Nient'altro che noi

Post N° 9


Proprio nel mezzo di quell'immensa, profonda, luce bianca, così accecante, comparì l'immagine. Un volto. Ancora lo stesso volto, di donna, di ragazza. E nonostante fosse passato molto di quel tempo, lui ancora si ricordava di quel volto. Non lo aveva mai dimenticato. Quegli occhi che continuavano a guardarlo, occhi color nocciola, chiari e limpidi come due specchi. Quel viso così perfetto che incantava chiunque avesse la fortuna, o la sfortuna, di incontrarlo. No, non lo avrebbe mai potuto dimenticare.Poi lentamente la luce si dissolse e lasciò intravedere anche il resto. La ragazza era seduta su una sedia, dietro ad un banco, e alla sua sinistra c'era la finestra da dove sembrava provenire tutta quella luce. Una finesta aperta. Lei era vestita im modo piuttosto normale, con jeans ed una giacca di renna su una camicetta nera, ma sembrava che qualsiasi cosa indossasse, lei lo sapesse indossare come se fosse l'abito più seducente al mondo; o forse era semplicemente l'amore che lui provava, nel guardarla, che gli faceva questo effetto.Ad interrompere quell'idilliaca occhiata, durata appena un istante, fu il suonare della campanella che indicò il termine delle lezioni. Gli studenti si alzarono quasi tutti contemporaneamente dai loro banchi ed uscirono dalla classe ancor prima che terminasse di suonare, perdendosi l'un l'altro nella confusione. Il suono di quella dannata campanella, all'epoca, lo aveva risvegliato fin troppe volte dai suoi sogni. E fu così anche questa volta. Per la terza notte di fila.Con il tocco della mano, Francesco smise di far suonare la sveglia ed aprì gli occhi, ritrovandosi a guardare il soffitto della sua camera da letto. Poi si alzò sui gomiti e stette ancora un po' sul letto per riflettere. "Non ha senso." Pensò. "Ancora lei. Perché? Cosa significa?" Erano anni che non la vedeva, che non la sentiva; dai tempi della scuola, terminato il liceo, che non ne riceveva piu' alcuna notizia. Ed ora le appariva in sogno. Continuamente.Anche per il resto della giornata intera non poté far a meno di pensarci. Tra una pratica e l'altra, tra una telefonata ed un fax, in ufficio la sua mente non faceva altro che tornare su quell'immagine. Poi ad un tratto capì. Forse quel sogno indicava il rimorso cresciuto in lui negli anni. Il rimorso di non aver mai dichiarato il suo amore a quella ragazza. Ai quei tempi passava metà della giornata in sua compagnia, a scuola, e per cinque lunghi anni la timidezza riuscì sempre a respingere quella voglia di urlarle in faccia i suoi veri sentimenti. Con il tempo la cosa si affievolì, terminata la scuola trovò un buon lavoro, riscosse successo con tante altre ragazze finché non trovò in Sara la donna della sua vita, e non si lasciò dietro più alcun rimpianto. Ma quella cosa non la dimenticò mai del tutto.Ma perché, ora, dopo tanti anni, proprio adesso che si sentiva felice, proprio adesso che aveva tutto, proprio adesso che mancava solo una settimana al suo matrimonio, quel rimorso di parole mai dette tornava, lì, nei suoi sogni, nel suo presente, per tormentarlo nuovamente?Fu terminato il lavoro, sulla via di ritorno verso casa, che per la prima volta gli balenò per la testa la possibile soluzione. Se voleva capire il vero significato di quel sogno, doveva chiederlo al sogno stesso. Doveva reincontrare quella ragazza.