Aveva 14 anni, morì per una pallottola vagante in uno scontro tra camorristiOra in un libro i suoi segreti. Con una profezia: "Il quartiere dove vivo è a rischio"Il diario di Annalisa, uccisa per errore"Vorrei fuggire, a Napoli ho paura"di CONCHITA SANNINO Annalisa DuranteNAPOLI - "Vivo e sono contenta di vivere, anche se la mia vita non è quella che avrei desiderato. Ma so che una parte di me sarà immortale". Annnalisa sorride dal risvolto di copertina. Bionda, il volto d'angelo, ma lo sguardo di "scugnizza" catturava il presente con parole di mesta e tagliente lucidità, quella che tocca in dono ai bambini. "Cari genitori, quando Pasqua sarà veramente festa di Rinnovamento, papà avrà un lavoro vero e noi andremo via da Forcella": ecco cosa scriveva, sei mesi prima di esser uccisa, Annalisa Durante, la quattordicenne caduta nei vicoli dell'antica Vicaria, il 27 marzo 2004, in uno scontro a fuoco tra camorristi. Era un sabato sera, una pallottola vagante la centrò alla testa mentre si tratteneva sotto casa. Scapparono tutti, lei non ci riuscì: la madre si affacciò e vide i capelli color miele della secondogenita impregnati di sangue, gli occhi verdi già spenti. A leggere, oggi, i suoi appunti di fanciulla raccolti in un libro dai passaggi toccanti - "Il diario di Annnalisa", Tullio Pironti editore, a cura di Matilde Andolfo e Mario Fabbroni - affiora il testamento di un'adolescente che tentò invano di sottrarsi al destino. E che continua a esser simbolo dell'attesa di riscatto, oltreché immagine inesorabile di dolore e culto popolare. Decine di lettere e telegrammi, sul suo sepolcro peluche o odore di talco. Messaggi da New York a Santiago del Cile, da Barcellona al Texas. "Un giorno diverrò grande. Eppure non riesco a immaginarmi. Forse me ne andrò, forse no. Mi mancherebbe le gite, la pizza che porta papà dopo il lavoro. Adoro la pizza fritta", scrive nel diario.
ANNALISA DURANTE
Aveva 14 anni, morì per una pallottola vagante in uno scontro tra camorristiOra in un libro i suoi segreti. Con una profezia: "Il quartiere dove vivo è a rischio"Il diario di Annalisa, uccisa per errore"Vorrei fuggire, a Napoli ho paura"di CONCHITA SANNINO Annalisa DuranteNAPOLI - "Vivo e sono contenta di vivere, anche se la mia vita non è quella che avrei desiderato. Ma so che una parte di me sarà immortale". Annnalisa sorride dal risvolto di copertina. Bionda, il volto d'angelo, ma lo sguardo di "scugnizza" catturava il presente con parole di mesta e tagliente lucidità, quella che tocca in dono ai bambini. "Cari genitori, quando Pasqua sarà veramente festa di Rinnovamento, papà avrà un lavoro vero e noi andremo via da Forcella": ecco cosa scriveva, sei mesi prima di esser uccisa, Annalisa Durante, la quattordicenne caduta nei vicoli dell'antica Vicaria, il 27 marzo 2004, in uno scontro a fuoco tra camorristi. Era un sabato sera, una pallottola vagante la centrò alla testa mentre si tratteneva sotto casa. Scapparono tutti, lei non ci riuscì: la madre si affacciò e vide i capelli color miele della secondogenita impregnati di sangue, gli occhi verdi già spenti. A leggere, oggi, i suoi appunti di fanciulla raccolti in un libro dai passaggi toccanti - "Il diario di Annnalisa", Tullio Pironti editore, a cura di Matilde Andolfo e Mario Fabbroni - affiora il testamento di un'adolescente che tentò invano di sottrarsi al destino. E che continua a esser simbolo dell'attesa di riscatto, oltreché immagine inesorabile di dolore e culto popolare. Decine di lettere e telegrammi, sul suo sepolcro peluche o odore di talco. Messaggi da New York a Santiago del Cile, da Barcellona al Texas. "Un giorno diverrò grande. Eppure non riesco a immaginarmi. Forse me ne andrò, forse no. Mi mancherebbe le gite, la pizza che porta papà dopo il lavoro. Adoro la pizza fritta", scrive nel diario.