La favola di Marcello Fonte, un attore che sembra un "nipote" del neorealismo e ha ottenuto il premio come migliore attore a Cannes per Dogman, film considerato da molti (ingiustamente, senza averlo visto) come truce, ma che invece è poetico e meno violento di altri, laddove la violenza è necessaria per mostrare il male che vuole corrompere gli umili.Marcello Fonte nel film è Marcello, un personaggio ispirato alla cronaca anni Ottanta della periferia romana, ma rivisto e corretto in chiave artistica.Del carattere emerge l'amore per i quattrozampe, cani di tutte le razze e stazze che l'attore calabrese riesce a maneggiare e ad addestrare con grande empatia e verismo.Il Festival di Cannes ha valorizzato dunque il film più recente dell'eccellente Matteo Garrone attraverso il suo interprete, scoperto per caso, ma che sicuramente rinforza e dà lustro a un cinema italiano in fase di Rinascimento, se vogliamo prendere con ottimismo gli exploit delle nostre pellicole in terra di Francia. RR
La Favola di Marcello Fonte
La favola di Marcello Fonte, un attore che sembra un "nipote" del neorealismo e ha ottenuto il premio come migliore attore a Cannes per Dogman, film considerato da molti (ingiustamente, senza averlo visto) come truce, ma che invece è poetico e meno violento di altri, laddove la violenza è necessaria per mostrare il male che vuole corrompere gli umili.Marcello Fonte nel film è Marcello, un personaggio ispirato alla cronaca anni Ottanta della periferia romana, ma rivisto e corretto in chiave artistica.Del carattere emerge l'amore per i quattrozampe, cani di tutte le razze e stazze che l'attore calabrese riesce a maneggiare e ad addestrare con grande empatia e verismo.Il Festival di Cannes ha valorizzato dunque il film più recente dell'eccellente Matteo Garrone attraverso il suo interprete, scoperto per caso, ma che sicuramente rinforza e dà lustro a un cinema italiano in fase di Rinascimento, se vogliamo prendere con ottimismo gli exploit delle nostre pellicole in terra di Francia. RR