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Renato Zero : mito indiscusso del panorama leggero tutto italiano e per fortuna anche genuino, a fronte di personaggi anche "attuali," ma assai costruiti.
E' bastato l'annuncio di un nuovo disco in uscita a inizio ottobre e il mondo della musica, ma non soltanto, si è come elettrizzato, forse perché si è sofferto un periodo di stanca a livello di proposte discografiche, con tormentoni spesso inutili trasmessi e ritrasmessi ovunque.
Le nuove canzoni di Zero si modellano all'attuale realtà italiana, con critiche, proposte, ironie.
Le musiche e i testi sono più vivaci, forse perché Fiacchini (il vero nome di Renato) oltre a volere fotografare certe realtà "scomode", si vuole anche divertire.
Sono lontani i tempi dell'ambiguità sessuale alla quale il nostro "eroe" veniva associato, assieme ad un altro nome nei tardi anni Settanta anch'esso molto discusso: Amanda Lear.
Adesso Renato Zero è un signore che vuole essere presente in ambito musicale, ma con una maturità e un'esperienza che lo rendono ancora pù carismatico. I suoi sorcini sono cresciuti, magari diventando... sorcioni (in quanto maturati all'anagrafe) ma Renato Zero ha mantenuto quel tocco "adolescenziale" che lo rende giovane in eterno, dunque gradito anche ai ventenni che ascoltano trappers e rappers.
Romolo Ricapito
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La posta del cuore, la classica rubrica delle lettere dei settimanali "rosa" non è più di moda.
Soppiantata dall'uso di internet e dei social, dove i consigli vengono al massimo chiesti a truppe di sconosciuti.
Ma cambia il contesto.
Negli anni 50, o 60, le domande erano più o meno queste. "Cara...etc, devo concedermi al mio fidanzato prima del matrimonio?" Oppure: "i miei genitori non approvano le mie scelte sentimentali, che devo fare?" O ancora:"se metto il rossetto i miei compaesani pensano che io sia poco seria".
Cartoline sbiadite di un'Italia che non esiste più.
Poi è arrivato il '68, con la rivoluzione sessuale e la posta del cuore, dagli anni Settanta ad oggi, è sopravvissuta, ma si sono modificati i suoi contenuti.
Adesso le coppie si conoscono spesso su internet.
La prima volta non è più un tabù.
Le persone divorziate che si riaccoppiano sono tante, così come i single, che un tempo venivano bollati come scapoloni renitenti o zitellone.
Meglio adesso o prima?
Credo che la voglia del romanticismo tout court sussista, ma mentre prima esistevano più inibizioni, ora sussistono più riserve, esigenze maggiori di partner affidabili, più freddezza, presunzione e calcolo nella stagione del cuore che con l'avanzare dell'età non si spegne, però a volte soccombe, subendo troppi stimoli che la tramutano in diffidenza e a volte ricerca smodata di un partner per non restare da soli.
ROMOLO RICAPITO
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Sfogliando oggi una rivista di gossip, ho constatato che personaggi maschili come tronisti, ballerini etc, fotografati in piscina con le loro compagne, sfoggiano braccia interamente coperte di tatuaggi, ma anche le gambe. Per non parlare del busto o della schiena.
Anche i piedi, ovvero il loro dorso, è tatuato, con grossi disegni deturpanti o scritte.
Questa cultura spopola tra i più giovani, ma anche tra i trentenni.
I vip, o i piccoli vip fanno, scuola e potrebbero essere imitati.
Trovo tutto ciò diseducativo: in televisione sono apparsi cantanti o "fenomeni" con il volto completamente tatuato, finanche di revolver e bare.
Tra la gente comune, ho visto al bar, ad esempio, sere fa, un ragazzo molto bello con la fidanzata altrettanto bella: il giovane sfoggiava anche lui braccia che sembravano un tappeto di geroglifici, decorazioni, sigle.
A mio parere il tatuaggio si può accettare come espressione di un modo di essere in alcune parti del corpo senza che diventi però deturpante o di cattivo gusto.
In quest'ottica personaggi dello spettacolo ipertatuati fanno male a dare un cattivo esempio.
Del resto gli attori del cinema sono più restii al tatuaggio, anche perché se è necessario coprirlo per ragioni di scena, occorre farlo con un robusto trucco.
ROMOLO RICAPITO
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E' questa l'estate più brutta, secondo me, a livello di canzoni,
E' risaputo che le vacanze favoriscono i motivi spensierati, ma almeno un tempo erano di qualità. Oppure ottenevano successo canzoni che, seppure non scritte apposta per essere ascoltate durante la bella stagione, risultavano lo stesso le più ascoltate su spiagge o in discoteca.
La deriva attuale è determinata secondo me da alcuni artisti che, creatori di tormentoni nelle ultime estati, hanno riproposto una canzone composta ad arte per ottenere successo, ma senz'arte al suo interno , ossia nessuna qualità nel testo o nella musica.
L'inserimento della parola playa in un testo italiano per l'estate è un classico, ma era più efficace il vecchio brano dei Righeira, Vamos a la Playa, almeno divertiva.
Qualche esempio di canzoni di qualità che hanno avuto successo in estate, purtroppo molti anni
fa: sicuramente Pazza Idea, di Patty Pravo che unisce a un testo intrigante una bella musica.
Wuthering Heights di Kate Bush, un lento suggestivo ispirato a un romanzo di Emily Bronte, dunque con una base "colta".
Risalendo a 10 anni fa, un termine di raffronto più vicino a noi, andava forte ad esempio Paparazzi, di Lady Gaga, vincitrice quest'anno dell'Oscar per la migliore canzone al cinema.
Insomma, ben altri tempi.
ROMOLO RICAPITO
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Le notizie che annoiano: i 50 anni dallo sbarco sulla Luna.
Mi rendo conto che trattasi di un anniversario importante, ma anche le celebrazioni devono essere fatte e soprattutto presentate al pubblico in modo interessante.
Il racconto va bene, il riassunto idem, le testimonianza del giornalista Tito Stagno che nel 1969 dalla tv in bianco e nero seguiva le fasi cruciali della conquista spaziale altrettanto.
Quello che stona sono i talk show con tanti ospiti ai quali dello sbarco non interessa nulla: per essi è importante invece sbarcare il più possibile sui teleschermi come esperti di tutto, dalle vacanze all'estero alla dieta mediterranea.
Che noia poi i siparietti tipo "Carosello" che annunciano l'anniversario in modo pacchiano come uno spot qualsiasi.
Si fanno largo infine i soliti presenzialisti. Per festeggiare lo sbarco, Jovanotti ha inciso a sorpresa la cover di una canzone di Gianni Togni del 1980, Luna, appunto.
Che ovviamente con gli astronauti non c'entra nulla: è una semplice canzone d'amore, molto verbosa.
Alla fine di fronte ai talk, alle dichiarazioni e alle lungaggini offerte dalla televisione, non resta che cambiare canale e osservare la luna di notte, dal terrazzo di casa. E più salutare.
ROMOLO RICAPITO
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il 13/05/2022 alle 14:32
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