OGGI, 10 MARZO, MORIVA ... Placido Rizzotto (
Corleone,
2 gennaio 1914 –
10 marzo 1948) è stato un
sindacalista italiano, rapito e ucciso dalla
Mafia. ...E NOI LO RICORDIAMO
Nacque a
Corleone da Giovanna Moschitta e Carmelo Rizzotto. Primo di sette figli, perse la madre quando era ancora bambino. In seguito all'arresto del padre, con l'accusa di far parte di un'
associazione mafiosa, fu costretto ad abbandonare la scuola per occuparsi della famiglia.Durante la
seconda guerra mondiale prestò servizio nell'
esercito sui monti della
Carnia, in
Friuli-Venezia Giulia, con il grado di caporale prima, di caporal maggiore poi e infine di sergente. Dopo l'
8 settembre si unì ai partigiani della
Brigate Garibaldi come
socialista.Rientrato a
Corleone al termine della guerra, iniziò la sua attività politica e sindacale. Ricoprì l'incarico di Presidente dei reduci e combattenti dell'
ANPI di Palermo e quello di segretario della Camera del lavoro di Corleone. Fu esponente di spicco del
Partito Socialista Italiano e della
CGIL.Venne rapito nella serata del
10 marzo 1948, mentre andava da alcuni compagni di partito, e ucciso dalla
mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l'occupazione delle terre. Mentre veniva assassinato, il pastorello
Giuseppe Letizia assistette al suo omicidio di nascosto e vide in faccia gli assassini e per questo venne ucciso con un'iniezione letale fattagli dal boss
Michele Navarra, il mandante del delitto di Placido Rizzotto.Le indagini sull'omicidio furono condotte dall'allora capitano dei Carabinieri
Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sulla base degli elementi raccolti dagli inquirenti, vennero arrestati
Vincenzo Collura e
Pasquale Criscione che ammisero di aver preso parte al rapimento di Rizzotto in concorso con
Luciano Liggio.Grazie alla testimonianza del Collura fu possibile ritrovare il corpo del sindacalista, che era stato gettato da
Liggio nelle
foibe di Rocca Busambra, nei pressi di
Corleone. Criscione e Collura, insieme a
Liggio che rimase latitante fino al
1964, furono assolti per insufficienza di prove, dopo aver ritrattato la loro confessione in sede processuale.