post n.64

Post n°64 pubblicato il 07 Settembre 2009 da romhaus
 
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per chi va ad Ollomont (AO)...

Questo è il testo della mail che ho inviato al residence in cui abbiamo pernottato con la mia famiglia durante le ferie estive e per conoscenza ad istituzioni ed enti per il turismo locali e della Valle d'Aosta: 


Egr. Sig. Renato Dannaz,
titolare dell'Hotel Residence Mont Gelé di Ollomont,
sarebbe il caso che dicesse a sua moglie che non dovrebbe parlare male dei suoi ospiti con terze persone, ad alta voce ed all'interno della stessa struttura, visto che l'hotel è piccolo e quello che si dice nella sala all'ingresso, anche a non volerlo, si sente chiaramente dalla tromba delle scale.
Io credo che né lei né sua moglie entrate spesso nei monolocali che affittate considerando che nella stanza che avevate destinato a me ed alla mia famiglia appena arrivati ci stava la luce dell'ingresso fulminata così come quella del frigorifero (la cui lampadina ci è stata fornita solo la terza sera).
Forse dovrebbe spiegare a sua moglie che il fatto che i primi due giorni abbiamo buttato a terra gli asciugamani, usati una sola volta, per chiederne il cambio (che la ragazza delle pulizie ha raccolto bagnati e riappeso pensando di farceli riutilizzare e per i quali siamo stati minacciati di un supplemento di prezzo) non era certo per snobbismo ma semplicemente per il fatto che la doccia con la tenda vecchia maniera, con diversi anelli rotti e col rubinetto che gettava e perdeva acqua da tutte le parti, pur con tutta la buona volontà, non consentiva di evitare un mezzo allagamento del bagno ogni volta che la si usava.
Ed infatti, una volta che su mia richiesta siamo stati forniti di uno strofinaccio per asciugare in terra, gli asciugamani sono tornati ad essere utilizzati per quello che è il loro normale uso.
Quello che non mi è chiaro è perché pur avendo voi previsto il cambio della biancheria ogni 4 giorni (così mi è stato risposto per iscritto quando lo chiesi all'atto della prenotazione) gli asciugamani, dopo il cambio forzato dei primi due giorni, non ce li avete più cambiati nei restanti 7 giorni, così come le lenzuola e le federe del letto (riconoscibili da un buco e da alcune macchie marroni) che, insieme alla tovaglia del tavolo, sono rimaste le stesse in tutti i 9 giorni di permanenza.
Eppure sua moglie mi ha parlato di un residence a 3 stelle con un servizio di 4 stelle anche quando le ho fatto notare (oltre a quanto già detto) che la porta finestra del balcone del monolocale non si chiudeva se non utilizzando un elastico da cancelleria messo lì da chissà chi (che comunque non ne consentiva la chiusura completa e che la sera che ha tirato forte vento si è rotto facendo sbattere con violenza la porta finestra al muro).
Se sono qui a scrivere e non ho fatto una piazzata la sera che avrei dovuto è solo perché io sono una persona educata e con la testa che pensa prima di parlare: scegliere ad esempio di impuntarmi a pagare una cifra minore rispetto a quella da voi richiesta non mi avrebbe certo cambiato la vita ed avrebbe finito solo per darmi un prezzo che non ho.
Invece delle scuse per la scarsa qualità del servizio avuto e soprattutto per le cattive parole immotivate usate da sua moglie con terze persone per descrivere i "mostri" che avevate in casa, sarebbe cosa più gradita se faceste un'opera di bene facendo ad esempio un versamento all'ospedale pediatrico Gaslini di Genova (o ad una struttura analoga della vostra regione) dimostrando a me e a tutti quelli che hanno letto per conoscenza (e magari anche alle terze persone con le dovute spiegazioni) di averlo fatto.
Saluti.

 
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post n.63

Post n°63 pubblicato il 28 Maggio 2009 da romhaus
 
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Arrivano i mobili più belli d'Italia
Grande inaugurazione sabato 30 maggio

AIAZZONE
Liguria sei pronta?



