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50° anno di occupazione...


Quest'anno cade il 50° anniversario dell'invasione cinese del Tibet. I profughi tibetani nel mondo ricordano questo triste anniversario con manifestazioni di protesta, nel quasi-silenzio dei mass media occidentali...A proposito di mass media, ieri sera mentre facevo zapping satellitare sui canali internazionali in lingua inglese sono transitato anche su CCTV, il canale di stato cinese, e siccome apriva il notiziario parlando proprio della celebrazione dei 50 anni di "governo" (questa la parola usata) cinese in Tibet, ho deciso di seguirlo. In fondo, vedere il punto di vista dell' "altro" é sempre una cosa utile, in ogni situazione.Sono stati snocciolati una serie di dati sullo sviluppo del Tibet nell'ultimo mezzo secolo. Alcuni abbastanza ovvi, tipo: crescita esponenziale dell'industria (ci credo, il Tibet 50 anni era un paese che viveva di pastorizia e agricoltura, non c'erano industrie), idem con patate per settore terziario e turismo (grazie al cavolo, un tempo l'ingresso in Tibet agli stranieri era vietato e quindi non esisteva il turismo), di conseguenza aumento clamoroso del PIL, del reddito pro-capite, etc. Poi passava a dati socio-demografici: mezzo secolo fa era un paese dove quasi la totalità della popolazione era analfabeta, oggi un grado di istruzione minimo ce l'hanno il 90% dei residenti, la quasi totalità delle scuole praticano il bilinguismo (dato ambiguo, perché non chiarisce se gli immigrati cinesi che ormai sono la metà delle popolazione sono costretti ad imparare anche il tibetano o se piuttosto sono i tibetani che vengono di fatto obbligati a parlare il cinese come prima lingua...), la speranza di vita é aumentata, i trasporti che prima erano inesistenti ora sono moderni, incluse ferrovie e collegamenti aerei...Insomma, un bilancio presentato come positivo... un bilancio di parte su cui si può anche dubitare, ma non é questo il punto. Provo a prendere per buoni tutti i dati, che peraltro saranno formalmente autentici soprattutto per quanto riguarda gli aspetti economici.Ok, la Cina ha portato "progresso economico" in Tibet. Ma la domanda é: i tibetani volevano questo progresso economico? Qualcuno ha mai chiesto loro se davvero volevano viaggiare in treno, fare la spesa in un centro commerciale e guardare la televisione? Forse preferivano viaggiare sui carri, comprare le loro cose nei mercati all'aperto praticando il baratto e passare la sera ascoltando i racconti del capofamiglia. Se anche non ci fossero state le gravissime violazioni dei diritti umani perpetrate in questo mezzo secolo di "crescita economica", già basterebbe questo aspetto a rendere inaccettabile il "governo cinese" in Tibet: tutto quello che é stato elencato é un'IMPOSIZIONE. Non si può imporre il "progresso economico", allo stesso modo in cui, paradossalmente, non si può imporre la democrazia, tema molto in auge negli ultimi anni in occidente. L'imposizione della democrazia stile occidentale in altri paesi ha spesso provocato delle situazioni molto ambigue, come pure l'imposizione di certi stili di vita estranei alla cultura locale (vedi alla voce "Iran" ed alla rivoluzione khomeinista di 25 anni fa), senza dimenticare il "vecchio" colonialismo fatto per esportare la "civiltà".... un principio in base al quale l'Inghilterra vittoriana si sentiva autorizzata a "civilizzare" l'India, paese in cui due millenni prima si sviluppavano grandiose città e complesse speculazioni filosofiche e religiose mentre gli angli ed i sassoni preferivano darsi alla pirateria ed ai saccheggi...Morale: non si può imporre nulla con la forza, neppure il benessere o la libertà. Altrimenti non é benessere o libertà, é solo un'imposizione. Speriamo che si arrivi al punto di evitare il ripetersi di queste situazioni assurde.