Post n°23 pubblicato il 22 Giugno 2013 da ro.sheen
Libreria Caffè Letterario Mangiaparole Via Manlio Capitolino 7/9 (Metro A Furio Camillo) tel.06/97841027 - www.mangiaparole.it Mercoledì 26 Giugno 2013 ore 18.30 Barbara Berengo “La traccia del fuoco” "Sono dove arriva il pianto dell'immensa brevità dell'ora che lava e purifica l'occhio del cuore così preziosa la vita nei suoi attimi Raccolta poetica a cura di “Edizioni progetto cultura"
“Ed è così che ogni lirica, ogni singola scansione del verso è un passo a ritroso nell'oceano dei giorni a ritrovare il senso del vissuto;ogni orma, ogni traccia del fuoco è il riandare lungo il sentiero della propria memoria a cercare l'inaccessibile luogo, l'indefinito tempo in cui ogni cosa ha avuto inizio; in cui noi fragilmente abbiamo aperto il passo alla luce chiara del giorno... Lo sforzo è ritrovare l'orma fiammante del fuoco, la sua incancellabile traccia, l'indelebile ustione di petali e forme che marchia l'anima e la carne e che tali ci rende per ciò che siamo.
“Giù in fondo e su in alto Testi: Barbara Berengo rosheen Lettura e commento: Mario Palmieri Foto : Veronica Maran
Sigmund: Intervista a Barbara Berengo |
Post n°22 pubblicato il 01 Giugno 2013 da ro.sheen
Eravamo nella ruota del giorno come raggi di un centro sempre splendete soli di sguardi, labbra bagnate di risate Avevamo gambe e braccia per volare Tra le cicale e i grilli dei prati mescolavamo il loro canto al nostro gioco io a cavallo del cuscino tu al manubrio delle coperte Sfioravamo la terra e le foglie piangenti di una notte di tempesta Veloci percorrevamo le alture delle illusioni Dopo la curva arrivavamo alla pietra che sprofonda nel tempo e scendevamo a raccogliere i fiori per vestirci di petali e steli di sapori La nostra era la casa buia della sera due letti vicini, sotto alla rete raccontavamo delle imposte che avevano fori per spiare Giù in fondo e su in alto c’erano mondi su ruote di pensieri Dal secondo piano partivamo a bordo del letto spalliere d’ali, spiccavamo il volo senza farci vedere Su tetti, montagne e laghi lasciavamo il canto della sorpresa e ci nutrivamo dei profumi degli incontri “Guarda, c’è l’orso che balla al ruscello mentre lo gnomo non sa quale cappello indossare" “Portiamogli il giallo o il rosso del sole così che sia giorno per sempre nel suo cuore" A volte c’era il vento … Con la sua forza soffiava a dondolare la casa di lenzuola e ci portava in luoghi segreti mai percorsi Tra grotte, voragini e spazi sconfinati vincevamo la paura di risposte troppo adulte a domande senza spazio per cuori immensi di bambini Esploratori della terra e del buio partivamo quando splendeva ancora il sole e tornavamo per scriverne il tramonto … mai abbastanza precisi nel descriverne l’immenso inesplorato silenzio Mentre si spegnevano le pile tra le pareti del nostro respiro cotonato quattro mani s’allungavano per continuare a suonare il volo vissuto per non lasciare il tempo d’insieme A volte carezzevoli, altre combattenti per due letti che non volevamo abitare divisi in quel ritornello che ci addormentava vicini …“vieni a casa mia…no, vieni tu a casa mia”… segnavamo il passo dei nostri ricordi bambini Tu eri il mio gioco del giorno e della notte Io ero il tuo Il gioco più caro, fratello mio rosheen
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Post n°21 pubblicato il 10 Gennaio 2013 da ro.sheen