Diversi anni fa decisi di ristrutturare un appartamento che avevo comprato alcuni anni prima in previsione di un matrimonio che poi non ci fu e che per questo non venne mai arredato… Presi un foglio di carta millimetrata, disegnai la casa per com’era e, siccome i suoi appena 52 mq erano concentrati per un terzo nella sola camera da letto, invece di seguire il consiglio di altri che mi suggerivano di buttare giù una parete per allargare il piccolo salottino in ingresso e farne una sala, rinunciando così a quella che poteva essere una cameretta, la ridisegnai completamente restringendo la camera da letto e lasciando in piedi proprio solo quella parete. Ed il risultato fu che, sfruttando bene tutti gli spazi, ne venne fuori un piccolo capolavoro! così mi dissero tutti… Appena però iniziati i lavori che, come ovvio, sono partiti con la distruzione totale di pareti, pavimenti e soffitto ho pensato che sarebbe stato il caso di arredarla adattando, se necessario, le misure a quelli che sarebbero stati i mobili. E per i mobili, considerando che comunque avevo deciso di non andarci ad abitare ma di prestarla a mia sorella che aveva appena litigato con l’amica con cui divideva l’affitto di una casa - potenza della pubblicità - scelsi di andare fino a Biella, da Aiazzone, per risparmiare… Ora, in televisione, quando vedi la pubblicità, di qualunque mobilificio si tratti, ci stanno soprattutto uomini brizzolati contornati da arredAttrici sullo “gnocco” andante… Io immaginavo che nella realtà non fosse così e che tra le arredatrici ci fossero soprattutto signore d’età piene di trucco… Per andare da Aiazzone il consiglio televisivo era di chiamare per prendere appuntamento con un’arredatrice in loco per essere aiutati nella scelta dei mobili. Una sera chiamai e chi mi rispose, tra le varie cose, mi chiese per le stanze che volevo arredare (cucina, salottino, cameretta e camera da letto - senza il letto perché mia sorella si sarebbe portata il suo che era un matrimoniale che ne veniva ancora da una sua precedente convivenza) quanto pensavo di spendere “così, per farmi un’idea delle cose da proporle…” Le dissi una cifra relativamente alta nonostante la pubblicità parlasse di arredamento completo degli stessi vani, esclusa cameretta ma col letto matrimoniale, a meno… Il sabato successivo andai a Biella… col treno… la patente ancora non l’avevo… che per arrivarci ne cambiai almeno 3 e non ricordo se addirittura 4… Quando arrivai mi dissero che l’arredatrice che mi era stata assegnata non era ancora arrivata ed io l’aspettai curiosando qua e là all’interno del mobilificio per farmi una prima idea da solo… Ad un tratto l’altoparlante disse il mio nome e mi invitava ad avvicinarmi alla reception… ma, mentre lo facevo, vidi una tipa che si dirigeva verso di me, a passo veloce, che con ampi gesti delle braccia mi diceva di non muovermi da lì che stava arrivando lei… Vidi subito che era più grande di me (scoprirò dopo di 3 anni) ed a prima vista mi parve una finta che recitava una parte per dare un’immagine positiva del mobilificio… Quando mi sorrise capii subito che doveva essere una gran fumatrice considerando l’enorme segno di nicotina che aveva sui quattro denti davanti (i due sopra ed i due sotto centrali)… Mi portò in quello che era il suo ufficio e le mostrai la piantina della casa come sarebbe diventata, dicendole che nel caso ero ancora in tempo a cambiare qualche misura. Le spiegai anche che non avrei arredato quella casa per me – almeno per il momento – e, quando mi chiese perché con me non era venuta anche mia sorella che era comunque la diretta interessata nell’immediato, le dovetti spiegare che per lei non era possibile rinunciare una volta alla discoteca a costo che io mi incazzassi e mandassi tutto a ramengo. Osservò che non è da tutti fare quello che stavo facendo io in quel momento e da lì iniziò lei a fare quella parte femminile che mancava al mio fianco (sorella o fidanzata che fosse). Ricordo che iniziammo dalla camera da letto (senza il letto) e che fece di tutto perché io potessi acquistare quella che le avevo detto piacermi… il guaio era che l’armadio nelle nuove misure della casa ci sarebbe entrato da 5 e non da 6 ante (4 mi sembravano pochine) e che nei mobili in stile classico, come la stanza che avevo scelto, li facevano solo da 4 o da 6… al contrario di quelle in stile moderno. Telefonò al mondo intero per chiedere se era possibile fare un’eccezione ma, quando la risposta sembrò essere sì, fui messo di fronte al compromesso che però il disegno dell’armadio avrebbe dovuto avere gioco forza un’irregolarità… non mentiva, me lo dimostrò coi fatti… ed io preferii scegliere dei mobili diversi… Lei volle essere sicura che quelli che sceglievo in alternativa mi piacevano davvero tanto che me ne elogiò pregi e difetti di tutti… Naturalmente ci mettemmo poco a darci del tu con lei che via via, stanza per stanza, mi consigliava cosa a suo parere era bene o male: sulla cucina, ad esempio, mi consigliò di nuovo lo stile moderno perché mi avrebbe evitato di perdere del tempo ogni volta a pulire tutti gli anfratti e i fronzoli tipici di una cucina in stile classico… e se cercò di sconsigliarmi la cucina verde acqua che avevo scelto fu solo perché era la più cara che avevano e poi non sarei stato nel badget… me ne mostrò altre, anche molto belle, ma rimasi della mia idea: stile moderno sì, ma quella