LIBERA VOCE

LETTERA DI GIAN ETTORE GASSANI


www.dinogassani.it Ho dedicato questo nuovo sito a mio padre, Dino Gassani. Ero ancora un ragazzo quando mio padre morì, ma quei pochi anni che ho vissuto con Lui sono ancora vivi nella mia mente e nel mio cuore. Mi hanno dato la forza di andare avanti e non mollare mai.Così come è indelebile il ricordo di quanti hanno conosciuto mio padre. Non intendo dire molte cose qui. Più che un figlio d’arte mi sento un orfano d’arte. Ho dovuto ricominciare daccapo, riaprire uno studio dopo tanti anni e ritornare da Roma dove mi sono laureato. Non è qui che intendo approfondire la storia di Dino Gassani.L’ho già fatto in altre sedi pur non riuscendo a mantenere il giusto distacco. Mi riporto ad un piccolo libro che ho scritto in onore di mio padre, intitolato “Dietro un uomo” che pubblicai nel 1987, quando avevo 24 anni. Un libro piccolissimo, quasi un album di famiglia, intriso di ricordi e di tristezza che raccontava la storia di un uomo, partito da zero, che aveva onorato, con classe e stile, la sua toga in nome della quale scelse di morire nel lontano 27 marzo 1981. Papà è stato un martire dell’avvocatura.Così hanno scritto in tanti. Per papà la toga di avvocato era tutto! L’ultima frase che fu trovata sulla sua scrivania, la sera della sua uccisione, diceva: “Non posso perdere ogni dignità”. Queste le sue ultime parole, il suo vero testamento per chi si accinge a fare l’avvocato, professione da affrontare come una missione e non come un ripiego. E questa frase è la sintesi di Dino Gassani, di un’avvocatura antica, inimitabile.Ringrazio ancora il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, quando nel 1988, decise di intitolare l’aula consiliare a mio padre e, per l’occasione, venne l’avv. Franzo Grande Stevens, allora Presidente del Consiglio Nazionale Forense.Ma sono state innumerevoli le iniziative in memoria di questo avvocato, la cui passione ed eloquenza, a detta di tutti, appartengono all’avvocatura tutta e non solo a quella salernitana. In questi anni, senza mio padre, ho lottato da solo con tutte le mie forze, sacrificando anche la mia vita privata ed i miei affetti, pur di onorare la memoria del mio genitore. Dovevo farlo.Non potevo limitarmi a ricordarlo o, soltanto, a rimpiangerlo. Era l’unico modo per sdebitarmi con Lui e per dare un senso al suo sacrificio e al mio essere figlio. Era l’unico modo per mettere in pratica i suoi insegnamenti. Credo di essere riuscito, almeno in parte, in tale impresa, pur dovendo fare i conti con una realtà difficile come è quella di una provincia. Vivrò tutta la vita pensando a Lui così come farà il mio adorato figlio che porta il suo nome e che un giorno capirà quali sono le sue radici. GIAN ETTORE GASSANI