|
|
Post N° 9- Notte.
Il tempo che preferisco.
Il mantello lacerato nel mezzo, come le labbra carnose del tuo sesso, in cui cado senza sapere e senza voler sapere.
Il tuo volto è qui, sospeso nella mia oscurità.
Dagli occhi un vento di scirocco solleva la mia terra e asciuga le foglie..anche la notte ti si adagia intorno, amica mia, modellandosi alle tue linee.
E poi l'incenso della tua pelle d'avorio, la flessione morbida del fianco, il tuo gesto che mi scivola addosso: tutto lontano, troppo, per il mio desiderio, ma sufficiente ad accellerare il flusso del sangue, a farlo battere sul tempo di un ritmo antico, arcano, come il cuore palpitante di un deserto immaginario.
Questa sonnolenza poi che mi rende più sensibile ai tuoi colori da Iside rinata. Vorrei cedere a questo torpore e dormire molto sotto il livello della tempesta, nel calore e nella musica delle tue carezze(..y un ruego en la boca/ y un ruego en el alma...)che nel mio sogno si assomigliano, si toccano, si ritraggono, vagano, mentre un’improvvisa leggerezza ramifica disordinatamente sotto la pelle germogliandomi nel cuore.
Mi risveglierò anche stavolta come vascello naufragato, intrappolato dal tessuto delle sue stesse vele, o cannibale felice che solleva le labbra umide degli umori del tuo ventre sorridendoti in attesa del tuo respiro? |