rougeforever

Post N° 29


Siamo arrivati al college dove io alloggiavo e, complici alcuni colleghi di avventure, (colleghi non è la parola giusta, ma..complici l'avevo già usata...diciamo che lì la complicità era tangibile come l'acqua che scorre quando apri un rubinetto, bastava aprirlo) e in particolare Luisa, la più folle ragazza del mio appartamento, si è dato atto a una strategia diversiva per distrarre il vigilante e far passare lui e la sua enorme valigia dalla porta e farlo salire nell'appartamento, dove avrebbe dormito a scrocco!La tattica funzionò a meraviglia, se vogliamo escludere un paio di vistosi bolli sulle mie gambe per trascinare velocemente la valigia. Le risate non parevano terminare quella sera, una cena tipical english e poi in camera a disfare bagagli, ad ascoltare musica, One degli U2 è stata la nostra colonna sonora, e poi un abbraccio lungo e silenzioso, ma così denso da fugare qualunque dubbio.La mia minuscola camera pareva un accampamento, ma riuscivamo a starci comodi comodi, in quel casino creativo che, soprattutto in vacanza, ti pare tremendamente affascinante ( a me anche non in vacanza, ma questo è fuori tema!).Il giorno dopo lavoravo....primo e, col senno di poi, indimenticabile giorno di lavoro...estenuante dovrei aggiungere!!!!L'ho lasciato a dormire nel mio letto e nell'ultimo tratto prima di raggiungere il ristorante, un operaio sul tetto di un vicino fabbricato in ristrutturazione, mi ha fatto notare che camminavo col sorriso stampato in faccia. Ricordo di avergli risposto che era il mio primo giorno di lavoro e che lui mi augurò buona fortuna, col pollice alzato in segno di vittoria certa...ricordo pure di essermi stupita del sorriso così evidente e di aver preferito tacere che qualcuno, la sera prima me lo aveva portato e lo stavo indossando per il primo giorno.Una breve pausa in cui tornai "a casa" e lo trovai ancora beatamente dormiente....quanto dormiva!!! E poi di nuovo al lavoro fino a sera...ma a quel punto era lì che mi aspettava e la città attendeva tutti e due..quella città che abbiamo vissuto di notte, senza grandi folleggiamenti, semplicemente andando per le strade con gli occhi sognanti a goderci una realtà nuova e magica, la gente a tutte le ore, le luci e i luoghi oscuri dei quaertieri meno di moda...e poi il rientro, con i bus notturni, fino al college e quel letto, a una piazza che pareva così grande, tanto l'abbraccio ci fondeva in una sola persona!I giorni si susseguivano, lui dormiva e si riposava se facevo il turno del mattino e mi veniva ad aspettare quando finivo e poi via...Una sera, forse la seconda, uscii dal lavoro e pioveva. Io con un ombrello portatile troppo piccolo per ripararci entrambe, dopo un po' ci arrendemmo e ridendo come pazzi, cominciammo a girare, completamente inzuppati, da capo a piè, attendendo bus improbabili, a fermate non verificate, per stressare i poveri conducenti con richieste di informazioni, ridendo....quanto abbiamo riso allo strenuo quella notte e baciandoci in continuazione..per poi salire finalmente sull'ultimo bus che doveva finalmente riportarci a casa, ormai a mattina inoltrata e, stravolti ed esausti addormentarci per svegliarci a capolinea, smarriti e storditi e riaspettare il prossimo in direzione inversa. Bagnati e infreddoliti, ma insieme....arrivammo a casa circa alle sei di mattina e io un'ora dopo dovevo alzarmi per tornare al lavoro, il tempo di scaldarsi sotto le coperte e abbozzare un sonnellino, ma ne valeva la pena...che notte quella notte!