che mi piaceva… anche se avrei sforato… Mi innamorai di lei quando mi aiutò a scegliere il divano: me ne consigliò uno che fu poi quello che comprai… mi disse di sedermici per sentire se lo trovavo comodo: io non avevo mai avuto un divano e mi sedetti come per non sciuparlo… ci rimasi quando vidi lei quasi buttarcisi con la schiena con un movimento comunque aggraziato e molto femminile… “perché poi è così che viene usato questo divano…” In quel gesto colsi tutta la sua dimensione umana e di donna e la vidi bellissima. In effetti, a parte quel segno sui denti che le rovinava un po’ il sorriso, era una gran bella donna… Saltammo il pranzo e andammo avanti fin nel tardo pomeriggio a fare e a disfare arredi sulla carta con idee sempre nuove… a tratti mi sembrava che quella casa la stessimo arredando insieme come se lei dovesse venirci ad abitare con me… le piaceva il suo lavoro di arredatrice, era evidente… ad un certo punto, che non avevamo ancora finito, le dissi che entro poco avrei dovuto andar via, perché altrimenti avrei perso l’ultimo treno e che sarei ritornato il sabato successivo… avevo il libretto degli orari al seguito e ricontrollai che fosse così… Lei era di Torino e, anche se quella sera aveva un appuntamento con un’amica a metà strada tra Biella e Torino (era tornata single dopo una storia finita da poco), mi disse che se volevo mi avrebbe dato lei un passaggio fino a Porta Nuova dove c’erano sicuramente treni per Genova anche molto più tardi… e fu così che andammo avanti ben oltre l’orario di chiusura… Quando finalmente finimmo fece il conto (che andava oltre il mio budget e con la cameretta che era rimasta vuota… “tanto adesso non serve ed è meglio aspettare di vedere se va arredata come studio o come stanza per un figlio…”) e mi disse che sarebbe andata a piangere per me dai suoi capi per farmi fare un buono sconto… Rientrai quasi nel budget, ma con l’acquisto di mobili che ritengo validi e che sono quelli che ho tutt’oggi nella casa in cui abito dopo un successivo trasloco, (cucina componibile esclusa, ohimé, perché andava modificata ed integrata… e che nel frattempo era andata fuori produzione)… Mentre stavamo andando in auto verso Torino ad un tratto lei si fermò in un autogrill dicendomi che aveva bisogno di far pipì… io l’aspettai in macchina e poco dopo la vidi tornare con due panini stra-farciti… “Questo è per te…” mi disse porgendomene uno “ho pensato che come me oggi non hai mangiato nulla ed avrai sicuramente fame… non conosco i tuoi gusti e spero che la farcitura che ho scelto per te sia di tuo gradimento…” E me lo disse con una dolcezza tale ed un sorriso così genuino che ci rimasi… quel panino sarebbe stato gustosissimo anche vuoto… se già in quella giornata passata insieme mi stavo piano piano cuocendo di quella donna, quello fu veramente il colpo di grazia… avrei voluto dirle mille cose, ma non ne fui capace… solo che se una volta fosse capitata a Genova (mi aveva detto che tante volte non erano i clienti a venire su, ma lei ad andare da loro con cataloghi e misure) di farmelo sapere che l’avrei invitata a mangiare fuori. Lei accettò la cosa, mi sembrò, con entusiasmo. Ci salutammo davanti alla stazione di Porta Nuova sapendo che avremmo dovuto comunque sentirci ancora per qualche dettaglio rimasto in sospeso sui mobili, per notizie sulla consegna e per tutte le problematiche di arredamento che mi sarebbero passate per la testa da lì all’eternità. La salutai stringendole la mano ma sono sicuro che se le avessi dato un bacio lo avrebbe accettato… Quello che accadde dopo fu che di tanto in tanto oltre che per i mobili la chiamai per parlare un po’… e ci capitò talvolta di stare al telefono anche mezz’ora e più… A Genova però non aveva più avuto occasione di venire anche perché ci fu un periodo che fu costretta a stare a riposo perché una ventina di giorni dopo aveva avuto un incidente con la macchina ed aveva dovuto mettere il collare… Poco prima di Pasqua la chiamai per farle gli auguri (si dice così) e mi chiese cosa avevo in programma per quei 3 giorni… non mi ricordo cosa (ma sicuramente nulla di importante) e le girai la domanda… mi rispose che ne avrebbe approfittato per stare un po’ con sua madre che, per via del lavoro fuori, vedeva poco… Ora, sua madre stava a Torino come lei, stare da sua madre non voleva dire 24 ore al giorno, lei era ancora single, io anche, tra di noi c’era un bel dialogo, mi piaceva, forse le piacevo anch’io, io fondamentalmente non avevo un cavolo da fare, uno normale cosa fa? Come minimo quell’invito al ristorante prova a proporlo a Torino per uno dei 3 giorni!!! Ed io? Le ho fatto gli auguri ed ho messo giù… ma non perché mi fosse mancato il coraggio ma perché… in quel momento non ci ho proprio pensato!!! Il coraggio, invece, mi è mancato a richiamarla qualche ora dopo quando ho realizzato l’occasione che avevo buttato via: un conto sarebbe stato dirlo in un discorso, un altro con una telefonata specifica con premeditazione… mi sembrò troppo impegnativo e rinunciai… per sempre… visto che di lì a poco nella mia vita ci furono altre novità. L’ultima volta che la sentii non ero più libero e glielo dissi: quando mi avevano montato la cucina si erano dimenticati quel bastone per appendere i mestoli e, stranamente, quel bastone l’aveva ritirato lei... mi disse perché contava di darmelo di persona… ma quell’incontro non avvenne mai più…

