Creato da Raf_ADMOpiemonte il 13/06/2007

Non siamo isole

Storia di un seme che morendo fa nascere un grande albero

 

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Terra: comunità di destino

Post n°10 pubblicato il 24 Agosto 2007 da Raf_ADMOpiemonte
 

In questi giorni, pur avendo preso le ferie tra giugno e luglio, sento ugualmente nel sangue un leggero brivido che mi dice: «Sta per finire l’estate!». Tante volte ho desiderato trattenere il più a lungo possibile quella sensazione di benessere e di pace scaturita dall’essere riuscita per un po’ a prendermi cura di me stessa.

 La scorsa settimana mi sono imbattuta nel pensiero di Edgar Morin, filosofo francese contemporaneo, il quale sostiene che affrontare correttamente il dibattito sul futuro del nostro pianeta, oltre ad essere indispensabile per poter “pensare un futuro”, rappresenta un’occasione per sviluppare nell’umanità la consapevolezza di essere “una comunità di destino”, ossia un tutt’uno in cui qualunque scelta compiuta – in qualunque parte della terra- può avere delle ripercussioni in tutto il pianeta.

 Nella mia testolina bacata ho sempre fatto “grandi” sogni, credendo che con le mie piccole scelte avrei potuto cambiare il mondo. Adesso so che sicuramente le mie scelte hanno cambiato prima di tutto me stessa, donandomi una serenità ed una pace inaspettate.

 Ho cominciato a portare nel mio quotidiano qualche briciola di quell’altrove dove avrei voluto fuggire perché mi pareva il paradiso, a far diventare il qui e l’oggi quel luogo un po’ speciale in cui mi sarebbe piaciuto vivere. Non erano isole con spiagge incontaminate i miei sogni, ma un mondo più umano in cui doniamo ciò che vorremmo trovare: un sorriso per chi incontriamo, una mano tesa in un momento di difficoltà.

 Per partire credo ci voglia solo una cosa nello zaino: il coraggio di voler cambiare.

 Nel mio piccolo ho scelto di impegnarmi in questa Battaglia per la Vita che è la donazione di midollo osseo/cellule staminali. Il motivo che mi ha spinto in essa è senz’altro la perdita di mio cugino Rossano a vent’anni. Il motivo che mi fa andare avanti ogni giorno sempre più convinta è che molte persone stanno ancora soffrendo a causa della scarsa conoscenza di questa problematica.

 Voglio riportare una mail che Paolo A., donatore effettivo di c. s. midollari nel 2000 ed ora vulcanico volontario ADMO nel Cusio-Verbano, scrisse pochi giorni dopo la sua donazione. Nel suo caso venne utilizzato il prelievo dalle creste iliache del sangue midollare. Oggi, a 7 anni di distanza, lo stesso prelievo sarebbe probabilmente stato fatto dall’avambraccio. Una cosa ricordo ancora che mi colpì molto di lui quando lo conobbi: credeva così tanto nel valore della solidarietà umana che fece in modo di effettuare la sua prima donazione di sangue il giorno del suo diciottesimo compleanno. Pochi hanno questa sensibilità e maturità - io stessa a 18 anni vivevo nel mio mondo e “gli altri” mi sembravano solo nemici – ma proprio per questo può essere un esempio ed un incoraggiamento.

 Ovviamente i dati numerici riportati nel testo non sono aggiornati, ma relativi all’anno 2000.

 «Come qualcuno di Voi già sa, nei giorni scorsi mi è stata prelevata una certa quantità di midollo osseo (sangue midollare). Avevo dato la disponibilità qualche anno fa (prelievo di una provetta di sangue per la prima tipizzazione); a Luglio 2000 mi è stato comunicato che insieme ad altre tre persone poteva esserci compatibilità con un malato americano.
Con successive analisi è risultato che la compatibilità completa era la mia. Tra fine Agosto e Settembre ho fatto visite e analisi e al 5 Ottobre il prelievo. Ricovero al pomeriggio à prelievo al mattino seguente à dimissioni il giorno dopo. Semplice o no?

 Nel frattempo mi sono informato e ho toccato con mano che:

 ·         la donazione di midollo può risolvere molti casi di leucemia e di altre malattie del sangue

 ·         in Italia le persone disponibili alla donazione sono meno di 300.000 ma potenzialmente (18 – 55 anni, sani) potrebbero essere oltre 6.000.000

 

·         la compatibilità è difficile da riscontrare (secondo le statistiche che ho consultato, da 1:100.000 a 1:300.000) e quindi:

·         il malato ha difficoltà a trovare un donatore compatibile

·        chi da la disponibilità alla donazione può comunque stare tranquillo: è molto difficile che venga poi chiamato . . .

