E fù Sardegna

Un romanzo nel cassetto

 

BRONZETTO SARDO

 

 

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

FACEBOOK

 
 

I MIEI BLOG AMICI

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

I MIEI LINK PREFERITI

SANTUARIO MADONNA DI CASTRO. OSCHIRI

 

 

TENORES DI BITTI "MIALINU PIRA"

 

TENORES DI BITTI MIALINU PIRA IN VATICANO

 

TENORES DI NEONELI ED ELIO

 

 

« E fù SardegnaE fù Sardegna. Capitolo Secondo »

E fù Sardegna. Capitolo primo

Post n°2 pubblicato il 24 Maggio 2009 da milanoss
 

 


                                             In aereo

 

    .

<<...Guarda Mario che bel posto ...cos'è...?>>

<<..Allora...., noi siamo qui...e la carta dice... Oschìri..>>

Esclamò Mario,  puntando l'accento sulla prima i, come tutti i "continentali", quelle genti  italiche che si trovano per sorte o per scelta nei dintorni del paese.

Prese la cartina e guardò anche lui, contemporaneamente.., alternando attimi di panorama incantevole, al nome di quel paese stampato sul quel punto.

<<...Oschiri..., che ne pensi Mario?>>

Incredibile, chiunque legga Oschiri sulla cartina, lo pronuncia esattamente come ha fatto Mario, collocando in pratica l'accento sulla prima i. Il dott. Borghini forse per puro caso, lesse Oschiri esattamente come potrebbe leggerlo un suo abitante, o uno che già lo conosca.

<<...Interessante  magari domani mattina ad Olbia, potremmo noleggiare un'auto e visitarla, si ricordi dottore che ha promesso ai suoi amici di essere per cena a Porto Rotondo...>>

In realtà quelli, a parte Alfredo il padrone di casa, non erano suoi amici, o meglio non li reputava tali, diceva di loro che erano un'accozzaglia di persone avide, ed interessate alla sua persona per quello che materialmente rappresentava e possedeva, poiché erano interessati ad una villa ottocentesca di proprietà del dottore, il quale, sempre per allettare e stuzzicare con lo spirito di un bambino dispettoso, com'era solito fare con quel tipo di persone, minacciava davanti a queste genti di volerla vendere, poiché quella casa rappresentava tristemente il ricordo della moglie, e continuava quasi divertito nel vedere le loro facce, mentre faceva presente che un domani l'avrebbe venduta anche per due soldi pur di sbarazzarsene.

Ovviamente, Mario sapeva e stava al gioco, anche lui divertito forse più del dottore, come sapeva che il ricordo di quella buona signora che era stata la moglie, era l'unica cosa che potesse farlo star bene, e che mai e poi mai avrebbe venduto quella casa nemmeno sotto minaccia d'arma alcuna. Cosi spinto di nuovo da quella strana libidine puerile che riservava solo a quei falsi "amici", decise arrivati ad Olbia di noleggiare subito la macchina senza aspettare l'indomani mattina come consigliato dal fedele Mario, senza tra l'altro avvisarli, mettendo in serbo per gli stessi un imbarazzante appuntamento a vuoto.

Già lungo il tragitto Mario pensava ad alta voce che sarebbero andati dritti verso il lago senza entrare, almeno per quel giorno, nel paese, sperando in ogni modo di recuperare e magari arrivare esattamente per la cena alle otto in punto. Guardò il dottore e si rese conto immediatamente, che egli non ne aveva nessuna intenzione, né di rinviare seppur di un giorno  la visita del paese,  tanto meno  tenere minimamente conto di quella cena. Il dottore lo guardò e sorrise, Mario a quel punto anche lui sorridendo diede per scontato che avrebbero dovuto cenare in paese.

Verso le sei pomeridiane di  una giornata solare ma ventosa, entrarono in paese, arrivati da Via Roma costeggiarono il Municipio, e li decisero di parcheggiare e proseguire a piedi.

