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"FIGLIA, TI HO GENERATA IO: SEI DI AUTENTICO SANGUE ANGLOSASSONE!"

Post n°3707 pubblicato il 08 Novembre 2010 da romolor
 

Celia Haddon è una giornalista inglese, nata nel '44. Ella ha pubblicato 34 best seller dedicati alla vita dei gatti, più tre romanzi sentimentali sotto lo pseudonimo di Carolyne Courtney. La donna ha sempre desiderato un test del Dna , per poter provare al padre di non essere "un passerotto nel nido di un prigioniero di guerra italiano", come egli amava definirla. Negli anni Ciinquanta, i ragazzi britannici non venivano introdotti all'educazione sessuale: tutto veniva spiegato con le solite storielle dei cavoli sotto i quali vengono rinvenuti i bambini, portati da claudicanti cicogne. Il padre naturale di Haddon la guardava con occhi tristi: al posto di Celia lui avrebbe voluto Celio, o meglio "Charles": insomma, un figlio maschio. Inoltre la piccola Celia era sempre a letto per le classiche malattie dei bambini come orecchioni, morbillo, scarlattina, rosolia, febbri influenzali. Sul volto del padre una smorfia disgustata. Unita a un rimprovero: ma perchè sei nata femmina e fragile?
I genitori di Celia Haddon (la madre era figlia di un professore) litigavano in casa tutti i giorni, a tutte le ore. Di notte, la piccola Celia, con la febbre a 40, si svegliava spesso  quando ormai era quasi  l'alba. Rumori dalla camera da letto: cigolii, sospiri, urla di piacere. E, subito dopo, urla di rabbia, pianti. E' così' che la giornalista ha sempre pensato al sesso come una cosa sgradevole, della quale vergognarsi.
La famigliola infelice viveva in uno sperduto villaggio del Leichestershire. Il padre di Celia passava tutto il tempo libero cacciando, pescando, mangiando in interminabili banchetti seduto a tavola con gli amici e ruttando.
Dopo la guerra, papà Haddon si diede a interminabili e spavalde partite di caccia alla volpe, durante le quali si ferì più volte, finendo quasi per rompersi l'osso del collo. Più volte non voleva nemmeno vedere i dottori e dopo un incidente serissimo, nel '74 , rifiutò l'ospedalizzazione, volendo essere portato direttamente nella sua camera da letto. Sua madre era un'intellettuale: adorava dipingere, suonare il pianoforte e flirtare coi vicini. Quando poi tre prigionieri di guerra italiani vennero assegnati alla fattoria di famiglia per dei lavori forzati, il matrimonio segnò un punto di non ritorno.
"Che uomini affascinanti e romantici"-sospirava tutto il tempo la signora Haddon, ammirando soprattutto un soldato con i capelli ricci e neri, alto, magro e dai denti bianchi e perfetti. La signora osservandolo pensava che fosse bellissimo... Dai pantaloni fuoriusciva un intenso gonfiore. La piccola crebbe dunque con la convinzione che gli italiani avessero una marcia in più rispetto ai ragazzi inglesi, efebici ed effemminati, dopo che la sua mamma le raccontò quella sensazione , di certo piuttosto peccaminosa. Il padre divenne sempre più sospettoso, sino ad attribuire alla presenza degli "intrusi" un tradimento della moglie con tutti e tre. Non era vero, pare, ma la vita di tutti divenne un inferno. Ella , incinta, si trasferì dai genitori e partorì a Cambridge. L'uomo pensò sempre che la ragazzina fosse una bastarda ma non voleva divorziare, considerando il divorzio una iattura. Anni dopo, quando la coppia effettivamente divorziò, egli soffrì molto. Avrebbe preferito una semplice separazione. E fu solo quando Celia ebbe 40 anni che sua madre tornò sulla questione della nascita: no, ella non aveva mai tradito il marito, la giornalista era la sua figlia naturale.
Cosa che d'altronde la donna aveva sempre saputo. Da adolescente cresceva con tratti somatici tipici del Nord Europa, i capelli biondi, la pelle chiara e trasparente. Non certamente con i capelli scuri e il colorito olivastro proprio delle ragazze siciliane o calabresi. Celia sembrava la sorella gemella del fratello, Merlino. Da adulti, Celia e suo padre diventarono, inaspettatamente, amici intimi. E quando l'uomo dopo un terribile infarto giacque in ospedale un anno intero, Celia fu la sua più assidua visitatrice, a parte la sua matrigna, con la quale era andata  sempre d'accordo. L'ultimo pensiero di Haddon, prima di morire, fu: perdonami figlia mia. Ti ho generata io, non un italiano!. Celia ringraziò, grata.
ROMOLO RICAPITO

 
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