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Il gioco


Ho letto, ultimamente, una frase che mi ha fatto rifletter parecchio...Più o meno diceva così: tutti, ad un certo punto della nostra vita, abbiamo l'impulso, la voglia, di cambiar rotta, di abbandonare, alcuni  anche solo con la fantasia, quello che è il nostro quotidiano..ricominciare daccapo, con un nuovo percorso da seguire, completamente differente da quello conosciuto che ci lasceremmo alle spalle. Eppure, argomentava quella stessa frase, non ci si rende conto che, in fondo, siamo tutti come giocatori ad un tavolo da poker, con l'unica peculiarità che le carte in mano, in fondo, non cambiano..Ciò che siamo da sempre, la nostra indole, ciò che s'è formato in noi da bambini, rimane, come un marchio, uno stampo...e allora, l'unica cosa che ci resta da fare è..cambiare il tavolo da gioco...Cambiare il tavolo da gioco... Un' affermazione che può esser letta in tante maniere diverse. Può aver delle estrinsecazioni materiali molteplici, tutte accomunate dall'aver, alla base, una buona dose di coraggio per giocarsi quelle carte ad un tavolo diverso..e, soprattutto, una grande consapevolezza della totalità di esse a disposizione. Guardo me stessa e..cerco quelle carte. Molte, ormai, le conosco bene. Ne ho giocate diverse, in questi anni. Ho preso dal mazzo anche quelle che avevo timore di prendere..quelle che tentennavo a scoprire, perchè sapevo esser non favorevoli..E ho giocato alcune di esse, credendo sarebbero state proficue, rivelandosi, invece, mosse azzardate...Altre volte, ho passato la mano, per timore..troppe volte, forse.. Ma...posso davvero dire di conoscerle tutte, le mie carte? E' la mia solita insicurezza o..è la speranza che qualcuna, ancora nascosta, sconosciuta, mi attenda in quel mazzo davanti a me?