Ti ricordo tra le brughiere dei sogni dove si spezza il ramo per non dondolarne la foglia e l’erba si piega al vento dei racconti per lasciarli soffiare via dalle mani senza dita Musici le rane a cantare lo stesso ritornello di una magia sempre nuova del salto nel vento Non potrei giocare alle biglie degli occhi senza toccare il cielo e sprofondare nella terra del mare senza avere nuvole di piedi Camminare la notte senza il sapore dei fiori e guidarmi il sorriso dai petali della mia stessa bocca Nascondermi tra i rami d’animali nati tra le mie dita e sussurrare alle foglie che è dolce il loro incanto Mi lavo dalle sabbie che incontro senza spargerne i granelli Dentro la pelle scorre la via degli incroci Non potrei parlare alle voci che raccontano del vento senza giacere immobile e aprire le braccia Disegnare la parola che non ha voce senza sentirne la forza del sogno Perdere le mie pupille tra l’azzurro del tetto senza sorprendermi che ieri era in fondo uguale Mi colpisce la vita che non si perde nella via del dolore come un quadro si nutre degli angoli nascosti ...come sei bella quando allo specchio accarezzi il tuo sorriso e come un segugio annusi le buche della terra per trovarne sempre qualcosa... …annaspi, azzanni, prendi e non lasci sono spruzzi, attimi, dolcezze di un ballo scalzo sulle spine del tempo Come potrebbe la fonte arricchirsi degli incontri senza scontri d’acque come sberle a scuotere le ciglia per un risveglio che sia capace di annusare la tempesta Come potrei non amare rotolarmi sul ghiaccio non lasciarmi cadere nel dirupo della bianca neve sapendo che sotto, profonde e nascoste ci sono le gemme dei fiori e tu... dimmi... come potrei non cercare il seme tra le mani per disegnare le farfalle che ho nel cuore non calzare una foglia tra i piedi per suonare la notte che culla i miei sogni o dimenticarmi così, senza girarmi, di raccogliere un petalo, farne abito e ballare il giorno
rosheen |
Post n°20 pubblicato il 21 Dicembre 2012 da ro.sheen
Quello che leggerete è un messaggio di auguri, perchè nella vostra vita ci sia sempre la forza di andare avanti nell'accettare ciò che ci è dato, giorno dopo giorno. Questo augurio lo desidero fare attraverso l'esperienza di vita di Stefano Pieropan (Piter). Nel video che trovate alla fine del racconto, ci sono alcuni momenti della presentazione spettacolo del suo libro "A spasso con la multipla" Edizioni Progetto Cultura Roma che assieme all'attore Mario Palmieri (voce narrante), ai musicisti Luca, Daniele, Alessio, Stefano e il tecnico immagini Luca, ho avuto la fortuna di poter mettere in scena leggendo le sue poesie al Teatro Remondini di Bassano del Grappa. Per questa occasione la sera precedente, Alfazulu, Palmieri, Sweet ed io abbiamo condiviso l'attesa dello spettacolo tra giochi e speranze, emozioni e racconti. Pensando al gioco di Lady Juliette dalla traccia "Lettera a Babbo Natale" (potete partecipare se volete visitando il suo blog respiri di seta) abbiamo scritto a quattro mani il racconto qui sotto. Spero vi sia gradito e che vi possa arrivare il messaggio di Stefano che è anche il nostro... Per me il suo messaggio è un dono di forza e per questo ringrazio Piter e tutti i ragazzi di "Barcollo ma non mollo" che ho avuto la fortuna di conoscere...grazie rosheen
NELLA SCELTA DI PITER di rosheen, sweet, alfazulu, mario palmieri Ci si sarebbe incontrati nel fine pomeriggio…una telefonata “siamo a vicenzaovest, fai pure con calma, ti aspettiamo”…ma come, non dovevate telefonareprima, all’altezza di Verona…che sbadati! Rosheen corse a cercare le scarpe,non poteva fare attendere Alfa e Sweet al freddo, ma nonricordava dove fossero state lanciate dai suoi piedi nella mattinata, dopo chela slitta non era riuscita a scorrere sulla neve caduta la notte e si eranoinzuppate d’acqua bianca…bianca come quei due