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Giappone: il muro della vergogna dei giornalisti


Lo hanno chiamato il «il muro della vergogna dei giornalisti», tanto per non lasciare spazio ad equivoci. E' uno spazio online che raccoglie segnalazioni dettagliate di servizi televisivi e articoli della stampa internazionale che diffondono «un'informazione inattendibile e sensazionalistica» – quando non «palesemente falsa» – sulla situazione post terremoto in Giappone e sulla crisi nucleare di Fukushima.L'iniziativa è di un blogger giapponese, che usa parole poco tenere verso i giornalisti che si limitano a diffondere paura senza dire come stanno esattamente le cose e che in questa bacheca degli orrori vengono sbugiardati senza pietà.BUFALE E STRAFALCIONI - Gli esempi sono decine: si va dal titolo strillato a tutta pagina che incita genericamente al panico, mostrando un uomo con indosso una maschera antigas – totalmente fuori dal contesto - , alla descrizione di Tokyo come «città fantasma, in cui si muovono gli ultimi zombie, pronti all'esodo di massa». O ancora, articoli in cui un'ipotesi assurge a dato di fatto, come la nuvola radioattiva che avrebbe dovuto raggiungere le coste americane venerdì o l'imminenza di un'esplosione nucleare. Poi ci sono le vere e proprie gaffe, come quella di France 2, che parla di reattore nucleare di Hiroshima, la città distrutta dall'atomica nel 1945, per riferirsi all'impianto di Fukushima. Sono soprattutto i «banner» (ovvero i titoli che scorrono sotto le immagini) delle reti all-news a finire nel mirino, perché «spesso riprendono voci non confermate, senza verificarle».LE MAIL - Gli utenti del sito hanno a portata di clic gli indirizzi delle autorità che nei diversi paesi garantiscono una corretta informazione. Ma c'è spazio anche per i pezzi e i reportage ben fatti, come quelli del New York Times. «Nessuno mette in discussione la gravità della situazione e i rischi ma alcuni falsi allarmi della stampa ricordano quelli che si verificarono durante l'epidemia di SARS a Hong Kong» spiega Joi Ito, guru del web e tra i creatori di Flickr. Un caso su tutti: molti media internazionali hanno equivocato le parole del portavoce del governo Edano e hanno dato la notizia dell'evacuazione del personale dell'impianto di Fukushima che, invece, era stato semplicemente trasferito in un'altra area della centrale. Un equivoco che prima di essere chiarito ha scatenato grande paura nella popolazione giapponese, che non capiva perché le televisioni nazionali raccontassero di una storia ben diversa. Non è una questione di orgoglio patriottico.AUTOMISURAZIONE - I giapponesi sono i primi a prendere con le molle le notizie che arrivano dalla Tepco e dalle autorità governative. «Ma finché ognuno potrà misurare autonomamente i livelli di radioattività non è possibile nascondere alla gente come stanno le cose» sostiene Ito. Al momento del sisma, lui era in volo verso gli Emirati Arabi, per partecipare a una conferenza dedicata al web. Ha quindi vissuto sulla sua pelle la distonia tra le notizie di alcuni organi d'informazione e i racconti dei suoi amici e dei suoi parenti a Tokyo, contattati attraverso la Rete e testimoni di uno scenario ben diverso da quello dipinto da molti giornali e tv. «A quanto ne so io, nella capitale la situazione è abbastanza normale e oggi la maggior parte dell persone è regolarmente al lavoro» racconta Ito, che è ancora negli Emirati. Negli ultimi anni ha girato il mondo e ha vissuto ben poco in Giappone. Ora dice di aver una gran voglia di tornare a casa. «Valuterò nei prossimi giorni, ma credo proprio che rimanderò il viaggio che avevo in programma negli Stati Uniti».