romolo ricapito

Chiamatemi Francesco, pro e contro la pellicola di Luchetti


Il film "Chiamatemi Francesco" di Daniele Lucchetti sta richiamando molti spettatori al cinema.Altri, parecchi, si astengono dal farlo, non per una preclusione ideologica, ma perché non invogliati.Papa Francesco lo vediamo tutti i giorni in tv. Lo sentiamo e quasi lo tocchiamo.L'idea di testarne il mito col cinema è forse troppo in anticipo sui tempi, o perlomeno bolla l'opera come pleonastica."Pesante, inutile, poco interessante" sono i giudizi forse ingenerosi ma sinceri di molti miei amici e conoscenti.Non ho voglia di vedere quest'opera, non mi attrae.Non pagherò il biglietto al cinema.Forse, ma non è sicuro, seguirò al film in tv.Avvicinarsi al sacro tramite film, sceneggiati, fiction è un terreno minato.Forse perché lo hanno fatto già in troppi, sceneggiatori e registi, non sempre in maniera convincente.Retorica è la parola che più mi viene in mente in questi casi.Rigetto la reazione istantanea, quasi spontanea, alla proposta dell'uscita del film-evento il 3 dicembre sulla figura del già mitico Jorge Bergoglio.L'essere cattolici o agnostici non c'entra. E' un rifiuto, magari immotivato, di certe operazioni artistiche, in odore di "commerciale".ROMOLO RICAPITO