sorrisi che aperta la porta dicasa la illuminarono di sorpresa! Alfa fa sempre di testa sua, non usa ilnavigatore, quella volta che l’ha usato ha sbagliato strada… si fa guidare dalcuore e non sbaglia mai direzione, non sbaglia agli incroci, non salta leuscite…ma ha un segreto Alfa, gli occhi di Sweet…che occhi! Sono la luce allavia, la luce sulla strada della vita. Ripartì in quell’istante la slitta delcuore, viaggiò le vie dei sorrisi e delle emozioni, ogni tanto una gocciad’acqua bianca scendeva dalle parole non dette, si faceva fiocco luminoso adanzare nella sera dell’incontro. Laserata era effervescente, di quell’effervescenza che spoglia la pelle e siscalda dell’odore di vissuto. Alfastrimpellava la sua dodici corde, peggio del solito che già non è facilearrivare a tanto ma arrivava dalla profondità del cuore. Mario detto ilColombre, aveva tirato fuori una voce da baritono che nessuno conosceva, dicorta estensione ma intonata e potente, non sempre a dir la verità…ogni tantoscivolava via, forse attirata da sentieri nascosti, cime innevate e il richiamodella montagna. Un po’ sfortunato Mario….era la terza volta che passava perquei luoghi e ancora non aveva visto le Dolomiti! Rosheen era su di giri quando sorride diventainsuperabile. La Sweetè la Sweet, perlei tutto è facile, semplice, è la sua fortuna vivere così, eppure ne hapassate, pensate solo la convivenza con quello scassamaroni di Alfa e saretesolidali con lei. Rosheen: “ Ma che meraviglia che siete!” Altre tretenerissime donne protagoniste ad accompagnare l’incontro cantavano gioiosealla preziosità dei momenti… un’altra donna, un angelo dalla delicatezza dellaneve, posava il suo canto nei loro cuori e si scioglieva per alimentarne leradici dell’amore che lei sapeva donare…mancava solo lei, la Lady,…o forse no… Fuproprio la Sweetin un momento di pausa quando il canto lascia lo spazio a quel “se fosse quicon noi…” a fare la tremenda domanda: Sweet: “Rosheen cosa chiederesti a Babbo Natale?” Rosheen:“Hai imparato un po’ a conoscermi Sweet, non chiederei certo cose, ma solo unpo’ di sicurezza in più, che non mancasse a nessuno la forza ad affrontare lavita” Sweetincalza: “Non basta Rosheen” Rosheencalma, serena estrae la risposta: “Vorrei imparare da Piter ad accettare ciòche ci è dato e farne la vita, la condizione della vita, non combatterla,viverla e rendere preziosi i momenti, ogni momento...” Sweet: “E tu Mario?” Mario:“Mario: “Vorrei un filo di certezze, le terribili materiali certezze, che milascino il tempo e la possibilità di coltivare la mia passione per lascrittura...ed il mio grande amore...il teatro...e forse chissà … il sognoimmenso ...di vivere di tutto questo...per ogni attimo...che mi è dato...e misarà dato...di esistere” Sweet: “Non basta Mario” Mariocon uno sforzo enorme: “Vorrei usare la mia voce e la mia tecnica per aprire il cuore di chi ascolta,perraccontare storie, nuove storie come quella di Piter che racconterò domani emille altre ancora. Voglio narrare la realtà,impastata di sorrisi elacrime...di vittorie e sconfitte...di silenzi e grida... voglio che questarealtà si possa toccare con le mani e la carne della proria anima; non mi bastache sia ascoltata con le orecchie. Vorrei che queste storie divenissero lospecchio attraverso cui leggere la “propria individuale storia” perchè le vitedegli altri sono sempre anche la nostra stessa vita; e non esistono le unesenza l'altra e viceversa...e vorrei potermi ogni giorno nutrirmi e nutriredell'amore … dell'amicizia...dell'esperienza e cammino umano di coloro cheincontro e che mi incontrano...perchè senza questo … non