rougeforever

Post N° 24


I giorni si fecero convulsi per me. Ormai era tutto definito, la mia partenza per Londra e il fatto che lasciavo una situazione a casa dalla maggior parte del mondo non compresa.Ricordo gli sguardi e i non detti di chi mi vedeva con occhi stralunati e si chiedeva se fossi impazzita..io che ero questo e quello...è davvero un'altra storia che forse potrà trovare spazio, un giorno, non ora.Le sere erano, comunque,con lui, con una scusa o l'altra, nonostante il periodo di lontananza che mi avrebbe diviso dal mio ex. Dovevo finire noiose e insignifianti questioni di lavoro, prima di andarmene, dovevo organizzare tutto...ma saltavo il sonno, saltavo la cena, saltavo qualunque cosa, ma non i nostri dialoghi.Continuavamo a parlare del suo probabile, ipotetico viaggio a Londra da me, senza che mai si decidesse alcunché.Io ero triste all'idea che da Londra probabilmente non ci si potesse più sentire molto, ma lui pareva non preoccuparsene e anzi, una volta mi disse che ero comunque vicina, in un paese raggiungibilissimo e che non ci sarebbe stato il minimo problema.Cinque giorni dopo esserci incontrati per la prima volta, io dovevo lasciare il suolo italiano e volare nel Regno Unito.La sera prima mi organizzai e andai da mio padrepensando di domire lì e partire la mattina molto presto per Milano, poi un grillo parlante mi insinuò il dubbio di farcela al mattino così decisi, chiamai un amico di Milano e gli chiesi un divano per dormire qualche ora prima di partire per l'aereoporto la mattina dopo, peraltro da lui accompagnata. Disponibilità immediata, pronta a partire in tarda (molto tarda!) serata.Con lui eravamo in contatto costante via sms e gli comunicai la novità. Mentre mi preparavo per partire, ricevetti un sms a metà tra la proposta e la richiesta in cui mi diceva di voler venire alla stazione a salutarmi per non essere "l'unico scemo" che mi lasciava partire senza salutarmi. Di nuovo non presi sul serio la cosa, era comunque lontano e...esco, gli rispondo e mi dice che è già uscito, è in auto e sta raggiungendo Milano...sono perplessa, turbata per la confusione che creo al mio amico, ma poi...quando qualcosa la vuoi veramente trovi i modi per aggiustare i contorni... chiamai il mio amico, a tutt'oggi una persona a cui voglio un gran bene, e spiegatagli la situazione, mi disse di non preoccuparmi e di arrivare quando volevo.Così libera e sbarazzina raggiungo Milano, carica dell'energia di cui avevo fatto il pieno per la nuova avventura che mi apprestavo a intraprendere, per me davvero importante, e questa storia divertente che non immaginavo dove mi avrebbe portato, ma che sapevo mi faceva stare bene.Non credo, in tutta la mia vita, di aver ricevuto mai uno sguardo così pieno di dolcezza e di tenerezza come quello con cui mi accolse in stazione lui. Non credo di aver mai sentito un abbraccio dal tocco così delicato, ma profondo come il suo, sulle spalle, mentre uscivamo dalla stazione.Saliamo in auto, sempre in divieto, ma quello era un classico e ci interroghiamo sul da farsi per concludere, senza che io avessi capito bene come ci si era arrivati, di andare a casa sua, a 50 km da lì e ritornare la mattina dopo per farmi accompagnare in aereoporto dall'amico che avevo impegnato e scomodato da settimane. Durante il viaggio non si parlò molto, le emozioni erano palpabili, lui mi acarezzava di tanto in tanto, un po' si scherzava e c'erano lunghi momenti di silenzi.....Arrivati nella sua cittadina, mi fece fare un lungo giro, mostrandomi questo o quel posto che frequentava, il suo luogo di lavoro da cui spesso ci sentivamo al telefono e poi, in ultimo, arrivammo a casa sua, penso fossero le due.Una birra, un disastro e tante, troppe risate, la tensione che si poteva tagliare col coltello, tensione non negativa, quella che c'è sempre prima di un momento che potrebbe essere troppo bello o troppo importante e poi noi due e solo noi, emozioni irripetibili.Solo una sveglia malandrina, ma provvidenziale mi riportò alla realtà e al volo sul quale sarei dovuta salire poche ore dopo...