grillo parlante

"La lucida follia della normalità"


Che vuol dire questo titolo?Ma semplicemente che forse il confine tra follia e normalità è così labile, che ben poco ci vuole per superarlo.
Una volta si rinchiudevano i cosidetti "pazzi" in quegli orribili lager o carceri chiamati con senso humor Sanatori o Manicomi, gente con problemi fisici e mentali o magari solo con profondi disagi di tipo economico: il miglior modo per evitare di guardare in faccia ai problemi, un disfarsi di pesi per la società, spesso fastidiosi alla vista. Ebbene le recenti notizie, ma che ormai ci tempestano da anni, su incidenti stradali ma soprattutto sugli atti criminali d'investire o causare incidenti mortali sono la conferma che forse i matti erano altrove, fuori indisturbati e liberi di colpire.Che cosa c'è nella testa di persone perfettamente normali che usano le un auto come una macchina sportiva facendola diventare un'arma impropria?Forse c'è l'abuso di alcool o di droghe, ma in fondo spesso c'è solo una grade, profonda stupidità: l'ignoranza di chi cerca di essere qualcuno di diverso da quello che è, il tentativo di staccarsi dalla mediocrità della propria vita quotidiana.E poi c'è la mancanza di freni inibitori, quelle voci che dovrebbero far comprendere a ciascuno di noi quando si supera il limite: durante la Guerra Fredda era usuale un termine, che sempre mi ha fatto un pò rabbrividire.. il "punto di non-ritorno".. era quel punto che i piloti dei bombardieri nucleari definivano quando ormai era più conveniente proseguire la rotta piuttosto che rientrare, perchè il carburante era insufficiente al tragitto di ritorno.. io credo che per l'essere umano quel punto è segnalato da una voce nel animo che ci sussurra, a volte urla disperatamente di fermarsi, di fare un passo indietro prima che accada l'inevitabile.Le voci per queste persone sono mute, o almeno afone e ne consegue che il rispetto o semplicemente la pietà verso un essere umano sia un gesto incomprensibile, estraneo al proprio sentire, e che si manifesta infantilmente solo sotto forma di "lacrime di coccodrillo", quando il disastro è compiuto.E' una strage continua, silenziosa ma sotto gli occhi di tutti, ma forse si evita di vedere, perchè fa male o da fastidio, un pò come i matti del manicomio; è ora di togliersi le bende, le fette di salame e i paraocchi e di guardare il mostro e di combatterlo, costi quel che costi prima che girare in auto, bici moto o semplicemte passeggiare diventi più pericoloso che andare a combattere in Iraq: ah, per inciso i morti in incidenti stradali in Italia in un solo anno superano di gran lunga i caduti nel paese del Golfo.