rosheen

Lungo è il tempo della paura


  
 Macina e rulla il piatto fondo dell’indice mescola il vibrare di pensiero E’ immobile il petalo che silenzioso rimane nel caldo inizio di una stagioneCi sono segreti che portano via la terracome uragani senz'occhiola vestono di ombre rumorose ...sono tormenti che hanno bisogno di cateneperchè non si facciano ancora ai piedi del respiroe non s'impossessino del giorno... Posso vestirmi di fiori che sorridono o spogliarmi alla pioggia che gioca e usignolofingere la danza della primaverama sprofondo nel bosco che non ha radicie senza ramo non trovo nido dove imboccarmi di briciole sicure In una scatola si racchiude l’impronta di volpema ha odore la sua corsa e punge il pelo in un'eco che rimane...senti com'è fermo il ramo della gemma del caduco proseguo... Lento scorre il sentiero ti ascolta senza muoversie pesa la sacca di ieri ad ossigeno di un passoquando occhi pungono suola e pelle e sono ovunquea spiartiin una mente che si perde nel male che si fa ragione...ecco, a volte io cado nella buca del respirodove s'introietta il pensieroe s'affanna come tangente a sfidare la linea piatta del comprendereHo paura delle tempeste della mente, senza controllo filanti spinate schegge d'improvvisoSi diletta il compasso del cuore per un cerchio senza raggio, senza centro e si concede la circonferenza alla morbidezza del tocco che non è sempre fissa la perfezione di un’animama sprofonda al pugno della disperazione e respira alla carezza del contorcere le forme Brevità di una soave circostanza che si fà asfissia...Scende la lacrima a ghiacciare sulla punta di naso e la prende la lingua a nutrirsi del sapore del cuoreo la lascia cadere che s'assorba nel fango di un oblio dimentichi la sua corsa e la luce degli occhi Si mangia ingoiando tempestache non hanno ragione le stelle a specchiarsi su un tavolo di male quando le mani non portano i segni della morbidezza e facile la bocca s'apre al vento della sbornia... ...quando gole secche, avide di vuoto strappano lembi e come carne d'animale ne gettano le ossabrandelli di pelle sputanoghigni stonati a rcihiamo di un silenzio che imbiancherà i capellimentre si perdono le unghie a graffiare la ruggine di una verità...Gira la molla di una giostra senza seggiole cade la foglia sul guscio di una lumaca che lenta corre lo strisciare di muschio e disegna la sua via... chissà se avrà pena nella tormenta della rugala foschia d'occhi che arriverà ad oscurare misfatti e cervelliGira la chiave e girastride il minuto quando è rubato dal non respiro ed è fatica come grida di porco al rito del suo sanguelungo è il tempo della paura rosheen