 

 
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post n.62

Post n°62 pubblicato il 10 Aprile 2009 da romhaus
 
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La sportiva dell'anno

 

Non l'ho scritto io, ma lo sento molto mio...


Tutto trema. Per soli 30 secondi la terra trema. Per giorni ti hanno detto che quelle scosse che hai sentito non ti dovevano preoccupare. Che non sarebbe successo niente! Bugie. Una ragazza di vent'anni è stata trovata sotto le macerie con la felpa, pronta a fuggire. Aveva detto ad un'amica: "alle prime scosse corro!" Non ce l'ha fatta e con lei centinaia di altri esseri umani. Con la felpa. Come se ti potesse far correre come il vento. Uomini, donne, bambini. La casa dello studente de L'Aquila si è portata dietro molti giovani che non hanno potuto coronare il loro sogno. Laurearsi e vivere. Una ferita aperta ancora una volta. Friuli, Irpinia, Umbria... quelli che io mi ricordo. E non sono matusalemme, non ho mille anni. Adesso Abruzzo ma nulla è cambiato. Ti dicono che la stessa scossa in California o in Giappone non avrebbe mietuto tante vittime. Cazzo. Fa riflettere. Ma allora da noi la vita umana non vale nulla. Adesso sono tutti lì. Destra e sinistra a dire che i soccorsi sono all'altezza della situazione. Andatelo a dire alla ragazza di vent'anni. Prima le hanno detto di non preoccuparsi che non sarebbe successo nulla e lei si è difesa da lor signori con la sua fantastica felpa. Non è servita ma per me lei è la sportiva dell'anno...

