Se son fiori . . .

"Il mio presepio"


Quello che si vede nella fotografia, è il piccolo paese in cui vivo.Venerdì scorso, proprio qui, insieme ad altre persone, ho protestato davanti alle scuole con una petizione per la raccolta firme per riportare la tradizione del presepio nelle nostre scuole.La direttrice didattica di questo paesino sito sulle prealpi varesine, ha deciso che i nostri bimbi non debbano più avere il presepe nelle scuole, nè alcuna espressione sacra legata al Natale (quindi ha bandido parole come Gesù e Madonna dalle canzoni natalizie), per via della presenza di bambini extracomunitari.Ebbene, per quanto io sappia che la scuola è laica, ho deciso di fare una guerra contro questa direttirce didattica, nel rispetto nelle nostre culture.Esattamente come lei chiede a noi di diventare "cittadini del mondo", io chiedo a lei di non affossare ciò che da sempre ha fatto parte della nostra cultura.E' per questo motivo che insieme alle persone che rappresentano l'associazione di cui vedete il volantino in alto a sinistra del mio blog, ho deciso di indire un concorso a premi per la realizzazione di presepi, interamente dedicato ai bambini.Mi ritengo cittadina del mondo ed è proprio per questo motivo che rispetto le culture altrui quando faccio visita nei loro paesi.Non solo, per lo stesso motivo, mi piace integrarmi e vivere della loro cultura e nella loro cultura per tutto il tempo di permanenza.Lo stesso rispetto vorrei averlo nel mio paese, dove già esiste la possibilità di non frequentare le ore di religione se non lo si vuole. Se queste regole valgono per i bambini italiani non cattolici che sono in minoranza all'interno delle scuole, dovrebbero essere applicate anche per quelli extracomunitari e non decidere di abolire il presepio e qualsiasi simbolo religioso legato al Natale, nella scuola materna, in quella elementare ed in quella media, per 11 bambini extracomunitari che potrebbero sentirsi a disagio.Sono legata alle mie tradizioni ed alle mie radici esattamente come chi arriva da altri paesi è legato alle proprie. Non ci si rispetta così. Affatto.