leparoledidentro

Cecità.


Quanti cambiamenti, se penso ad un anno fà.Quello che non comprendo e se son positivi o no.Non riesco davvero a fare un bilancio...Il che è strano, per una come me che, di bilanci personali, ne ha sempre fatti tanti.Forse, è la stanchezza che contribuisce a quest'impossibilità.Lo studio mi sfianca...Sarà l'aridità della materia, non lo so.Ho davanti alcune consapevolezze che non possedevo,consapevolezze che attenuano recriminazioni e timori.Le mie impossibilità di vita le avevano messe a tacere:quando non reggi come sei, ciò che sei, ciò che fai o hai fatto,tutto ciò che di bello possiedi scompare ai tuoi occhi...Diventi cieca...Una cecità "bianca": non vedi il buio..ma solo tanto bianco..Un piatto e inesorabile biancore, che sembra prendersi gioco di te:c'è la luce..ma a te non serve..perchè nulla ha contorni..spessore.Le mie impossibilità tendevano ad inasprire la visione del presente.Ora, ho compreso che permetter loro di creare tale cecitàè come permettergli di controllarmi, guidarmi verso l'autodistruzionedi ciò che di buono ho..E ho tanto di buono, in questo momento..Lo so bene.L'unica cosa che non so è quanto questa consapevolezza possa essermi di stimolo. Per il presente e il futuro.Perchè il pericolo più grande è l'assenza di stimoli, per me.E' l'assenza di essi che mi porta a commetter errori di valutazione,mi porta a ripiegarmi, a rinchiudermi in una solitudine dell'animosenza ritorno...senza medicina.