 
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post n.61

Post n°61 pubblicato il 22 Marzo 2009 da romhaus
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TEMPI MODERNI


Notava quell’osservatore di mio padre che una volta le donne sugli autobus passavano il tempo del viaggio guardandosi con uno specchietto e truccandosi mentre adesso stanno sempre col cellulare davanti a digitare e ad inviare messaggini…  non tutte però, c’è anche chi si dedica ad altro…


Mi trovavo sull’autobus che, dopo una giornata di lavoro, mi avrebbe riportato a casa… era pieno e non ero riuscito a trovare di meglio che appoggiarmi con la schiena ad una delle due “pareti” a spigolo che delimitano lo spazio riservato all’autista. Anche un’altra persona sembrava aver avuto la mia stessa idea, appoggiandosi all’altra parete. Anzi, quando si era appoggiata l’avevo sentita scontrarmi leggermente il sedere col suo e, pensando le servisse spazio, mi ero un po’ spostato avvicinandomi ad una signora anziana seduta nel sedile posto dietro all’autista. Quasi subito, però, mi sono sentito scontrare di nuovo e nel poco spazio rimasto, cercando di non finire in braccio alla signora seduta, mi sono spostato ancora un po’. Tutto inutile… ho sentito, anzi, questo culo che continuava a scontrare il mio e ad appoggiarsi tranquillamente come se niente fosse… Con la coda dell’occhio ho visto che il culo in questione apparteneva ad una donna più giovane di me, ma non sono riuscito a vederla in volto. Ho provato un’ultima manovra per staccare il mio sedere dal suo ma è stato tutto inutile: quella donna aveva deciso che il suo viaggio avrebbe dovuto continuare col suo culo appoggiato al mio ed anzi, quasi a giocare un po’, di tanto in tanto ho sentito che lo staccava per poi arrivare a scontrarmi di nuovo con un po’ di velocità come a voler col suo sedere schiaffeggiare il mio… Capito che per me l’alternativa sarebbe stata sistemarmi in un altro posto, ho deciso di non muovermi da lì per vedere costei dove avrebbe voluto arrivare: ed infatti, una volta appurato che da lì non mi sarei più mosso, con movimenti quasi impercettibili, il viaggio è continuato col quel culo appoggiato al mio che sembrava strofinarsi delicatamente… Qualche secondo prima che l’autobus effettuasse la fermata precedente la mia, all’improvviso il distacco… forse per  lei sofferto e, finalmente, per me la resa dei conti. Avrei potuto vederla in volto (e lei me, semmai non l’avesse ancora fatto!)… L’autobus si era ormai quasi svuotato e lei si era andata a sistemare di fronte alla porta centrale, che qui a Genova è quella prevista per la discesa, con lo sguardo rivolto dalla mia parte, guardando però apparentemente nel vuoto…  L’ho fissata e finché non è scesa non le ho tolto gli occhi di dosso: non era particolarmente bella anche se assomigliava molto a Fiorella Mannoia quand’era più giovane (a parte che aveva il mento molto largo). Ero curioso di vedere fino a che punto si sarebbe spinta con la sfacciataggine, magari con un sorriso o con un cenno, ma… o non le sono piaciuto, o lei aveva già fatto tanto che si aspettava che fossi io a seguirla, o la sua soddisfazione l’aveva già avuta facendo il culo morto…

 
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post n.60

Post n°60 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da romhaus
 
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NON E' KAKA'...
(ma ci può pure andare)