 ·         la banca dati delle compatibilità è mondiale, in Italia l’Istituto (Registro) che si occupa delle tipizzazioni si chiama I.B.D.M.R. e ha sede all’Ospedale Galliera di Genova

 ·         attualmente, in Italia, sono stati fatti meno di 700 trapianti di midollo; in circa la metà dei casi il donatore è stato straniero.

 Riguardo al prelievo:

 ·         Il prelievo di sangue midollare viene fatto dalle ossa del bacino

 ·         Viene fatto in anestesia locale o totale per chi lo desidera

 ·         Il rischio operatorio è pressoché nullo (è più facile rompersi una gamba sulle scale)

 ·         Il dolore è minimo e sopportabile, controbilanciato dalla soddisfazione di poter dare una concreta possibilità a qualcuno in grave difficoltà (possibilità di guarigione al 65-70%!)

 ·         In meno di un mese il midollo prelevato si riforma; un periodo di tranquillità è utile per lasciare lavorare l’organismo a questo scopo

 ·         Dopo un anno, e se i due lo vogliono, è possibile entrare in contatto epistolare indiretto (tramite Registro)

 La mia esperienza è stata molto positiva; non essendo un gran coraggioso in un primo tempo ho avuto qualche remora (rischi?, dolore? etc.); in seguito all’esperienza fatta dico che non c’è proprio da aver paura.

 Mi sento di poter consigliare, a Tutti quelli che possono, di dare la propria disponibilità alla donazione sottoponendosi almeno alla prima tipizzazione (iscrizione nel Registro dei potenziali donatori); probabilmente tutto si fermerà lì. L’impegno per il donatore è limitato, l’aiuto che si può dare è grande»

 Per i conterranei di Paolo, segnalo il sito http://www.donatorimidollovco.org/ .

 Buona Giornata.

PS: martedì mattina mi recherò al trasfusionale per effettuare il prelievo che mi rimetterà in pace con la mia coscienza(vedi post precedente)!!!!!

 Foto: Ghiandaia comune, Sud Africa- Copyright Danilo Lombardi

 
Rispondi al commento:
tembleve
tembleve il 03/09/07 alle 20:27 via WEB
eccomi qua, te l'avevo promesso che avrei fatto un salto sul tuo blog. Sono Martina (Eco del Chisone)! Ho letto un po' in fretta tutto: sto aspettando di chiamare il papà di Matteo per l'articolo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana. Sai, Raffaella, mi accorgo che mi viene facile scrive pubblicamente le storie altrui, ma ora ho problemi a scriverti pubblicamente di me. Comunque, ho letto tante cose in qusti post. Cose che fanno riflettere. Sai cosa penso e ho sempre pensato? Che se ogni persona, nel mondo "ricco", nel mondo di chi sta bene, facesse un minimo di volontariato, i problemi si dimezzerebbero, come minimo. Invece il menefreghismo è galoppante. Lo so, io non sono donatrice Admo. Ho provato a donare il sangue, ma non mi hanno mai voluta. Sembro grande e grossa e invece ho problemi fisici fin sopra i capelli (che ormai sono lunghetti!!!). E ora ci si mettono pure le difese immunitarie a fare le bizze, a dicembre saranno 2 anni che litigo con i miei globuli bianchi & co. Ecco, anche per questo non mi sono mai fatta tipizzare. Però cerco di impegnarmi: dalla Croce verde, alla Pro loco (per un certo periodo), passando per la cultura, fino a costruire ospedali e scuole nei campi profughi in India. Vedi, come dici tu, ci vuole coraggio. Anche per le piccole cose che faccio io. Coraggio a guardare il mondo e la vita in faccai, consapevoli che siamo portatori di morte fin dalla nostra nascita. E con questo non voglio essere una Cassandra, ma solo prendere dagli insegnamenti dei miei amici buddisti: la morte è in ognuno di noi, prima o poi arriva. Per questo non si deve vivere una vita rassegnata, ma piena. Gustare ogni giorno, con il sorriso, anche se è difficile. La mia malattia, quella dei miei genitori, mi hanno fatto capire che Nostro Signore no nci dà mai una croce più pesante di quella che possiamo sopportare. Lottare, a denti stretti e con il sorriso sulle labbra. La vita è sempre bella, anche quando si tocca il fondo, perchè è vita. Ecco cosa capita, quando scrivo di me: frasi sconclusionate. Te l'avevo detto, Raffaella, che mi veniva difficile!!!!! :-) E chissà che un domani, dei donatori non possano arrivare dai miei tibetani in India? E chissà che un domani il mio corpo decida di mettersi a posto? un abbraccio
 
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