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LUISELLA COSTAMAGNA E LE STORIE DELLE SUE "PADRETERNE". Con "Noi che costruiamo gli uomini"


Noi che costruiamo gli uomini è un breve saggio (ma corposo percontenuti) di Luisella Costamagna, anticipato da un prologo nel qualela popolare giornalista, basandosi su dati e sondaggi in suopossesso,ci rende edotti riguardo il fatto che l'Italia è ancora unpaese poco evoluto circa  l'universo femminile : la politica non èroba per donne, è giusto che sia l'uomo a lavorare e a portare i soldia casa etc...Questo secondo il sentire comune o meglio, nel parere diuna parte cospicua di abitanti del Bel Paese.Quindi una serie che sembra quasi infinita di esempi di riscattofemminile. Ovvero donne che, liberatesi dal giogo di mariti padroni,stalker o da situazioni perdenti in partenza, ottengono dei lusinghieririsultati in società, talvolta conseguendo più di una laurea eincarichi importanti e prestigiosissimi...Va detto che il libro è scritto benissimo e rivela una grandepartecipazione emotiva.I difetti: una certa retorica, unita alla descrizione veloce emirabolante di gesta e affermazioni; come nel caso di Mariangela,figlia di una madre psicotica, che diviene insegnante universitariadopo un picaresco cammino.I risvolti delle trame spesso appaiono immaginifici, condensati inmaniera veloce, tali da fare apparire questi esempi di donne delle autenticheWonder Woman. Manca solo la maga che canta Bibbidi bobbidi bu. Tra le storie peggiori, quella di Caterina, 47 anni, che non vuoleassolutamente figli, scelta condivisa dal coniuge. Buon pro le faccia:ma perché dedicare a ciò un intero e intenso  capitolo?Sembra che poi, nelle ultime storie, Costamagna abbia quasi avutofretta di concludere, con marginalità minimali e minimaliste come quelladella notaia Lavinia o della peruviana Bertha.Tra gli episodi che rimangono più impressi, quello di Patrizia,violentata a 14 anni da un compagno più grande e che diventerà dipendente di eroina dapprima, di cocaina poi, grazieanche, si fa per dire, all'amicizia con un mafioso e spacciatore, lacui contiguità la porterà a scontare anni di galera , con accuse  ingiuste.Tra le vicende più riuscite e vivide, quella di Bruna, massacrata dalsuo Principe Azzurro. Pleonastica quella di Cecilia, attrice anche conAlberto Lupo e poi diventata giornalista dell'Unità.Luisella Costamagna ha mirato molto in alto; con questi  suoi esempi    diclamoroso riscatto ha voluto dirci, "ma avete visto quello di cuisiamo capaci"?In questa deriva sociologico-intellettuale la giornalista ha peròcommesso un errore, ovvero quello di consegnare al lettore del materiale forzato che fa apparire molte delle protagoniste come"Padreterne", lontane dunque dalle donne comuni.ROMOLO RICAPITO