Ho una cugina di primo grado che anni fa ha sposato un calciatore… ma non un calciatore dei campetti di periferia ma un calciatore che ancora oggi gioca in Serie A… un bravo calciatore di quelli che hanno fin “rischiato” la nazionale maggiore…
Mia cugina è cambiata… le sono pure cresciute le tette e non ha più nemmeno una ruga… in televisione, ospite a “Quelli che il calcio”, parla con la Ventura chiamandola “Simo”… mi dicono che in casa abbia un lungo corridoio pieno di scarpe allineate al muro e che tante non se le sia mai messe…
Una volta ero curioso di conoscere un calciatore vero, di quelli che si vedono in televisione o andando allo stadio… magari per il solo gusto di fargli qualche domanda stupida come fanno i giornalisti…
Forse vi chiederete com’è fuori dai campi di gioco un calciatore e magari mio cugino acquisito in particolare… ed io cosa caspita vi posso rispondere? Tra i parenti di mia cugina nessuno ha mai avuto il piacere di incontrarlo!
Pare che lui con i “poveri” non ci voglia stare…

 
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post n.59

Post n°59 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da romhaus
 
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Un pezzo di luna è caduta nel pozzo
e gli schizzi son finiti in faccia a me…

 

- Piove… piove a dirotto… acqua torrenziale… c’è un negro nudo… completamente nudo… che entra in un bar… - “Punto e basta” sentenziava una voce fuoricampo e l’immagine di un Gino Bramieri perplesso sfumava e la puntata della trasmissione finiva… Ero poco più che un ragazzino e mi piacevano le barzellette del compianto Gino e seguivo con attenzione tutte le puntate del suo show televisivo “Punto e basta”. Il finale mancato di questa barzelletta però mi perseguitò per diverse settimane. Ero sicuro che nell’ultima puntata lo avrebbe enunciato e che finalmente la mia curiosità sarebbe stata soddisfatta. Alcuni miei compagni di scuola mi dicevano di conoscerlo e qualcuno aveva anche provato ad anticiparmelo ma era come se non lo sentissi… io volevo sentire il finale vero raccontato in televisione da Gino Bramieri. Ed eccola finalmente l’ultima puntata, quella che per me era stata vissuta un po’ come una finale della coppa del mondo… ed ecco la sigla finale in cui il Gino dopo aver raccontato altre barzellette ripeteva per l’ennesima volta quella del negro nudo… Anche stavolta la voce fuoricampo era intervenuta con l’implacabile “Punto e basta” però stavolta il Gino si imponeva e diceva che doveva dire il finale e lo faceva “… che entra in un bar e ordina: un bianco secco per favore!” Ora, lasciamo perdere che sicuramente non è la migliore barzelletta della storia però cosa c’entrava il negro nudo col bianco secco? In un bar mica vendono bianchi! E poi perché secco? Se il negro era un cannibale e aveva fame, magari il bianco lo avrebbe ordinato bello cicciottello! Capii il finale della barzelletta (e ne superai il trauma) diversi anni dopo quando finalmente anche per me il bianco secco non fu soltanto un uomo magro… e naturalmente non potei fare a meno che auto-canticchiarmi: “Tarataratà! Tarataratà! Figu’ de merda!!!”

 

 
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post n.58

Post n°58 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da romhaus
 
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...il mio blog

 
Ho ricevuto un messaggio da una persona che non conosco… un messaggio le cui parole erano contenute qua e là anche in altri messaggi ricevuti nel tempo… qual è la particolarità di questo messaggio? Semplice: il fatto che questo messaggio me l’abbia scritto un Uomo!

 
ciao
Ho letto il tuo blog (non per paura della minaccia...)
Non so se ti puo' far piacere, mi sembri una delle poche persone normali rimaste al mondo.
Condivido praticamente tutto cio' che hai scritto.
Sai, io sono padre di tre figli e nel corso della mia vita ho maturato molte cose, fra le quali l'importanza della vita umana!
Resto ancora scandalizzato quando i mass media ti tediano con la protezione quasi ossessiva degli animali e ad averne la massima cura (non che sia sbagliato), ma a mio avviso prima viene "l'uomo", i suoi bisogni essenziali, la sua preziosa vita.
E' bello e vero cio' che scrivi e ti ringrazio per averlo fatto.
Chi interrompe una gravidanza non si rende conto del grande crimine contro la vita (ma i mass media questo non lo dicono...), anzi studiano come fare per poter avere un figlio maschio, piuttosto che femmina, biondo o moro...
Un caro saluto
 
the.Foxdgl… grazie di cuore…
tanti auguri di ogni bene per te e per la tua bellissima famiglia.

