Non siamo isole

Marco ed Elena


Quando Marco ha donato il suo midollo a Elena, certo gli sono state spiegate le procedure, i rischi, la tutela. E probabilemente lui deve avere pensato che non poteva essere così vigliacco da non salvare la vita di sua sorella, potendolo fare.Tutti quei medici professionalmente non facevano una piega, ma non gli stavano troppo simpatici. Avrebbe voluto essere più tranquillizzato, forse anche un po' coccolato... ma loro non avevano molto tempo da perdere con le sue insicurezze e diciamolo, l'avevano messo alle strette... e alla fine lui aveva inghiottito il boccone amaro ed era entrato in sala operatoria per il prelievo.Che non avessero poi capito che lui preferiva l'anestesia locale a quella totale, non gli era tanto piaciuto ma, tutto sommato, alla fine le cose erano andate per il meglio. E si sentiva anche orgoglioso del suo gesto.Il fatto che adesso, a dieci mesi di distanza gli chiedano di effettuare una nuova donazione però, proprio non gli va giù. Elena è ricaduta nella malattia e ha bisogno di nuove cellule staminali sane per continuare la sua battaglia. Ma Marco ha passato la notte a piangere, pensando alle sue due figlie, alla moglie. E se gli succedesse qualcosa, chi penserebbe a loro? Non sarà pericolosa una seconda donazione a pochi mesi dalla prima? E il prelievo dal sangue periferico... no, non se la sente davvero.Sua moglie stamattina ha telefonato all'ADMO chiedendo aiuto. L'unica cosa che so fare è proporle per Marco alcune strade, per fare in modo che possa prendere la "sua" decisione, nel modo più sereno possibile. In modo che tra dicei anni, ripensando a questi momenti, non debba rimpiangere di non aver potuto fare la sua libera scelta.