ci si può dire vivi edunque non si può raccontare dal palcoscenico a gli altri la vita ...se noi per primi la ignoriamo nel profondo dinoi stessi” Sweet:“E tu Alfa?” Alfa:“Sei una rompiballe ma ti sembrano domande da fare in questo contesto, tu nonscavi mai mica sei come me!” Sweet:“Rispondi senza fare i tuoi giochini che li conosco tutti” Alfa:“Vorrei chiudere col mio lavoro e vorrei seguire rosheen, Mario e altri che nonconosci, voglio interessarmi esclusivamente di emozioni” Rosheen, Mario e Alfa sorridendo: “E tu Sweetcosa chiederesti a Babbo Natale?” Sweet:“Che Rosheen impari a volersi bene, che Mario racconti la realtà solida, cheAlfa vi segua con tutti gli altri. E poi vorrei che tutte le vostre amiche eamici che non godono di salute trovassero sollievo alla sofferenza, non ve nesiete dimenticati vero? Ma nessuna di queste cose si chiedono a Babbo Natale.” Il“gruppo di famiglia in un interno” riprese la baraonda, le corde risuonarono idadi vorticavano sulla tavola tra le briciole, qualcuno propose un brindisi, manon ricordo più chi. Domani si iniziava a realizzare i sogni. Domani andava in scena la scelta di Piter...
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Post n°19 pubblicato il 16 Novembre 2012 da ro.sheen
Una sedia a dondolo ch’ebbe il cuore nel vento dondolava il tuo sorriso all’amaro cerchio del fumo Piccole fiamme incatenavano i sensi alla scintilla del fuoco di una stufa Secca, sprofondo nella gola mentre sorreggo il profumo del giardino dove s’apriva quella finestra di foglie che non credette al battito di un tempo vuoto quando l’edera s’annodò al respiro della parola Volto la pagine del rinsecchire per seguire l’aratro nelle strade assolate di luna quando la notte si veste dell’ululato del raccolto e annuso la sete della pioggia mentre…ti ricordo come grano che si faceva polvere della speranza Dondoli lento al profumo di legna… Si, tu dimmi se nacqui dalla pelle di un serpente che s’arrotola ora alla mia stessa lingua mentre cerco di raccogliere gocce del succo di limone per poterlo serrare tra labbra e denti… Imparai a riconoscerti nel tuo girare la maniglia di porta rincorrendo filari di canzoni cadendo nelle montagna della talpa che lenta mi spiava con la sua silenziosa pupilla Ma volevo giocare ai ranuncoli che fanno pace con i porcospini …ho perduto la forbice che scorre nella ruggine di due dita per lasciarmi stringere dalle corde della sera quando lasciavi scendere la goccia di saliva per raccoglierla nella fossa del respiro Ero io che non mi arrendevo allo zucchero delle mie speranze bambine Così seppe andare la notte senzal asciare orme per poterla seguire Così il giorno dimenticò di avere piedi e si dileguò nella coperta che spegne i pensieri Non sapevo del manto che copre le spine Sapevo della veste che consuma nella terra Avevo lingua per bagnarmi le labbra e amavo il gesto della mano che sposta la ciocca di capelli rimasti incollati al sudore della fronte Vibra il lento istante quando s’inspira la scelta tra la lama di barba sempre incolta con la quale pungere la pelle o la corda di gambe sempre in corsa con la quale prendere la pioggia della pozzanghera di una fine… S’attanaglia il tempo alla finestra …scosti la mano e s’aprono le dita come in ventaglio di fiato a ossigenare un respiro di perdono Ma non ho avventure da raccontarti che non siano le tue e non ho viaggi da regalarti che non abbiano pulsante tua radice sono nel ramo o nella terra sono nel volo o sprofondo come te …s’abbassa la nebbia mentre attendo lo scivolare della neve
. rosheen
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