 
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post n.56 e n.57

Post n°57 pubblicato il 19 Dicembre 2008 da romhaus
 
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Aspettando Natale e...

I regali da fare (spesso inutili) ed il pranzo luculliano con i tuoi (magari perché glielo “devi”) e poi il pensiero di Capodanno, dove andare e come vestirsi… che problemi, eh!?
Qualche giorno fa, sfogliando il Televideo della Rai in una delle pagine dedicate alle “Culture”, sono incappato in questa cosa:

“Circa 200 milioni di donne, ragazze e bambine, sono demograficamente sparite. Si tratta di uno dei più crudeli e reiterati crimini contro l’umanità: l’eliminazione di bambine solo perché di sesso femminile. Per molte la selezione avviene già prima di nascere, con aborti selettivi decisi in base al genere: Cina, Corea del Sud, India e Nord Africa i Paesi in cui queste pratiche sono maggiormente diffuse. Ma tutto ciò non è sufficiente: almeno 3 milioni di donne ogni anno sono uccise perché femmine. Il primato di questi delitti appartiene a Paesi islamici: in Pakistan almeno 3 donne sono uccise ogni giorno per motivi di “onore” e gli assassini restano sempre impuniti.”

Buone feste a tutti!!!

 

"A Natale bisogna sapere che il Bambino che nasce:

è un extracomunitario perché è un palestinese di Nazareth;
è un emigrato in Egitto perché perseguitato politico e religioso;
è ebreo di nascita e ricercato per essere eliminato;
è un poco di buono perché figlio di una ragazza madre, appena adolescente;
è un fuorilegge perché è clandestino e ricercato dalla polizia;
è poco raccomandabile perché frequenta lebbrosi e prostitute;
e che questo Gesù è un laico atipico e controcorrente.

Chiediamo perdono al Signore se talvolta non l’abbiamo pensato…"

 
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post n.55

Post n°55 pubblicato il 23 Novembre 2008 da romhaus
 
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I cacciatori e le fate

Chissà se curiosando nei blog vi è mai capitato di leggere un post che vi sarebbe piaciuto aver scritto, perché contiene un qualcosa che sentite vostro. A me è successo e quello che ho rub… ehm! preso in prestito dal blog "Tra parentesi" di Papermoon68 col suo permesso, ritengo in assoluto essere un piccolo grande capolavoro (vi sfido a segnalarmi un post più bello in tutta la community!)