Già da subito il paese gli piacque, sia per la sua architettura generale, sia la tranquillità di quelle ore, ma soprattutto il  contrasto di quelle case  schierate in fila, lungo il corso. Due file parallele, le quali sempre di più, tendevano ad avvicinarsi, come se quella strada nel loro centro, altro non fosse, che l'unico  ingresso maestoso di un'altrettanto autorevole cattedrale, la chiesa dedicata alla SS Vergine Maria, un imponente struttura  di gran meraviglia architettonica dai vari stili, posta dinanzi ad una grande piazza  che domina e sorveglia  tutto il paese e ne segna  il cuore perfetto.

Un caffè nel bar più vicino ed alcune telefonate di lavoro.

Mario nel mentre osservava la barista, una ragazza appena maggiorenne che vi serviva par time. Non lo faceva con modi pesanti né tanto meno gli scrutava le forme, lo colpiva il suo parlare, un linguaggio per lui incomprensibile, vi vedeva un miscuglio di colori e assonanze latine pur non riuscendo a distinguerne una parola. Lui era rimasto all'ormai  famoso ajò ed al poco spagnolo assimilato, fatto suo a furia di sentire il dottore  nei suoi viaggi. Egli fino a quel punto credeva che il dialetto di quei posti fosse riservato ai non più  giovani, come del resto nella maggioranza delle regioni  Italiane, senza  sapere quale importanza avesse per le genti Sarde la propria origine, le loro tradizioni, ed in maggior misura  il valore che potessero dare a quella "limba".   

Finite le solite telefonate di routine, il dottore approfittò dell'attimo in cui la cameriera si avvicinò al loro tavolo per ritirare le tazzine, chiedendole con grazia e gentilezza dove potessero mangiare un boccone  prima  di partire per la costa.

La ragazza altrettanto gentile con una cadenza molto locale ma pulita, le consigliò di restare  in  quel caffè, poiché nell'altra sala adiacente vi era un piccolo ristorante e perfino un hotel.

<<....Vedi che se volessimo un posto per dormire si trova?...>>

Esclamò il dottore rivolto a Mario, il quale, non  riuscendo a contenere il sorriso, rispose  che ne avrebbe tenuto conto  nel caso fossero ritornati il giorno seguente.

Le sette e quaranta, squilla uno dei tre cellulari tutti nelle tasche di Mario, il quale subito visto chi era, arrossì, pregando come un cane bastonato il dottore, affinché parlasse lui direttamente e  trovasse lui la balla del secolo, una motivazione apparentemente logica per giustificare la mancata parola data, l'appuntamento alla famosa cena. Sì perché Mario cosa che forse non avevo evidenziato, era l'agenda personale del dottore, una mente lucida e perfetta che teneva a memoria tutto ciò che il pc portatile non conteneva, o meglio, tutto ciò che al dottore non importasse veramente, e che lasciava nelle meningi del poveretto per avere la scusa di poterle dimenticare a suo piacimento.  

<<.... Non dirmi Alfredo, ci sarebbe dovuto essere anche l'ingegnere? Mario hai proprio una testa malata....>>

Esclamò con finta serietà e con quel solito sorriso puerile

<<.....salutalo Alfredo chiedigli scusa anche da parte di Mario, digli che ci vediamo domani sera se a lui non dispiace....>>

A lui, l'ingegnere, in effetti, non fece piacere, quel giorno sarebbe dovuto stare in Sardegna spinto dal suo socio Alfredo, probabilmente per concludere l'affare della villa ottocentesca del dottore, e sarebbe dovuto ripartire in nottata col primo aereo per il Messico.

 

 

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/romanzosardo/trackback.php?msg=7113468

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 
 
 

INFO


Un blog di: milanoss
Data di creazione: 24/05/2009
 

 

ULTIME VISITE AL BLOG

milanosstiziana.rocjonk72isolde6aguaplano_ssmadrion_2008graffio_di_tigre.itd.e.l.i.l.a.hgli_sciacallibisou_fatalarmandotestifernandez1983nella.luceDolceRandyfiore_di_luna.9
 

ULTIMI COMMENTI

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

 

OSCHIRI

 

E FÙ SARDEGNA MUSIC


Discover Piero Marras!
 

CORO DI USINI . VENDETTA

 

NOTTE DE LUNA. CARLA DENULE

 

MIMMO BUA (MULARGIA)

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963