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ANNABELLE, recensione di ROMOLO RICAPITO


di Romolo RicapitoBARI, 3 OTT. - ANNABELLE è un horror a basso costo diretto dall'oriundo John R. Leonetti, allievo del direttore di fotografia italiano Vittorio Storaro. In esso si narra l'antefatto di quanto mostrato in The Conjuring-L'evocazione, che fu campione d'incassi anche in Italia. Il trait d'union tra le due pellicole dovrebbe essere una bambola orribile, oltre che gigantesca: Annabelle. Questa bambolona sarebbe posseduta dall'anima di una bimba rimasta orfana. La prima parte si volge a Santa Monica, California, in un'atmosfera di attesa. Una giovane donna incinta, Mia (la bionda Annabelle Wallis, un incrocio tra Nastassja Kinski e Lorella Cuccarini ) assieme al marito John (Wand Horton, una specie di giovane Dottor Kildare come aspetto, misto all'estetica del presentatore italiano Massimiliano Ossini) inaugura una nuova casa. Lui è uno specializzando in medicina, lei non fa nulla. L'ambientazione risalirebbe ai tardi anni' 60, in quanto in un filmato trasmesso in tv, Mia segue le cronache in bianco e nero riportanti il Massacro di Bel Air , 1969. Sullo schermo si intravede anche il criminale Charles Manson. Gli autori si sono ispirati al film di Roman Polanski Rosemary's Baby. E non a caso, il nome della protagonista (Mia) riecheggia quello dell'attrice principale di quel film: Mia Farrow. Mentre il coprotagonista di quell'opera era John Cassavetes: anche il marito del film allora si chiama John. Nonostante il budget ridotto, "Annabelle" si distingue per una certa eleganza formale e accuratezza nelle inquadrature. La citazione del massacro di Bel Air ha una sua "riproduzione" sullo schermo con un'aggressione che Mia subisce in casa da parte di una coppia di mezzi invasati, un uomo e una donna. Le citazioni si succedono inarrestabili : il film sembra un po' l'Esorcista e un po' Amytiville Horror, oltre al già citato Rosemary's Baby. Ma la sceneggiatura non sviluppa un'identità propria e questo si rivelerà un disastro nella seconda parte del film: Annabelleinfatti si dimostra un flop annunciato perché noioso non soltanto come horror, ma proprio come film a sé stante. Si parla di sette, come quella che una certa giovane Annabelle ( che ammazzò i genitori) frequentò. Queste sette sono ovviamente ricettacoli di satanisti. . E membri della setta sono appunto la figlia degli Higgins (i vicini massacrati) e il di lei compagno, "assassini nati". Decisamente i particolari, la confezione, gli arredi etc...superano la vicenda stessa. Ad esempio, la protagonista segue alla televisione in bianco e nero la soap opera General Hospital e un programma a colori nel quale i comici parlano della nostra Sofia Loren. Tutta l'esteriorità conseguente è piacevole, ma come un involucro di lusso e stop. Pare che, in maniera allargata, gli ideatori si siano sbizzarriti a organizzare un insieme di luoghi comuni rivestiti di vintage, il tutto più per un gusto autoreferenziale e narcisista da cinefili che da veri cineasti. E dunque l'intera operazione -"Annabelle"è definibile come un'esercitazione di un gruppo di appassionati del cinema anni Sessanta, che tentano scioccamente di riprodurre e reintrodurre nel cinema del 2014, con risultati davvero ibridi. Ad esempio, si è cercato di ricreare nei dettagli, con l'utilizzo di una carta da parati scura. ambienti paurosi o d'epoca. Non a caso tra l'altro , il film ispiratore (Rosemary's Baby) fu ambientato al Dakota House, celebre residenza che ospitò il Beatle John Lennon, ucciso sulla soglia di casa da un folle nel 1980 . Questa sinistra magione di New York è riprodotta in una sorta di succedaneo , i Palmeri Apartments, un sinistro residence di appartamenti a Pasadena, dove la coppia si rifugia nella seconda parte. La Chiesa Cattolica nel corso dell'intreccio è intesa come "ultima spiaggia", ovvero la soluzione per quei problemi che non possono essere risolti razionalmente, . ma con la forza dello spirito... Nell'ultima mezz'ora la debacle è evidente. Sino a quel momento, la bambola disgustosa che doveva muovere l'intera rappresentazione è stata inattiva, come un soprammobile inutile , vigile e muta a fronte dei tanti accadimenti sgradevoli. C'è poi una libraia di colore (Evelyn) che definisce se stessa "anziana", interpretata da Alfe Woodward. Ma in realtà è sui 55. La Woodward più che una libraia sembra la "fattucchiera buona" che vuole risolvere l'enigma del film, improvvisandosi come una specie di esorcista. Qui è presente un'altra mezza citazione: la Whoopi Goldberg di Ghost. L'attrice di colore è la cosa migliore del film come pura recitazione: non a caso, ha nel curriculum una nomination all'Oscar e un Golden Globe vinto assieme a numerosi altri premi. Sorge, più che il dubbio, la certezza, che gli sceneggiatori siano stati abili, ma soltanto nel copiare e nel riproporre una minestrina, neppure tanto riscaldata, ma raffreddata da una suspence insufficiente, che non può essere sorretta per tutta l'ora e mezza scarsa di durata. E' per questo che Annabelle si delinea alla fine come un film non riuscito e davvero indegno dell'ispiratore, l'Evocazione. E quello che è peggio, deluderà i numerosi appassionati che già si stanno precipitando in sala a vederlo, sperando in brividi di paura, che però in sala diventeranno di freddo, per l'aria condizionata ancora accesa nonostante sia ormai.autunno...ROMOLO RICAPITO