C'era una volta un mondo abitato da cacciatori e da fate. Non solo bianchi e non solo neri, non solo maschi e non solo femmine, insomma nessuna distinzione tra loro se non quella di essere cacciatori o di essere fate. Alla nascita nessuno avrebbe potuto dire se apparteneva alla prima o alla seconda categoria poiché non c’era alcun segno che potesse differenziarle; né l’aspetto, né la condizione di vita e nemmeno l’intelligenza, che pur variavano in modo così disomogeneo in quel mondo, dimostravano che un essere fosse cacciatore o fata. Era la Natura a deciderlo. E quando e come più piaceva a lei.
Le fate possedevano la sensibilità di rabbrividire al soffio del vento e gli occhi in grado di vedere oltre il mare; i cacciatori possedevano il coraggio di affrontare il tuono e la musica per accarezzare i sogni. Le fate cercavano uno scudo per proteggere la loro fragilità, i cacciatori cercavano una luce per rischiarare la loro solitudine. I cacciatori erano forti, le fate erano libere. Le fate si nutrivano d’amore, i cacciatori si nutrivano di… fate. Non c’era da vergognarsi o dispiacersi; non c’era altro modo di vivere, dicevano i cacciatori, e poi non era che un momento, il dolore non era poi così grande… un pezzettino di lei, della sua anima,... veniva via facilmente… nel tempo di un respiro… nell’attimo di un bacio. Sopravvivevano, sicuramente non morivano. Le fate andavano avanti, lavoravano, dormivano, sognavano, insomma tutto come prima… a parte quell’anima che avevano ceduto, che avevano venduto… che talvolta gli mancava, ma solo qualche volta, di notte, solo quando c’era tanto buio che gli occhi non potevano più vedere oltre il mare, quando faceva tanto freddo da non sentire più il vento e quando la libertà faceva paura.
La Natura giocava strani scherzi ai cacciatori e alle fate, spesso faceva sospirare la sua decisione, confondeva le idee, modificava gli eventi e si divertiva nel sorprendere le sue creature ribaltando le loro convinzioni. Certo nessuno sapeva chi sarebbe stato prima che la Natura lo decidesse, ma il carattere, le modalità di vita, l’istinto portavano a darsi un’abbozzata definizione e comunque poi la prova sarebbe arrivata.
Per lui la Natura aveva già deciso: cacciatore. Era il suo ruolo e lui lo sapeva, così come conosceva il suo destino di nutrirsi di fate. Quando la incontrò la vide così bella e così dolce che pur non conoscendola la avvicinò. Capì subito che non era una fata come le altre ed attribuì quella sensazione al fatto che probabilmente lei non sapeva ancora di esserlo, la sua prova ancora non era arrivata. Tutto s’illuminava se c’era lei e con lei riusciva a sentire sulla sua pelle persino il vento; per lei apriva i sogni con la sua musica e per lei sfidava il tuono. Aveva conosciuto tante fate, alcune gli avevano venduto la loro anima, ad altre invece l’aveva rubata: voleva che lei gliela donasse. Quel giorno quando le fu accanto pensò che fosse arrivato il momento: il suo viso, che gli sorrideva, si specchiava nei suoi occhi. Li socchiuse mentre avvicinava la sua bocca a cercare quelle labbra che sembravano così morbide. Sarebbe stato un attimo, solo poco dolore nel momento del distacco, almeno così gli avevano raccontato: che ne sapeva lui del dolore che provano le fate? Troppi pensieri… perché rovinarsi quel momento stupendo?! La baciò. Era quello che pensava: una dolcissima tempesta lo avvolse. Ma ad un tratto una fitta nel cuore, un dolore acuto che continuava sempre più forte. Sconvolto gridò cos’era, ma in un attimo non ebbe nemmeno più la forza di gridare perché il dolore tremendo gli toglieva il respiro. Senza più la forza di muoversi, senza più la forza di parlare, alzò gli occhi e guardandola riuscì solo a chiedersi come aveva fatto a sbagliare, mentre lei invece si stupiva del risultato della sua prima prova: "cacciatore".

 
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post n.54

Post n°54 pubblicato il 11 Novembre 2008 da romhaus
 
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LUI, LEI E… L'ALTRO!


Papà cosa facciamo oggi?
Adesso giochiamo un po' insieme, poi stasera andiamo a mangiare la pizza… ci saranno anche alcuni tuoi amichetti!
E c'è anche Serena?
Sì Fabrizio, c'è anche Serena…
Sai papà, mi piace tanto Serena e quando saremo grandi vorrei sposarmi con lei!
E' sempre la tua fidanzatina?
No papà, adesso lei cerca sempre Elia e con me ci sta poco…
Elia è un tuo amico, ma tu ci tieni così tanto a Serena?
Sì papà, a me piace Serena e vorrei tanto tornasse a stare con me…
Allora Fabrizio, devi incominciare a farle la corte!
Papà, cosa vuol dire fare la corte?

 


Cosa vuol dire fare la corte? Ho sospirato: in un attimo ho mentalmente ripercorso la mia vita… e poi mentre glielo spiegavo, pur con parole semplici, ho visto che mi guardava con aria sconvolta… di certo ha già realizzato che se tieni davvero tanto ad una persona c'è molto da fare e tanto da soffrire…

 

 
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