonritraeva che un' inconscia volontà di non passare la settimana dentroquella casa, ne tanto meno insieme a quelle austere persone.<<...Ambrogio.. carissimo, come stai? Quanto tempo..>>Esordì il suo amico, quasi come se tutta quella prefazionedel dottore non avesse avuto altro risultato che laconstatazione da parte dello stesso Alfredo della buona venadel suo vecchio amico.Alfredo Mariannini, socio del dottore in una azienda di raffinerie,divennero anche amici ma non ebbero molte possibilitànegli ultimi tempi di vedersi se non raramente e quasi semprein qualche viaggio d'affari. Passarono un'oretta in quel vastosalone, carico di porcellane tappeti e cere Sarde, panche anticheprovenienti dalle montagne del Gennargentus, gruppo montuosoal centro della Sardegna e cima più alta dell'isola, a parlaredel più e del meno con diverse persone ospiti anche loroin quella regia. Intanto Mario salutati i presenti andò a dormire.Alfredo, dopo aver nominato l'ingegner Brambilla, fece presenteconfidenzialmente al dottore, che lo stesso, non aveva poi presomolto bene quella sua improvvisa gita all'interno dell'isola,ma come al solito la mente astuta del dottore iniziò,aiutato dall'ora tarda, a dare i numeri, e come un ottimocommediante trovò subito l'occasione di sviare per l'ennesimavolta a quel discorso, raccontando all'improvviso alcune circostanzeaccadute durante la visita del paese di Oschiri, annoiandocon intenzione i presenti, e deviando successivamente conun'enorme e finto, quanto maleducato sbadiglio, congedandoin seguito tutti i partecipanti e rimandando alla mattina seguentequalunque altro discorso.  <<... sei proprio stanco eh..? Marisa, accompagna il dottorenella sua stanza .....fatti una bella dormita che domani facciamoun bel giro in barca .....>>Così anche quella volta riuscì a sgattaiolare, e dopoaver chiesto scusa e salutato i presenti che prima di quel giornonon aveva mai visto, tranne l'avvocato Mangoni, si incamminòdritto a dormire.Lasciò i tre signori ai loro affari insieme all'Alfredo.Il commendatore Vorghi, un industriale del Varesotto,uomo molto gentile e dai modi signorili.L'avvocato Mangoni, esperto consulente e legaledell'Ingegnere Brambilla, ed un signore strano che,a primo acchito, non sembrava avesse niente in comune con i tre,se non per la passione delle armi antiche, un certo sig. Bianchi,arrivato anche lui in serata nella villa e li a rappresentareun gruppo d'affari internazionale.Infatti sia l'Alfredo che il commendatore, oltre alla passione perl'archeologia, che li accomunava al dottore,  avevano unastrana mania per tutte quelle armi antiche da essere entrambicitati spesso dalla nota rivista nazionale del settore,della quale rivista l'ingegnere Brambilla ne era editore.La mattina seguente durante una fastosissima prima colazione,il dottore, seduto a fianco del Mario, fece presente all'Alfredoche avrebbe rinviato felicemente una stancante gita in barca,poiché la notte, diceva furbescamente, le aveva fatto cambiare idea,rammentandole  un volantino visto per caso appeso alla vetratadi quel locale Oschirese, dove si annunciava una strana processionea cavallo che accompagnava la statua di una madonnina,La Madonna di Castro*.Grande appassionato com'era di tradizioni popolari non volle certofarsi mancare quelle dell'entroterra sardo.<< pensavo di seguire questa processione e vedere di cosa sitratta...>>Al che  Alfredo, anche lui sensibile a questo genere di cose,sempre attento a non sembrare minimamente risentito da questealtalenanti cambiate di rotta del dottore, non insistete più di tantoe acconsentì tranquillamente alla sua proposta. continua....